Oggi si è verificato l’ennesimo tentativo all’ARAN di una chiusura frettolosa del CCNL PCM.
La riunione è cominciata con l’intervento da parte della delegazione ARAN possibilista nella chiusura della trattativa visto che alcune Organizzazioni Sindacali avevano dato la disponibilità a sottoscrivere la preintesa già dalla precedente riunione.
Naturalmente non vi erano spazi e margini di ulteriori modifiche alla bozza rielaborata del 2 aprile. Dunque nella sostanza non veniva modificato nulla: l’aspetto riguardante l’aumento dell’orario di lavoro, l’ordinamento professionale, meritocrazia, campo di applicazione.
Inoltre l’ARAN riproponeva le disponibilità economiche per il rinnovo, riassumendo:
- per il 2006, 2007, 2008, totale di 100 euro lordi mensili procapite;
- qualche spicciolo da destinare all’indennità e al FUP.
Quindi complessivamente circa 125 euro lordi medi mensili procapite.
A fronte dell’aumento di due ore settimanali (38) verrà incrementato lo stipendio tabellare previsto dalla paga base oraria – 12 euro lordi l’ora.
Ma la cosa più incredibile è che quei i soldi saranno prelevati dal FUP e sarà mantenuto il principio del prorata.
“Ebbene ci fanno lavorare di più, ce lo paghiamo di tasca nostra e non saranno pensionabili!”.
In disaccordo con l’intervento della CISL che ha lamentato ritardi nel chiudere il contratto, affermando che sussistevano le condizioni per farlo poichè lo ritiene complessivamente soddisfacente, la RdB ha criticato fortemente il metodo adottato dall’ARAN a portare avanti la trattativa condizionata da un governo preoccupato solo di ottenere l’aumento dell’orario di lavoro a costo zero e l’introduzione della meritocrazia.
La RdB ha ribadito che non darà alcuna disponibilità a firmare contratti che peggiorano notevolmente le condizioni dei dipendenti della Presidenza anziché renderle migliori sia economicamente che giuridicamente .
La RdB, piuttosto non intende fare alcun regalo all’Amministrazione in cambio di vaghe promesse su aspetti che nulla hanno a che vedere con il contratto e la trattativa che si sta svolgendo. Ci riferiamo alla richiesta di qualche sindacato autonomo di aver fatto salvo il diritto di opzione inserendolo nel CCNL attraverso una dichiarazione congiunta che lascia il tempo che trova, poiché solo un provvedimento di legge può garantire il mantenimento di tale diritto.
Ci appare, il loro, un tentativo di giustificare al personale la decisione di sottoscrivere un pessimo contratto (magra consolazione!)
Un’ultima considerazione la rivolgiamo alla CISL, l’intervento di oggi denota oramai la deriva raggiunta: da sindacato concertativo a sindacato “collaborazionista”.
La RdB a questo punto, dopo l’ennesimo giorno perso in una inutile pantomima, ha chiesto all’ARAN lo stralcio economico per evitare ulteriori perdite di tempo e far si che “i quattro spiccioli” previsti come incrementi contrattuali vengano dati ai dipendenti della PCM.
Annunciamo sin da ora che dopo la pausa pasquale chiameremo tutto il personale in Assemblea e invita tutte le organizzazioni sindacali per un confronto serio e democratico evitando inutili contrapposizioni.
9 aprile 2009
RdB/CUB Pubblico Impiego
Coordinamento Nazionale PCM