Usb ha sempre denunciato gli effetti negativi della liberalizzazione completa dell’orario lavorativo sia l’approvazione legislativa sia l’imposizione nei ccnl da parte dei sindacati concertativi.
Oggi, dopo un lungo periodo di emergenza sanitaria non ancora giunto al termine, è ancora più urgente limitare gli orari di apertura giornaliera e imporre le chiusure domenicali e festive. Le timidissime limitazioni effettuate durante il lockdown hanno mostrato tutta l’infondatezza delle drammatiche previsioni delle grandi catene commerciali fatte di cali talmente drastici delle vendite da dover dimezzare i dipendenti.
Anzi, sette anni di liberalizzazioni hanno portato alla perdita di 30 mila posti di lavoro nel settore, i datori assumono in modo precario con sempre meno diritti e sicurezza. Il 56% dei neo assunti per lavorare soltanto nel fine settimana ha un contratto atipico, i part time superano il 30%. L’esercito dei lavoratori domenicali è donna, giovane, under 35 e instabile, spesso non vengono assunte direttamente dal centro commerciale come gli altri, ma sono personale somministrato di cooperative esterne, costrette ad una contrattazione peggiorativa rispetto al ccnl del Terziario.
Nel silenzio generale però, Comuni e Regioni possono fare la differenza, limitando gli orari e i giorni di apertura.
Per questo USB ha scritto alla Sindaca di Roma Virginia Raggi e al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, esortando a legiferare in proposito.
La chiusura serale dei centri commerciali va anticipata, almeno, alle 20.30 allineando così le mega strutture ai negozi di vicinato e permettendo un alleggerimento dei carichi sui lavoratori e un sollievo dalla mascherina, indossata per tutto il turno.
Allo stesso modo, sono necessarie le chiusure domenicali e festive per ridurre il rischio di contagio e per consentire il giusto recupero psico-fisico ai lavoratori del commercio che mai si sono fermati durante tutto il periodo più esposto dell’emergenza.
USB esorta le istituzioni coinvolte a schierarsi dalla parte dei lavoratori.
USB Commercio