NESSUNA TUTELA NE’ GARANZIA: LE COOP VINCITRICI POSSONO ASSUMERE CHI VOGLIONO!
Proprio così: dopo mesi di lotte, di raccolta firme, di presidi, di scioperi, a pochi giorni dalla scadenza dell’appalto i lavoratori dei servizi residenziali e dei centri diurni di salute mentale non sanno ancora che fine faranno. Addirittura viene proposta loro una sorte di roulette russa, dei colloqui con le coop che si sono aggiudicate gli appalti per vedere se dopo qualche decennio di lavoro sono idonei a svolgere quel tipo di servizio o se devono cercarsi un altro lavoro.
Stessa sorte per gli utenti e le loro famiglie: non sanno se i loro cari saranno trasferiti da una residenza all’altra, che tipo di attività si svolgeranno nei nuovi luoghi “manicomiali” che dovranno sostituire i centri diurni ecc.
A dispetto di ogni velleità di democrazia e partecipazione, in barba all’articolo 37 del CCNL Cooperative Sociali che prevede “almeno” la convocazione di un tavolo congiunto con i sindacati per la discussione delle modalità di presa in carico dei servizi delle nuove cooperative aggiudicatarie, Asl e comune consumano la loro vendetta nei confronti di quei lavoratori che in tutti questi anni hanno lottato per dei servizi efficienti e che proponessero un reale reinserimento sociale per gli utenti psichiatrici: troppo contestatari, occorreva spezzargli le reni, soprattutto dopo che avevano osato denunciare chi aveva sbattuto gli utenti dell’unica residenza in centro città nella periferia della periferia, di fianco ad una discarica, definendola paradossalmente un’operazione di “inclusione sociale” e mandato gli utenti più anziani nelle case di riposo.
Una volta che non ci saranno più dei lavoratori così motivati a denunciare soprusi e discriminazioni nei confronti di un’utenza così debole, chi tutelerà più loro? Perché di sicuro è proprio in quei servizi dove esiste un’utenza debole che si concentrano strategie volte al risparmio a tutti i costi, sulla pelle del cittadino.
Ma questi lavoratori, per nulla domi nonostante tutto ciò che gli sta accadendo saranno ancora in piazza, venerdì 25, con un presidio sotto il loggiato comunale, per denunciare soprattutto le responsabilità del comune che ha scelto di stare a guardare, compiaciuto, quest’opera di macelleria sociale, probabilmente sperando di aver fatto fuori una volta per tutte gli oppositori alle loro politiche di distruzione della sanità pubblica, e, più in generale, del welfare cittadino.
Lanciamo un appello a tutti quei lavoratori a rischio di licenziamento, cassaintegrati, precari degli asili comunali a rischio di esternalizzazione ad unirsi a noi in PRESIDIO VENERDÌ 25 ORE 10 sotto il loggiato comunale.
p.RdB/USB Lavoro Privato
Fabio Perretta
COMUNICATO STAMPA
SERVIZI PSICHIATRICI CESENA: NON UN MEGAFONO PER I LICENZIATI!
Venerdì 25 giugno si è svolto il presidio sotto il loggiato del comune di Cesena dei lavoratori delle residenze e dei centri diurni di Salute Mentale.
A tutt’oggi, a 4 giorni dalla scadenza dell’appalto per le residenze e centri diurni di Salute Mentale, nessuno dei 50 lavoratori sa se sarà riassunto o meno, gli utenti, più smarriti che mai, non sanno chi si troveranno di fronte il primo luglio ne’ se cambieranno comunità di lì a poco. Le amministrazioni hanno di fatto lasciato carta bianca alle cooperative di assumere chi vogliono, anche personale esterno.
Durante il presidio la prima sorpresa è arrivata da due agenti PS che hanno consegnato un decreto del questore in cui si vietava ai manifestanti e ai sindacalisti l’uso finanche del megafono e gli si prescriveva di non muoversi nella piazza ma di restare nella “riserva”a ridosso del loggiato. Ancora una volta il tentativo di imbavagliare le lotte dei lavoratori diviene la scorciatoia scelta dalle amministrazioni, a Cesena è parossistico il divieto di uso del megafono per una manifestazione sindacale, tanto più all’interno di una chiassosa piazza con diverse amplificazioni allestite per la fiera.
La decisione del questore tiene probabilmente conto dello “scandalo” suscitato il 6 maggio scorso, con la protesta urlata davanti al comune, e viene in soccorso al sindaco di Cesena e all’amministrazione dell’Ausl, duramente impegnate in questi mesi nel portare avanti operazioni di macelleria sociale.
In questi mesi più volte abbiamo cercato un dialogo con amministrazione cittadina e Ausl, più volte abbiamo sollevato il problema della responsabilità nella gestione della cosa pubblica che non può prescindere dalla tutela del livello occupazionale, non può esimersi dal mettere in campo ogni misura necessaria a salvaguardare posti di lavoro, in un momento di crisi economica nel quale il territorio emiliano-romagnolo è tra quelli che paga più dazio bruciando posti di lavoro a centinaia ogni giorno. Ebbene, il dialogo con queste amministrazioni a nulla ha portato, nessuna garanzia (perché il libero mercato delle coop va lasciato a se stesso), nessun reale interesse ad applicare “politiche per il benessere dei cittadini”: licenziamenti a danno dei lavoratori e degli utenti dei servizi psichiatrici, appalti al risparmio alle coop, soldi per ristrutturazioni all’Ausl. Sempre più fumo, sempre meno arrosto…
La lotta dei lavoratori dei servizi psichiatrici è la lotta di chi si oppone al processo di smantellamento dei diritti e della qualità del lavoro. Dalla scuola alla sanità, dalla ricerca alle fabbriche, le ristrutturazioni ancora una volta ricadono sui settori popolari. A questo stato di cose opporremo sempre l’organizzazione dei lavoratori per la difesa di salario, diritti e dignità.
Bologna, 28/06/2010
p. RdB/USB Fabio Perretta