Il governo Monti in piena sintonia con quello precedente continua l’attacco agli Statali sia per quanto riguarda gli stipendi che i diritti. Gli stipendi sono fermi dal 2009 e lo saranno ancora per altri anni essendo in atto il blocco dei contratti, una perdita del potere di acquisto di almeno 5 mila euro subita negli ultimi dieci anni e una campagna mediatica artatamente condotta per anni da soggetti di ogni schieramento politico. I lavoratori dei ministeri sono soggetti, anche attraverso queste ultime manovre finanziarie fatte non per erogare servizi ai cittadini ma per pagare i debiti derivanti dalla speculazione finanziaria, a vedersi ridurre o addirittura togliere quei pochi diritti ancora rimasti. E’ ormai messo a rischio lo stesso posto di lavoro di ogni dipendente attraverso l’uso della mobilità e del licenziamento e non ci sono lavoratori che si possano sentire esclusi da questi processi; viene modificata completamente la struttura dello stato sempre più funzionale alle imprese e sempre meno ai cittadini. E’ necessaria una forte azione per contrastare questi processi che producono sempre più danni nei confronti dei lavoratori e dei cittadini.
Diversi ministeri sono coinvolti in questi processi di dismissione ed altri presto lo saranno se non ci sarà una risposta adeguata. Sono stati chiusi gli uffici periferici del MEF, saranno chiusi e accorpati circa mille uffici periferici del Ministero della Giustizia tra tribunali, sezioni distaccate e giudici di pace; sono state dismesse funzioni per regalarle a privati determinando un profitto per le imprese e un costo ulteriore per i cittadini come è il caso della Motorizzazione; il Ministero della Difesa che nel corso degli anni ha dismesso parte del patrimonio immobiliare, ha esternalizzato servizi ai privati, oggi si trova ulteriormente sotto attacco perché sono messi in discussione migliaia di posti di lavoro mentre contestualmente vengono spesi miliardi in armamenti come è il caso dell’acquisto dei caccia f-35 per un costo di 15 miliardi; il Ministero della Salute interessato dal trasferimento di competenze e del personale, ecc.
Un attacco continuo, insomma, su tutti i piani, come dimostra ampiamente anche la contro riforma delle pensioni che determina dall’oggi al domani una modifica nefasta che in modo coatto protrae, in spregio a qualsiasi diritto acquisito, il rapporto di lavoro per almeno altri sei anni considerata l’età media abbastanza elevata dei lavoratori dei ministeri e la chiusura dell’INPDAP che rappresenta, oltre al serio problema della messa in discussione di 700 posti di lavoro, la distruzione del sistema previdenziale pubblico da sostituire con la previdenza privata.
Tutto ciò rientra nella guerra che da sempre, con la complicità di CGIL, CISL, UIL e UGL , i poteri forti rappresentati da governi funzionali agli interessi delle imprese e delle banche conducono contro i pubblici dipendenti erogatori di servizi sociali e contro tutto il mondo del lavoro in generale. Pertanto, è necessaria una forte risposta di massa anche da parte dei lavoratori dei ministeri aderendo allo sciopero generale del 27 gennaio prossimo - partecipando alla manifestazione che si terrà a Roma – dando più forza alla USB presentandosi e votando le liste USB alle elezioni RSU che si terranno il 5-6-7 marzo prossimo.
18 gennaio 2012
USB P.I. - Ministeri