Il Comune di Roma, con la votazione di ieri sera in Consiglio a favore della mozione presentata dalla maggioranza, conferma la decisione di vendere il 21% delle quote di Acea controllate dal Campidoglio. Un affare enorme che non riguarderà solo l’acqua, di cui l’Acea è il maggior gestore in Italia con significative presenze anche all’estero, ma anche l’energia e in modo sempre più presente i rifiuti.
“Le dichiarazioni di Alemanno su chi acquisterà queste azioni sono a dir poco preoccupanti – commenta Fulvio Vescia, RdB Energia - perché riguardano tutto quel mondo di sciacalli che cavalcano quotidianamente situazioni come quella dell’Acea per accrescere il loro mondo fatto di continue speculazioni. Nella migliore delle ipotesi passerà invece tutto in mano all’imprenditore romano Caltagirone, ovvero dalla padella alla brace”.
“Esclusi due interventi dell’opposizione - continua il rappresentante RdB - non si può dire che Alemanno abbia avuto vita difficile ieri sera nell’aula Giulio Cesare. Gli interventi dell’ex sindaco di Roma Rutelli, padre insieme alla Lanzillotta della prima privatizzazione di Acea, e del PD hanno eluso in modo molto abile il nocciolo vero della questione, ovvero che l’acqua è un bene comune inalienabile e che non può e non deve essere considerato merce di scambio o peggio ancora prodotto su cui speculare”.
Conclude Vescia: “RdB, al fianco del Forum dei movimenti dell’acqua, continuerà la sua battaglia contro la privatizzazione di Acea e in generale dell’acqua nel nostro Paese, e parteciperà alla manifestazione nazionale indetta per il 20 marzo prossimo a Roma.
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