Le elezioni per il rinnovo delle RSU di TIM, che si sono svolte il 5 giugno 2019 e vedevano in lizza otto sigle sindacali, hanno visto la partecipazione il 67% degli 11.608 mila lavoratori aventi diritto. Una popolazione lavorativa composta da tecnici, impiegati, operatori del caring e staff, a differenza del passato hanno fatto tutti riferimento ad un unico collegio.
In questo contesto a tre anni dall’ingresso in TIM, possiamo esprimere soddisfazione e ringraziare quanti hanno contribuito a far raddoppiare i voti dell’USB portando a 3 il numero delle RSU elette. Due delle quali vengono riconfermate.
In uno scenario di sfiducia e critica alle organizzazioni sindacali e di chiusura pressoché totale degli spazi di contrattazione, questo risultato riconosce il lavoro sindacale che l’USB ha svolto cercando di superare i propri limiti facendo leva sul costante rapporto con i lavoratori di TIM.
Riconfermiamo il nostro programma di lavoro che mette al centro lavoratrici e lavoratori, che richiama la salvaguardia del salario e dei diritti nella contrattazione di primo e secondo livello fortemente pregiudicati dagli accordi degli ultimi anni.
Continueremo a mantenere una particolare attenzione al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, portata alla luce durante la nostra battaglia in seguito ai disastri del moving .
Siamo stanchi dei Contratti di Solidarietà, che giovano solo all’azienda mentre, al contrario, le nuove tecnologie rendono evidente e attuale la possibilità di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario.
Tecnologie che possono essere uno strumento per ridurre il peso del lavoro e degli spostamenti. Se si parla di Smart Working è necessaria una contrattazione vera con le RSU. Vogliamo trattare sul numero di giornate, sul riconoscimento dei buoni pasto, sul diritto al distacco e per la garanzia dei percorsi professionali e di indennità.
Di fronte alla inesistente strategia industriale e all’esigenza di sviluppo del servizio delle TLC, torniamo a ribadire che questo può avvenire solo all’interno di una politica di nazionalizzazione delle telecomunicazioni, che salvaguardi le necessità generali e quelle dei lavoratori di TIM e degli appalti.
USB, come sempre, ci sarà.