A venti giorni dall’evacuazione nessuna prospettiva concreta per le famiglie evacuate. Utilizzare il patrimonio sfitto di via Giolitti per evitare il peggio.
Lanciato ben 22 anni fa il primo allarme dei VVF inascoltati dall’Amministrazione comunale che ha messo a repentaglio decine di inquilini, lasciati al proprio destino con il grave rischio di crollo delle proprie case.
Il 30 novembre scorso, la scala corrispondente al civico 137 di via Giolitti è stata evacuata per questioni di sicurezza. Sulla facciata dell’immobile, in cui ci sono diversi alloggi di proprietà del Comune di Roma, ove sono presenti vistose crepe. I Vigili del Fuoco, intervenuti sul posto, dopo un’attenta stima hanno optato per l’evacuazione dello stabile al fine di garantire la sicurezza di tutti gli abitanti. C’è da dire che il primo intervento da parte dei Vigili del Fuoco sullo stabile risale al 1999 e già in quell’occasione erano state riscontrate delle criticità ed erano stati raccomandati degli interventi uurgenti. Utile sottolineare che l’inerzia comunale ha messo a rischio l’incolumità degli abitanti per due decenni.
Il mese scorso comunque la Protezione Civile ed il Comune di Roma hanno sistemato le famiglie che non avevano alternative in un albergo in zona, anche se in realtà non tutte le famiglie sono state ospitate. Di fatti, il nucleo familiare di una signora anziana di 80 anni ed invalida, è rimasto escluso, motivo per cui il nostro Sindacato si è subito attivato al fine di garantire anche per questo nucleo le misure di urgenza adottate per gli altri, evitandone la marginalizzazione e la disgregazione
Il problema che invece si pone per tutti gli abitanti di via Giolitti è relativo ad un eventuale rientro negli alloggi prima dello scadere del termine del mese di ospitalità previsto, ossia entro il 29 dicembre. È di fatti impossibile che per quella data l’edificio possa essere dichiarato nuovamente agibile in quanto gli interventi di monitoraggio e studio sono solitamente lunghi e complessi e a questi, se necessario, seguiranno interventi di consolidamento e messa in sicurezza.
Asia-Usb ha indicato come strada percorribile per garantire il Diritto alla Casa alle famiglie evacuate e, contemporaneamente, evitare l’allontanamento dal centro storico per le stesse, l’utilizzo di appartamenti, sempre di proprietà del Comune di Roma, ubicati nella medesima zona (sempre a via Giolitti) e ad oggi, vuoti. Con l’impegno, ovviamente, che una volta che lo stabile sarà rimesso in sicurezza, gli abitanti possano tornare nelle loro abitazioni. Così si recupererebbe anche lo scopo originario e fondamentale del patrimonio pubblico, cioè essere messo al servizio dei bisogni delle persone e non dei tanti B&B fioriti nel frattempo.
Finora da parte dell’Amministrazione però non vi è stato nessun cenno o segnale in tal senso, lasciando crescere la preoccupazione che una volta iniziate le feste natalizie, con la riduzione delle aperture degli uffici e le giù presenti difficoltà dovute al diffondersi del Covid-19, le famiglie, sole e senza interlocuzione, si ritrovino a dover festeggiare l’arrivo del nuovo anno sul marciapiede.
Le famiglie sfollate si sono riunite questa mattina in via Giolitti nella sede di ASIA-USB e hanno deciso di mobilitarsi per rivendicare un chiaro intervento dell’Amministrazione comunale per garantire l’assistenza alle famiglie sfollate e il rientro al più presto, fatti i lavori di consolidamento necessari, nelle proprie case.
ASIA-USB Roma