Pur consapevoli della ristrettezza delle risorse economiche del nostro Paese e abituati a promesse vane e continui controsensi da parte del Governo, siamo rimasti in attesa della bozza in Manovra finanziaria 2024, nella speranza fosse impostata su investimenti e crescita equamente distribuiti e che venissero tutelati i diritti dei cittadini, tutti.
Invece è arrivata l’ennesima triste conferma da parte del governo di "prima gli italiani" che ancora una volta colpisce chi sostiene e ha sostenuto il welfare statale grazie alla loro vita lavorativa, reperendo fondi quindi da chi lavora e produce PIL.
L’articolo 33 previsto dalla bozza della Legge di Bilancio 2024 prevede il taglio dell’indennità di malattia della “gente di mare” ossia dei dipendenti marittimi. È una modifica chiaramente al ribasso in quanto l’indennità verrebbe retribuita al 60% anziché al 75% della retribuzione. A pagare le conseguenze di questo taglio sarà solo ed esclusivamente il singolo lavoratore marittimo. Decurtando l'indennità di malattia, non si garantisce la prevenzione della salute personale del lavoratore né la possibilità di cure mediche adeguate.
Pertanto, la scrivente OO.SS chiede di rimuovere dalla bozza della legge di bilancio 2024 l'articolo 33 per rispettare il diritto alla salute dei lavoratori di mare. Invita, inoltre, tutti i marittimi ad un percorso di mobilitazione unitario contro questa manovra inadeguata fino ad arrivare allo sciopero per tutelare e sostenere i diritti e la salvaguardia della salute dei lavoratori.
USB LAVORO PRIVATO – SETTORE MARE E PORTI
Ignazio De Rosa
GIU’ LE MANI DAI PORTI
GIOVEDI’ 30 NOVEMBRE ORE 11 PRESIDIO AL MINISTERO DEI TRASPORTI
Il 30 novembre delegazioni di lavoratori portuali da tutta Italia manifesteranno di fronte al Ministero dei Trasporti a Roma. Il Ministro Salvini, proprio mentre si aprono le procedure per il rinnovo del contratto nazionale dei Porti, ha deciso di forza la mano annunciando la privatizzazione delle Autorità di Sistema Portuale. Primo passo per arrivare alla svendita totale delle banchine italiane in favore delle grandi società armatoriali che già, di fatto, controllano buona parte degli scali del nostro paese. USB Mare e porti ha deciso di avviare un percorso di lotta a livello nazionale che inizierà con assemblee in tutti i porti e vedrà come primo passaggio di mobilitazione, un presidio di fronte al Ministero.
No alla privatizzazione delle banchine e delle Autorità di Sistema
Aumenti salariali reali per tutti i lavoratori del settore
No all’autoproduzione, si ad una gestione pubblica dei porti
Turn-over e riconoscimento del lavoro portuale come usurante
Stabilizzazione dei lavoratori precari
Coordinamento Nazionale USB Mare e Porti