Era nell'aria ormai da settimane, accompagnato da una grancassa mediatica globale e da un fallito colpo di Stato di pochi militari, che gli Stati Uniti, l'Unione Europea e qualche governo latino americano legato a doppio filo agli interessi sul petrolio venezuelano lanciassero una pesante sfida al legittimo governo del Venezuela e al suo legittimo Presidente Nicolas Maduro, confermati nelle recenti elezioni a stragrande maggioranza.
Sulla democraticità e trasparenza della competizione elettorale neanche gli Osservatori Internazionali provenienti da paesi non amici hanno potuto obbiettare.
L'autoproclamazione a Presidente del leader dell'opposizione, Guaidò, immediatamente rifugiatosi nell'ambasciata di Colombia a Caracas è quindi una provocazione costruita a tavolino per tentare di innescare una guerra civile che non trova giustificazione alcuna se non negli enormi interessi ad una nazione ricca di petrolio e che non si è piegata agli interessi nord americani ed europei. Lo strangolamento economico attraverso un vero e proprio bloqueo, molto simile a quello che da decenni è imposto verso Cuba, la pratica di non far arrivare o di sottrarre derrate alimentari per piegare la resistenza del popolo venezuelano, assieme al sostegno plateale di USA e UE dovevano produrre degli effetti a livello elettorale che non si sono però verificati.
Oggi quindi si tenta la carta del colpo di stato
USB è al fianco di chi sta lottando per difendere il proprio Paese e la propria indipendenza politica ed economica e da indicazione di partecipare alle iniziative unitarie di solidarietà e sostegno che si terranno nelle prossime ore in varie città italiane.
ROMA Sabato 26 ore 12
Presidio all' Ambasciata del Venezuela