Antonio Valente è morto il 25 giugno mentre distribuiva volantini a Galatina, nel cuore del Salento, sicuramente soffocato dal caldo asfissiante delle due del pomeriggio. Parlare di caldo killer però è solo una scusa per non vedere la realtà.
Antonio è stato ucciso dalla Grande distribuzione e dallo sfruttamento che questa mette in atto. Chi distribuisce volantini è costretto a lavorare per almeno 9 ore al giorno, dalle 8 di mattina in poi, senza pausa, senza riposo. I circa mille volantini giornalieri devono essere distribuiti tutti a fine giornata o non si riceve la paga.
Un lavoro a cottimo retribuito, si fa per dire, circa tre euro l’ora a cui vanno sottratti anche il 20% delle tasse che ovviamente sono a carico del lavoratore.
Le catene commerciali e i grandi marchi non potendo fare a meno di stampare e distribuire i volantini per pubblicizzare prodotti low cost e promozioni hanno deciso di esternalizzare il servizio. Così questi lavoratori vengono assunti, quando non sono completamente in nero, tramite agenzie interinali con paghe bassissime e contratti a chiamata che non danno accesso ad alcun diritto. Non esistono ferie o malattia, tantomeno il riposo. Se si rifiuta la chiamata, anche solo una volta non si viene più chiamati per settimane come punizione.
L’unico controllo posto a livello normativo è il numero massimo di giornate consentite all’anno prima di essere costretti all’assunzione come lavoratore subordinato, ma le aziende non registrano tute le giornate effettuate e possono dichiararle fino a 30 giorni dopo il lavoro svolto.
Non ci aspettiamo nulla dalla Gdo, interessata unicamente al proprio profitto. Allo stesso modo se lo Stato non ci tutela, permettendo che esistano contratti simili, siamo pronti ad organizzarci.
Sono i datori di lavoro ad avere bisogno della nostra prestazione, non ci fanno alcun un favore, né li vogliamo.
Invitiamo tutti i lavoratori del settore coinvolti a contattare USB: solo uniti possiamo conquistarci i nostri diritti.
USB Commercio