Il 26 e il 27 giugno 2012 Roma Capitale organizza in pompa magna gli “Stati generali del sociale e della famiglia”. Ad aprire i lavori sarà chiamato il sindaco Alemanno che avrà poco da raccontare in quanto dal punto di vista del sociale ha fatto più tagli che interventi. Le risorse ha preferito destinarle a rafforzare il proprio apparato di potere e a raccomandare perenti e amici. Per non parlare poi delle logiche privatizzatrici che sempre più rappresentano l’orizzonte dentro il quale la giunta del sindaco intende agire. Dopo aver trasformato il Campidoglio in un’esattoria e averci regalato aumenti delle tariffe e tagli ai servizi pubblici, sicuramente il suo intervento di apertura sarà pieno di arroganza e vuoto di sostanza.
La presenza di Zingaretti e della Polverini daranno lustro alle intenzioni mediatiche di questa giunta comunale? Davvero troveremo Provincia e Regione complici di questo evento? Non hanno niente da dire sul nuovo Piano Regolatore Sociale della Belviso o sulle politiche per la famiglia e l’accoglienza dell’assessore De Palo? Forse dovrebbero ascoltare gli operatori e le operatrici sociali, i diversamente abili e i loro familiari, chi lavora nelle strutture sanitarie e chi le usa, chi vive nel ricatto perenne di risorse pubbliche sempre più flebili.
Il Censis ci racconta come è cambiato lo status sociale nella nostra città, quanta precarietà viene generata da una gestione di Roma attenta solo agli interessi della rendita e della speculazione immobiliare, allo sviluppo del terziario e del turismo, senza mai curare le tutele necessarie agli abitanti della capitale, autoctoni e migranti.
Cosa verranno a dire economisti e sociologi sullo “stato del sociale” a Roma. Forse vogliono sostenere il ministro Riccardi e la Caritas come nuova lobbie da candidare al governo della città? A questo serve il saluto del cardinal Vallini?
Per gestire questo spettacolo è stato scomodato Tiberio Timperi, mattiniero presentatore Rai, che dovrà coordinare gli illustri interventi di vari presidenti di commissione, tutti in forte debito con la cittadinanza per l’assoluta inadeguatezza degli interventi messi in campo nelle politiche sociali, nelle scuole, nella cultura, nello sport, nella disabilità e nelle politiche giovanili.
Sotto l’egida di Sveva Belviso e Gianluigi De Palo il confronto si dovrebbe poi allargare alla gestione del bilancio. Un dispositivo economico arenato in Campidoglio da un mese e che rischia di capitolare molto presto. Un bilancio che per fare cassa vende i beni comuni e minaccia tagli e licenziamenti, privatizza le aziende municipali e aumenta le tariffe del trasporto pubblico locale. Interventi che non trovano d’accordo nemmeno i gruppi politici che sostengono la maggioranza.
Ci parlano di qualità, di efficienza, di integrazione nella gestione dei servizi, ma noi sappiamo bene che le cose non stanno così. Lo sappiamo noi come le amministrazioni municipali, spesso chiamate a far fronte alle necessità sociali del territorio con vere e proprie briciole di risorse. Stanno anche modificando i parametri Isee a livello governativo per colpire ancora più in profondità ceti sociali sempre più larghi.
Ma quali politiche educative e politiche familiari, quale inclusione sociale, quali politiche abitative, quali meccanismi partecipativi, quali politiche attive, l’amministrazione intende mettere in campo dopo quattro anni di ignavia e di proclami? Non facciamoci prendere in giro, ribaltiamo l’evento. Prepariamo insieme la piattaforma della città senza governo, della città privata di diritti e di tutele. Costruiamo la mobilitazione con un’assemblea pubblica il 9 giugno 2012. Prepariamo la degna accoglienza a Mario Monti che concluderà i lavori degli “Stati generali” il 27 giugno alle 12.15.
Welfare di cittadinanza per tutt*