Di Ignazio Marino e Daniele Cirioli - Costano oltre 33,5 milioni di euro le poltrone delle Casse di previdenza private e privatizzate per occuparsi delle pensioni di 1,3 milioni di professionisti. Tanto hanno speso le 20 gestioni nel 2011 per gli organi collegiali: consigli di amministrazione, revisori e delegati. Circa due milioni in più rispetto al 2010. Tornando alle casse, in 15 casi le spese sono lievitate mentre in quattro si sono abbassate. L'Enpam, l'ente dei medici con il più alto numero di iscritti (350 mila), è quello che ha speso in assoluto la cifra più alta, 4 milioni 326 mila euro (nel 2012 è scattato però il taglio del 10% dei compensi degli amministratori). Mentre l'istituto dei consulenti del lavoro è quello che registra in proporzione, rispetto all'anno precedente, l'incremento maggiore dei costi. Passando dagli 854 mila euro del 2010 a 1 milione 358 mila euro del 2011.
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Da quest'anno l'Inps assume il primato di ente di previdenza più rilevante in ambito europeo. Alla quasi totalità dei dipendenti del settore privato e una parte di quello pubblico, nonché dei lavoratori autonomi (commercianti e artigiani) e iscritti alla gestione separata (co.co.co., professionisti senza cassa ecc.) si aggiungono tutti i lavoratori pubblici, così da portare il numero di lavoratori assicurati alla quasi totalità degli occupati in Italia. Nel 2011 la platea degli utenti Inps è risultata pari a più di due terzi della popolazione residente in Italia.
Nello specifico i lavoratori sono stati pari all'86,9% del totale degli italiani occupati, mentre le aziende iscritte il 35,9% dell'universo di tutte le imprese nazionali; l'Inps, inoltre, ha erogato l'80% delle pensioni per l'importo complessivo di circa il 70% della spesa pensionistica totale. La novità è arrivata dal decreto Monti del 2011 (dl n. 201/2011) che ha previsto l'accorpamento di Inpdap ed Enpals nell'Inps come accennato, con il trasferimento delle relative funzioni e delle risorse strumentali, umane e finanziarie.
L'operazione persegue obiettivi sia di efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa nel settore previdenziale e assistenziale, sia di riduzione dei costi di funzionamento. Così l'Inps ha assorbito circa 2,8 milioni di pensioni Inpdap e oltre 60 mila pensioni Enpals. Quanto alle poltrone dell'Inps, queste sono costate circa 4 milioni di euro nel 2010; il costo è sceso di 1 milione nel 2011 (grazie ai tagli di vari decreti «anticrisi» e «anticasta») e nel 2012 è previsto un leggero rincaro dovuto, essenzialmente, alla quota di integrazione dei compensi prevista per effetto della confluenza dell'Inpdap e dell'Enpals, i cui organi sono stati invece soppressi (con ovvi risparmi di spesa).
Se e quanto sarà questa integrazione, tuttavia, non ancora è stabilito; intanto, nel bilancio di previsione 2012 è stato registrato un incremento di costo di circa 800 mila euro rispetto al dato finale dell'anno 2011. Con queste cifre, le poltrone sono costate a ciascun lavoratore (19,9 milioni), nell'anno 2010, circa 20 centesimi di euro, scesi a 15 nell'anno 2011. Se si tiene conto della platea dei pensionati (13,9 milioni), il costo pro-capite (lavoratori/pensionati) scende a 12 cent nel 2010 e addirittura a 9 cent nel 2011.