Presentato all'istituto dei Tumori il progetto per la Città della Salute. Una struttura avanzata che riunisce Int e Besta in un complesso integrato. La tabella di marcia costruttiva partirà dal 2014 al 2018, con l'operativitàpiena. Tutto bene, salvo lo scetticismo sull'ambiente, altamente inquinato, dell'area Falck di Sesto San Giovanni. Qui la promessa del comune sestese è dibonificare in un anno l'area per la città della Salute. Che però resteràimmersa in un spazio enorme come prima, e con falde idriche non potabili.
Unico problema, ben esposto da Pasquale Brunacci, coordinatore della
rappresentanza sindacale dell’Int, è l'ambiente.
Il problema non è il parallelepipedo, e le quattro torri a regola d’arte. Il problema è l’area Falck, un’estensione di 1,4 milioni di metri quadri su cui, per 150 anni filati, si è fatta siderurgia e industria pesante. Anche se verranno bonificati i 200mila metri quadri della Città della Salute sarà sempre un “quadratino” nel milione e passa che resterà come prima. E già oggi la prima falda idrica dell’area Falck (dai 13 ai venti metri sottoterra) viene considerata altamente inquinata (ulteriori studi più approfonditi sarebbero necessari).
E L’insediamento del complesso ospedaliero, quindi, dovrebbe chiarire i rischi ambientali reali a cui potrebbe andare incontro.
Anche la promessa di bonificare in dodici mesi l’area per la Città della Salute non appare scontata. Esperienze passate nell’area Falck e limitrofe si sono rivelate molto più lunghe e problematiche che nelle previsioni.
Nonostante questo la Regione e le direzioni degli istituti vogliono procedere.
Resta però lo scetticismo dei responsabili sindacali dell’Istituto. Con fatti alla mano. Uno per tutti: l’esperienza dell’Università Statale alla Bicocca (anch’essa area industriale bonificata e poi costruita) dove oggi, in alcuni palazzi i piani inferiori sono tenuti chiusi, a causa dei miasmi che provengono dalle fondamenta.
Non sarebbe proprio il massimo per i degenti critici di due ospedali!