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Come chiudere la partita sul precariato in 18 punti

Nazionale,

Ministro dell'Interno

Prefetto Anna Maria CANCELLIERI

Sottosegretario di Stato all'Interno
Dott. Giovanni FERRARA


Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento

Prefetto Paolo Francesco TRONCA


Premessa

La situazione lavorativa del personale precario VV.F. impropriamente definito Volontario, ha raggiunto dimensioni tali da assurgere, dopo quello della scuola, a secondo bacino di precari nella pubblica amministrazione. Ora a causa dei mancati processi di assunzione e del continuo reclutamento, in barba peraltro all’art.1 comma 419 della Legge 296/06, questo fenomeno ha oltrepassato il numero delle ventimila unità, dati che in conseguenza del taglio del fondo per i richiami previsto dalla Legge 183/2011, gettano questi lavoratori in una condizione di emergenza .

Senza focalizzarsi sul perché si è arrivati a questa situazione esplosiva, in quanto le colpe sono tante ed ascrivibili a più soggetti, ci preme trovare una risoluzione per le istanze lavorative dei Discontinui.

Abbiamo elaborato insieme ai lavoratori precari interessati, un piano denominato: “Road map for work”, composto da 18 punti che passa attraverso alcuni cardini per concentrarsi poi sul nodo cruciale che è quello della fattibilità economica. Questo piano si affiancherà alla graduatoria dell’814 alimentato dal turn over, nel quale comunque si trovano circa 2000 Discontinui.

Come in tutte le situazioni di gravità, la prima cosa da fare è arginare il fenomeno chiudendo il rubinetto che alimenta questo enorme bacino di precariato, attraverso un blocco immediato dei minicorsi da 120 ore, procedendo poi all’adeguamento delle piante organiche.

Il risparmio si attesta oltre i 400 milioni di euro.

Come chiudere la partita sul precariato in 18 punti:

Punti cardine:

  1. Aumento delle piante organiche

Da più parti viene ribadita la stessa cosa: è necessario potenziare la dotazione organica del CNVVF, lo prevedono gli standard europei (un vigile del fuoco ogni mille abitanti) o lo studio tecnico denominato “Soccorso Italia in venti minuti”, ciò si tradurrebbe in migliaia di nuovi posti, evitando così inutili sovraccarichi di lavoro al personale costretto a quotidiani straordinari per garantire il funzionamento della macchina di soccorso. Soprattutto perché ad oggi non tutti i cittadini sono serviti dal servizio di 115 con le stesse tempistiche, ma cosa ancor più grave, ad oggi se si verificassero due calamità contingenti sul territorio nazionale, sarebbe difficilissimo fronteggiarle contemporaneamente.

  1. Blocco del taglio al personale precario previsto dall’art.4 comma 10 della Legge 183/2011.

Considerando che al fondo saranno sottratti in due anni oltre 100 milioni di euro, includendo i restanti 30 milioni restanti si possono assumere dei precari

  1. Blocco di tutti i nuovi corsi di nuovo ingresso per i vigili volontari. Così come già previsto dall’art.1 comma 419 Legge 296/2006.

  2. Grazie a questo provvedimento si possono risparmiare tutti gli oneri derivanti le visite mediche, la vestizione e la formazione del personale (materiale didattico, compensi istruttori, impegno delle aule), questi sono costi variabili e non meglio quantificabili che aumentano all’aumentare del numero di corsie dal numero degli allievi, è però possibile fare una media degli ultimi cinque anni sul numero totale di nuovi corsi da 120 ore effettuato da tutti i Comandi Prov.li. Noi consideriamo un risparmio compreso nella forchetta che va da 0,5 milioni a 1,5 milioni di euro.

  3. Eliminazione pagamento dei VV.F. volontari come da Legge 11 agosto 1991, n.266;

I vigili volontari che prestano servizio nei distaccamenti volontari non devono percepire nessun tipo di remunerazione, nemmeno a titolo di rimborso per l’opera di lavoro svolto, così come previsto dalla Legge quadro sul volontariato. I risparmi derivanti da questa operazione sono da stanziare per le assunzioni.

  1. Alienazione dei due aerei piaggio P180 di proprietà dell’amministrazione VV.F.

Un esemplare del 2008 è in vendita online a € 4.559.858 considerato i costi di manutenzione, revisioni, pezzi di ricambio, costi aeroportuali, nolo degli hangar e carburante annui oltre 2 milioni di euro, si possono realisticamente risparmiare 10 milioni di euro.

Chiusura C.I.E. (Centri Identificazione ed Espulsione).

Sono le strutture che per legge dovrebbero consentire l’identificazione e l’espulsione dei cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno. Gli unici a trarre vantaggio dalla creazione di queste strutture sono gli enti gestori che ricevono un sacco di soldi.

Chiudendoli si risparmierebbero i 174 milioni stanziati per il 2012,;

  1. Copy left ed open source

Attraverso l’adozione di software libero (Firefox, OpenOffice.org, VLC, Gimp, 7-Zip,etc.) e sistemi operativi liberi (Linux), da parte dell’amministrazione si potrebbero risparmiare cifre molto ingenti, tra i 100 ed i 400 milioni di euro.

Cancellazione del servizio civile nazionale nella P.A.

Il servizio civile nazionale assorbe nel bilancio dello Stato per il 2012 la quota di 68 milioni di euro. Non siamo contrari in assoluto a questo tipo di esperienza, ma condanniamo l’utilizzo di questo strumento quando esso si sostituisce alla vacanza di posti di lavoro stabili. Razionalizzando le spese escludendo l’estensione di tale servizio nella pubblica amministrazione si potrebbero risparmiare almeno 8 milioni di euro ed utilizzarli per assumere.

  1. Alienazione e razionalizzazione patrimonio dismesso dello Stato.

Attraverso l’aggiornamento del censimento sul patrimonio del Ministero, si potrebbero alienare le caserme militari dismesse, i risparmi o parte di essi, derivanti da tali operazioni, si possono utilizzare per le assunzioni.

  1. Parco autovetture Ministero

Snellire il parco macchine non utilizzato per fini di soccorso. E’ stato fatto credere alla popolazione che il totale delle auto blu sia diminuito. L’unica cosa vera è che sono diminuite le auto di colore blu, ma utilizzando targhe civili e colori che spaziano dal grigio al bianco al nero, esse sono più che raddoppiate. I costi di gestione sono troppo alti, così come lo sono i consumi. Proponiamo una rivisitazione del patrimonio automobilistico, eliminando gli sprechi, disincentivando l’utilizzo delle auto. Nei futuri acquisti si dovrà tener conto del parco macchine esistente, della loro convenienza rispetto a convenzioni taxi o n.c.c., della loro cilindrata, dei costi di manutenzione e dei consumi, privilegiando vetture a basso impatto ambientale (GPL, metano, elettriche);

  1. Piano per l’efficienza energetica del Ministero

Il Ministero dovrà dotarsi di un apposito piano che partendo dai costi, trovi le necessarie alternative per ridurre e razionalizzare i consumi energetici (acqua, luce, gas) puntando su l’autosufficienza energetica attraverso l’istallazione di pannelli fotovoltaici, rubinetti con fotocellula, illuminazione con sensore di presenza negli ambienti non utilizzati.

  1. Implementazione dell’attività di vigilanza attraverso i nostri uffici giudiziari con la reintroduzione della DIA e potenziando i controlli nei luoghi di lavoro sul rispetto delle normative sulla prevenzione

Il fenomeno delle morti sul lavoro, ha dei costi insopportabili sia in termini di vite umane sia dal punto di vista dei costi sociali. Le statistiche che segnalano tre morti al giorno, ci dicono che è più a rischio un lavoratore nel suo posto di lavoro che un militare in Afghanistan, proprio per questo il Presidente Napolitano e i mass media hanno richiamato più volte l’attenzione su questa ecatombe. E’ evidente che questa emergenza va affrontata con maggiore incisività e il CNVVF grazie al patrimonio di esperienze che detiene deve fare la sua parte, così come richiamato dal D.Lgs. 81/08, affinché stragi come quella della Thyssenkrupp e della Umbria Olii non abbiano a ripetersi.

EXIT STRATEGY

Definiamo exit strategy un piano alternativo, per collocare tutti i Discontinui che nonostante le proposte avanzate, per vari motivi dovessero venire esclusi dal piano di assunzione. Esso si compone di ulteriori sette punti così sintetizzati:

  1. Aumento della riserva di posti al massimo consentito per i volontari VV.F. che concorrono ai concorsi nel CNVVF sia nei ruoli tecnici che in quelli amministrativi

Privilegiare con apposite riserve di posti il personale Discontinuo, nelle assunzioni di personale tecnico ed amministrativo;

  1. Riserva di posti per i Discontinui del CNVVF, in tutti i concorsi pubblici così come previsto per i volontari delle forze armate

  1. Scivolo pensionistico per i Discontinui di lunga durata oltre 20 anni;

Riconoscimento del lavoro di Vigile del fuoco come usurante

Già esiste in altri paesi come l’Argentina dove per i vigili del fuoco tenuto conto anche della tipologia di lavoro usurante, è prevista al raggiungimento dei 15 anni di servizio una pensione. Noi possiamo concedere ai Discontinui di lunga durata (oltre venti anni) e di età avanzata (over 50), uno scivolo pensionistico che li accompagni verso il congedo.

E’ evidente che il riconoscimento del lavoro usurante è indispensabile per attuare tali procedimenti.

  1. Unificazione in un unico polo del soccorso, il soccorso tecnico di 115 e del soccorso sanitario svolto dal 118, che risponda al numero unico europeo di emergenza 112

Unificare il soccorso tecnico di 115 a quello sanitario di 118, in un unico polo che risponda al numero di emergenza europeo di 112, avrebbe due dirette conseguenze, la prima di rialinneare il CNVVF a tutti i corpi dei pompieri al mondo che svolgono il soccorso sanitario, la seconda che così si potrebbero assorbire migliaia di lavoratori precari che attraverso un periodo di formazione possono essere reimpiegati nelle ambulanze come autisti e soccorritori;

  1. Fuoriuscita del CNVVF dal Ministero dell’Interno e sua fusione con la Protezione civile sotto la presidenza del consiglio dei Ministri;

Il CNVVF deve tornare ad essere l’attore principale del sistema di protezione civile, il dualismo tutt’ora esistente crea doppie catene di comando, accavallamento di competenze e sprechi enormi. Non ci possiamo permettere due enti che si muovono pestandosi i piedi nello stesso ambito, pertanto è necessario collocare il Corpo nazionale all’interno della presidenza del consiglio dei ministri, fondendo le due catene di comando, le centrali operative e tutte le dotazioni strumentali sotto l’egida del più titolato e qualificato CNVVF.

  1. Affidamento al CNVVF dei compiti sulla tutela del patrimonio idrogeologico nazionale

L’Italia frana e gran parte delle responsabilità sono da ascrivere all’azione degli uomini: cementificazione selvaggia, deforestazione, argini dei fiumi non protetti, etc.. Il Corpo nazionale ha in sé le competenze tecniche per fronteggiare il problema, nessun altro ente pubblico o privato, ha un numero così alto di Ingegneri. Una volta mappate le aree a più alto rischio idrogeologico l’intervento del CNVVF, può mettere in campo quelle tecnicità necessarie a risolvere il problema. Grazie anche all’allargamento dei compiti ascrivibili sarà possibile assumere una quota ulteriore di lavoratori.