COMUNICATO STAMPA
Con l’approvazione del bilancio di previsione 2016 della Città Metropolitana di Roma Capitale e la conseguente conferma delle condizioni, del prezzo e delle garanzie contenute nella delibera n.50 del 15/06/2016, approvata nella precedente consigliatura dal PD, la giunta Raggi ha approvato definitivamente il piano di acquisto della nuova sede dell’Ente, che costerà all’intera collettività oltre 200 milioni di euro di denaro pubblico.
“Un cambio di direzione politica inaspettato” - dichiara Gilberto Gini dell’esecutivo nazionale di USB P.I. Enti Locali - “soprattutto da chi, precedentemente, aveva criticato l’operazione, presentando addirittura due esposti, uno alla Corte dei Conti ed uno alla Procura della Repubblica” - continua il sindacalista.
“Abbiamo tentato di confrontarci con la Sindaca e con i suoi consiglieri delegati, ma abbiamo trovato un muro” - continua Gini - “la cosa che lascia più sconcertati è la totale accettazione dell’operazione finanziaria senza nemmeno provare a metterla in discussione. Era possibile approvare il bilancio di previsione 2016, stralciando l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione destinato all’acconto per l’acquisto della sede” - continua il sindacalista – “mettendo così di fatto in discussione tutta l’operazione, ma si è preferito, non si comprende per quale motivo, portare avanti il piano finanziario già deciso in precedenza dal PD. La sindaca ed i suoi collaboratori dovranno spiegare ai cittadini dell’area metropolitana il perché si è preferito sottrarre ben 70.000.000 euro alla comunità, che potevano essere destinati ad opere pubbliche (strade, scuole, periferie), a favore del pagamento dell'acconto, di un'inutile operazione finanziaria che porta benefici solo alle banche. Il piano finanziario approvato “- specifica il dirigente sindacale - “prevede il pagamento di 40.000.000 di euro entro la fine del 2016, 10.000.000 di euro entro giugno 2017, 10.000.000 di euro entro giugno 2018 ed infine ulteriori 10.0000.000 di euro entro giugno 2019. A questi 70 milioni vanno aggiunti gli 80 milioni ricavati dalla vendita di due caserme, per un totale di 150 milioni di euro già sborsati. Per il pagamento totale della nuova sede, che ad oggi viene valutata 199.596.000 milioni di euro oltre IVA, dovrà essere aggiunta anche l’ulteriore differenza, vendendo altri beni che appartenevano alla ex Provincia di Roma, oppure rimettendo mano alle casse dell’ente.
Un ente con problemi economici come la città metropolitana di Roma, non può sostenere l’utilità dell’acquisto della nuova sede: non è ammissibile continuare con questa operazione, il prossimo anno sono a rischio gli stipendi dei lavoratori e le opere pubbliche per i cittadini. A questo punto ci aspettiamo che gli organi di controllo amministrativo si esprimano sulla “bontà” dell’operazione, l’Unione Sindacale di Base non mancherà di fare la sua parte” conclude Gini.
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Gilberto Gini
USB – Enti Locali
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