Se esiste una terra che punta sullo sviluppo umano e sul benessere dei propri lavoratori questa non può essere, ad oggi, l’Italia e, a maggior ragione, la Calabria. Questa la conclusione che le nostre delegazioni possono trarre dall’incontro odierno con l’assessore al lavoro, allo sviluppo economico e al turismo Fausto Orsomarso. Un incontro cordiale e schietto, che ha rivelato in maniera onesta i diversi modelli economici che ispirano le nostre battaglie e i provvedimenti presi ed annunciati dalla Regione.
Alla luce delle tutele quasi nulle di cui godono i lavoratori stagionali al giorno d’oggi, con l’impossibilità di trasformare automaticamente il contratto stagionale in un rapporto sicuro e continuo, con rapporti di lavoro in nero o semi-regolari, caratterizzati da un contratto che magari non corrisponde alle mansioni effettivamente svolte (con significative ripercussioni sul livello dei salari), avevamo proposto all’assessorato regionale delle misure per la regolarizzazione dei contratti e delle retribuzioni, con un meccanismo di lotta alla povertà.
Queste consistono in un bonus integrativo fino a 1000 euro, a supporto dei lavoratori stagionali in stato di disoccupazione, che dovrebbe sopperire alle mancanze di Inps e del sussidio Naspi. Lo stesso potrebbe essere richiesto anche da chi ha lavorato con un rapporto irregolare, a patto di autocertificare la propria mansione in un portale collegato all’Ispettorato del Lavoro (in caso di false dichiarazioni perderebbe il diritto al bonus per tre anni). Ciò darebbe un grande impulso all’emersione del lavoro nero: sarebbe un grimaldello per spingere i dipendenti a denunciare indirettamente la loro condizione, con un effetto positivo, sul lungo periodo, per le retribuzioni. Una variante presentata nel corso dell’incontro, più ambiziosa, consiste nella creazione di un’app da dare in dotazione a qualsiasi lavoratore stagionale, in modo da localizzare la reale presenza sul luogo di lavoro e combattere così il lavoro grigio.
Pur riconoscendo la necessità di tali misure, la posizione politica dell’assessorato al lavoro si è rivelata coerente con l’ispirazione ideologica dichiarata dell’amministrazione: la priorità all’utilizzo delle risorse economiche regionali per sostenere “pubblicamente” le medie e grandi imprese private, implicando che una ripartenza di esse coincida sic et simpliciter con una ripartenza dei consumi locali (fondamentali per destagionalizzare e diversificare l’economia), degli investimenti pubblici in infrastrutture e, soprattutto, della stabilità e la sicurezza economica di coloro che, con le loro braccia, portano realmente avanti queste realtà produttive: i lavoratori. Una premessa errata ed un paradosso, vista la continua insistenza dell’assessore Orsomarso sulla necessità di “creare entusiasmo” per ripartire: solo una partecipazione adeguata ai profitti delle unità produttive e una qualità della vita alta può creare, tra i dipendenti stagionali, vero entusiasmo e voglia di contribuire realmente alla crescita economica locale.
E’ stato quindi sciorinato un elenco di ciò che il Consiglio Regionale della Calabria ha promosso nelle scorse settimane. Non ci riferiamo qui alla nota legge di ripristino dell’indennità differita per i consiglieri decaduti (il così detto “vitalizio”), considerata poi un «errore tecnico», con la presidenza della Regione tornata sui suoi passi. Ci riferiamo alla misura “Riapri Calabria” che prevede uno stanziamento di 40 milioni, di cui 20 milioni a fondo perduto, finalizzato a sostenere piccoli imprenditori e partite Iva nella fase emergenziale, e alla seconda misura, “Lavora in Calabria”, che prevede uno stanziamento di 80 milioni, rivolti a microimprese e Pmi artigiane, commerciali e industriali e di servizi. Oltre a queste misure già in essere, si prende nota di nuovi stanziamenti pari a 120 milioni di euro per i programmi “Riparti Calabria” e “Lavora Calabria”; 15 milioni di euro per il programma “Scopri Calabria”; 12.5 milioni diretti ai giovani per consumi culturali, bar e pub; 20 milioni a favore degli hotel; 9 milioni di bonus per i consumi in cene in Calabria; 1 milione di euro a favore delle agenzie di viaggio; 300.000 euro a favore delle guide turistiche; 3 milioni di euro diretti a noleggi con conducente.
E’ una incongruenza inevitabile in momenti di crisi, all’interno di un’economia capitalistica, sussidiare la ripartenza dei profitti privati con denaro pubblico. Ma non è inevitabile, perlomeno, ignorare il fatto che queste misure non offriranno nessun incentivo alle imprese per non scaricare ugualmente sulle spalle del dipendente ogni incertezza dovuta alla crisi.
Ci è stata assicurata un’attenzione maggiore alle nostre istanze a partire da Settembre, anche a causa della mole di lavoro che, a detta dell’assessore Orsomarso, sta oberando gli uffici della Regione per una task force senza precedenti per la ripartenza.
Ma purtroppo ci aspettiamo, nonostante e forse proprio per via della improvvisa ma incerta ripartenza turistica, un deciso aumento di contratti brevi e frammentati, di assunzioni in nero, di pressione al ribasso sui salari. Riteniamo che molti lavoratori stagionali non matureranno neanche le settimane minime di lavoro regolare per poter usufruire della Naspi.
Esattamente come il governo centrale dovrebbe imporre una maggiore partecipazione del pubblico, dei lavoratori alla gestione dell’impresa e maggiori retribuzioni in una grossa compagnia come FCA, per via del fatto di aver usufruito di garanzie pubbliche sui finanziamenti, così l’amministrazione regionale dovrebbe perlomeno impegnarsi in una campagna di emersione del nero e di incremento del livello retributivo. E farlo attraverso mezzi idonei, poiché non basta la “moral suasion” (fattore su cui l’amministrazione punta molto, come ci è stato riferito).
Come non basta il mero sostegno all’imprenditore e ai consumi turistici per creare un ambiente favorevole allo sviluppo umano ed industriale, per il quale ci vorrebbero innanzitutto investimenti aggiuntivi in infrastrutture e sanità. Per questo ricordiamo che il settore pubblico allargato (comprendente anche aziende pubbliche) ha speso negli ultimi anni nel meridione il 28% delle risorse, pure avendo, quest'area, il 34% della popolazione. Quel 6% che manca corrisponde a 61,5 miliardi all’anno. Da ciò non si deve dedurre il fatto che si debbano tagliare risorse al Nord per investire al Sud, bensì che le basi dello sviluppo del Paese, quali la sanità e la viabilità nelle zone più in difficoltà, non possono essere messe in funzione di vincoli economici derivanti dal mero affidamento al mercato libero dei capitali da parte dello Stato e delle regioni per le loro spese.
Sarebbe un passo avanti se l’amministrazione decidesse di “sfidare” il governo attuale su questo argomento e non soltanto su tematiche futili come la tempistica della riapertura dal lockdown.
Le nostre delegazioni, in ogni caso, continueranno una campagna di sensibilizzazione lungo tutta la stagione turistica e oltre, al fine di raggiungere traguardi transitori - come quelli dell’emersione del nero e dell’aumento del minimo salariale – e di lungo respiro, come la creazione di una regione a misura di tutti i lavoratori che anno per anno tengono a galla la nostra economia.
Comitato Lavoratori Stagionali – Tropea
Stagionali in Rivolta – Lamezia Terme
USB Calabria
Fronte della Gioventù Comunista - Calabria