Cava 76 Fiordichiara B: pochi giorni fa, con Determina del Dirigente al settore Marmo Giuseppe Bruschi, ne è decaduta la concessione.
Da quanto apprendiamo dai quotidiani locali, il titolare non pagava i canoni dovuti e quindi il Comune ha giustamente provveduto alla chiusura, come previsto dalla legge.
Ne pagano però le spese 10 lavoratori, 10 famiglie, che oggi, per la negligenze e l’avidità dei propri padroni, si trovano senza lavoro, senza salario né prospettive.
Nell'esprimere solidarietà a questi lavoratori e colleghi, come sindacato di base presente nel settore del lapideo, ci teniamo però anche a costruire una proposta per praticare fattivamente un cambiamento.
Crediamo che vadano subito attivati gli ammortizzatori sociali necessari per garantire a queste famiglie una stabilità nell'immediato. Non possono certo essere loro a pagare l'ingordigia di chi pensa di fare ciò che vuole su un bene comune collettivo.
Apprendiamo inoltre, sempre dai quotidiani locali, che il Comune si è già messo in moto per avviare un nuovo bando di gara. A fronte della situazione attuale, delle assurde e inconsistenti manovre proposte dall’articolo 21 e della scarsa volontà a garantire alla collettività il rispetto della filiera locale al 50%, il Comune dovrebbe dare un segnale avviando un percorso alternativo a quelli che abbiamo visto perpetrarsi fino ad oggi.
Proponiamo quindi che la cava 76 vada in mano ai lavoratori attraverso assegnazione diretta. Chiediamo che questi abbiano la possibilità di costituire una cooperativa ad hoc per poter sperimentare un nuovo modo di lavorare: etico, sociale di cura. Riteniamo che questa ennesimo fallimento dovuto all’avidità di pochi si trasformi in una possibilità per i lavoratori e per la comunità tutta di sperimentare un nuovo paradigma di estrazione sulle Apuane.
È l'ora di invertire la rotta, di cambiare drasticamente le carte in tavola in un settore così importante quanto incontrollato e alla mercé dei ladroni.
USB MARMO