Brunetti di Anm: «Io sono il presidente di una società non di un asilo nido»
Napoli -«Il trasporto pubblico come bene comune». Questo il tema principale del convegno indetto dall’Usb (Unione sindacale di base) che si è tenuto ieri nella sala multimediale del Comune alla presenza, tra gli altri, dei presidenti dell’Eav, dell’Anm e dell’assessore alla Mobilità.
Il moderatore, Antonio Mazzella, coordinatore dell’Usb, ha aperto i lavori, sottolineando come «i processi di liberalizzazione selvaggia degli ultimi anni, i tagli al settore trasporti e la mancanza di un reale piano industriale abbiano messo in ginocchio il trasporto pubblico locale». Gli fa eco, Stefano Papa rappresentante sindacale Usb-Sepsa, il quale chiede ai presidenti delle società di trasporto e alle istituzioni di squarciare il velo di ipocrisia. «Bisogna che ammettano – ha dichiarato Papa – che la socialità del trasporto pubblico è finita», la socialità di un servizio che non è stato messo al centro dell’agenda dei lavori dei vari governi nazionali e locali succedutisi negli ultimi anni. Ancora più dura l’analisi di Roberto Cortese, Usb trasporti nazionale, che si è congratulato dapprima con i dipendenti del pubblico impiego per il coraggio dimostrato nell’ultimo sciopero di 5 giorni, ma poi avverte che non è bastato. Auspica uno sciopero generale dei lavoratori dei trasporti pubblici, insieme ai dipendenti della sanità e delle scuole; di tutti quei settori basilari del welfare che negli ultimi anni sono stati colpiti in modo selvaggio dalle manovre economiche.
Primo a parlare tra i dirigenti del settore, il presidente dell’Eav, che ha definito vergognoso il servizio offerto dei trasporti pubblici campani «indegno di un paese civile». Una crisi del settore che secondo il presidente dell’Eav è causata da una mancanza di liquidità (stima in 400 milioni di euro i crediti nei confronti della Regione) e da una cattiva gestione: in particolare, il presidente critica la decisione di creare opere costose e inutili che «vedranno i nostri nipoti». Chiede uno sforzo «per abbandonare progetti faraonici» come le stazioni dell’arte, il cui costo di realizzazione è stato per gran lunga superiore a quello della media europea.
All’analisi pacata di Polese, è seguito l’intervento del presidente di Anm, Enzo Brunetti, che duro nei toni e nei contenuti, ha surriscaldato il clima del convegno: «Io sono il presidente di una società non di un asilo nido […] Scordatevi che gli autobus migliorino nei prossimi anni […] Se non vi piacciono i dirigenti, organizzatevi in una cooperativa» - ha dichiarato. Brunetti ha spiegato poi che l’impatto dei tagli sull’azienda è devastante siccome si scontra con un indice di copertura regionale con i titoli di viaggio estremamente basso (sotto il 20%). Secondo l’amministratore unico gli ulteriori tagli annunciati, sommati ai mancati crediti riscossi nei confronti dell’Amministrazione e al mancato pagamento dei creditori, mettono in discussione l’esistenza stessa dell’azienda e i circa 2.600 posti di lavoro «Se non cambiano le cose, vi toccheranno i posti di lavoro» - ha concluso, prima di abbandonare il convegno per un impegno in Regione.
In conclusione, l’assessore alla Mobilità, Anna Donati, ha chiesto alla platea di unirsi alla battaglia dell’amministrazione contro i tagli pesantissimi del 2011 e quelli in previsione nel 2012: la Regione ha tagliato il settore trasporto per circa il 23%, che per le aziende di trasporto cittadino ha significato 62,4 milioni di euro in meno rispetto ad una media di 91 milioni. Nel 2012, se la manovra Monti non verrà corretta ci saranno ulteriori tagli che per Napoli incideranno in misura non inferiore a 80-90 mln. Infine, l’assessore, si è scagliata contro i 5 giorni di sciopero del trasporto pubblico, con l’asserragliamento dei dipendenti nei depositi, una manifestazione eccessiva, a suo giudizio.