E’ paradossale quanto accade al tavolo di contrattazione per la distribuzione del FUA 2009!!
In base a dati esclusivamente tecnici, sono emersi con evidenza e chiarezza tutti gli aspetti negativi introdotti dagli ultimi due Contratti Collettivi di Lavoro per la corresponsione del FUS 2009, dove sono previsti criteri meritocratici e la palese discriminazione fra lavoratori.
Assistiamo alla solita messa in scena di coloro che prima sposano e condividono la filosofia ispiratrice di detti principi e poi, sui tavoli di contrattazione, si arrampicano sugli specchi per trovare scappatoie tecniche per aggirare le normative che ne derivano.
Fanno particolarmente rabbia, i balbettii di CISL e UIL, sponsor unici insieme agli scudieri dell’UNSA dell’ultimo Contratto Nazionale relativo al biennio economico 2009-2010, quando si rendono conto che i presunti recuperi delle risorse tagliate ai FUA di Amministrazione dalla legge 133/08, spacciati come lo straordinario risultato di un contratto che ha previsto i più miseri incrementi salariali che si ricordino, in realtà non sono quantificabili e vincolati ad uno specifico Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ne immobilizzerà l’utilizzo e stabilirà i criteri per la corresponsione (strettamente meritocratici e legati all’apporto individuale), esautorando le Organizzazioni Sindacali di ogni residuo potere contrattuale.
Occorre nuovamente ricordare che l’Amministrazione, nella riunione del 31.03.2009, ha proposto una bozza di accordo che dava spazio alla contrattazione locale (art.13) e sbloccava l’iter per l’assegnazione delle risorse, rinviando l’applicazione dei criteri sulla produttività individuale (art.16) a l’emanazione del suddetto DPCM e quindi al successivo C.C.N.I. Difesa.
Limitatamente ai citati articoli, la RdB Difesa aveva manifestato la possibilità di sottoscrivere l’accordo.
Alcune OO.SS., rivendicando la filosofia degli ultimi contratti e provvedimenti legislativi, hanno rifiutato tale ipotesi ribadendo la necessita di un puntuale riferimento alle norme contrattuali e alla normativa nel frattempo intervenuti, sfidando di fatto l’Amministrazione su questo terreno.
Sfida prontamente raccolta che si è concretizzata con una proposta in merito alla valutazione individuale (schede di valutazione) e alla meritocrazia che recepisce tutti gli input del Brunetta pensiero.
E allora marcia indietro con i soliti giochetti linguistici e di posizione delle stesse Organizzazioni Sindacali che hanno provocato il dispositivo, e gli attori propongono di accantonare temporaneamente la proposta dell’Amministrazione e di tornare all’ipotesi di accordo presentata in prima battuta con le dovute limature del caso.
Con l'incontro del 28.04.2009, il dott. Lucidi ha ribadito invece l’intenzione a procedere sulla strada delle differenziazioni meritocratiche, mentre al contrario le stesse Organizzazioni Sindacali presentavano una proposta simile ma riuscendo miracolosamente a peggiorarla.
Qualche mente eccelsa fra le suddette OO.SS., per rimpinguare le misere risorse del FUS, ha proposto l’azzeramento dell’indennità di mobilità e di soddisfare le esigenze a questa riferite con le “somme variabili” ipoteticamente disponibili dal 2010, infischiandosene di quei lavoratori (vedi Stabilimento Genio di Pavia) che a breve saranno i "beneficiari" dei processi di reimpiego e mobilità.
Tale scellerata proposta è stata accolta dall’Amministrazione.
In merito alle Posizioni Organizzative, altro punto oggetto dell’incontro, l’Amministrazione ha affermato la volontà di confermarle come per l’accordo 2008, quindi rifiutando la proposta da noi avanzata e condivisa dalle altre Organizzazioni Sindacali di rideterminare i criteri per l’attribuzione e di ridurre drasticamente le posizioni stesse.
Questo, in sintesi, lo stato della contrattazione che stimola alcune considerazioni:
- è evidente il tentativo di utilizzare il salario accessorio per dividere i lavoratori attraverso criteri di distribuzione sempre più selettivi e meritocratici;
- l’Amministrazione e alcune OO.SS, in totale subordine alle volontà di Governo e Confindustria, vogliono imporre un taglio al salario dei lavoratori, azzerare la contrattazione ed, per assurdo, rendere marginale il ruolo del sindacato;
- gli interessi, i bisogni e le attese dei lavoratori, anche in relazione ad una crisi che colpisce in modo sempre più feroce le famiglie, non sono argomento di discussione e non trovano spazio sui tavoli di contrattazione.
E’ quanto mai necessario riflettere su questa situazione e necessariamente contrastare la riduzione dei diritti individuali e collettivi, il mutamento del ruolo del sindacato, l’omologazione diffusa al pensiero unico, il degrado del mondo del lavoro e l’abbandono dei valori fondanti della società attraverso un rigetto di consensi verso coloro che causano tutto questo.