Il Decreto Legge 113/2018 c.d. Decreto Sicurezza è l’ultimo gravissimo attacco nei confronti di tutte le persone che quotidianamente lottano per affermare diritti e libertà fondamentali, la cui restrizione e negazione è sempre più propagandata come normale e necessaria . L’aver concentrato tutta l’attenzione sulla questione migranti, come se riguardasse solo loro, è parte della propaganda del Ministero dell’Interno.
Un Decreto che si fonda sulla mistificazione e la frammentazione: prendendo le mosse dai due Decreti sul decoro e sicurezza di Minniti, mette insieme e crea equazioni tra migrazioni, mafia, sicurezza e terrorismo legittimando la criminalizzazione razziale e la creazione di vere e proprie zone senza diritti.
Un Decreto che, al titolo I, stravolge il regime dei permessi di soggiorno, elimina la protezione umanitaria, ponendo numerosi ostacoli al riconoscimento stesso del diritto costituzionale di asilo, strumentalizza la cittadinanza allungandone i tempi di riconoscimento e rendendola revocabile, limita illegittimamente i diritti connessi allo status di richiedente asilo anche attraverso la modifica del sistema di accoglienza; legittima e aumenta le ipotesi di detenzione amministrativa e i tempi di trattenimento, peraltro non solo più nei Cpr, già vere e proprie carceri senza processo.
L’intento neanche velato è di rendere la protezione internazionale una sorta di sistema premiale per chi sia pronto a dimostrare quanto abbia sofferto nel proprio paese di origine, scacciando e mortificando “chi non lo merita“.
La deroga allo Stato di diritto per le/i migranti, ormai arma di distrazione di massa dai reali problemi del Paese, è chiara, mentre ancora celato è l’intento di utilizzare gli anelli più deboli della società come fattore funzionale a legittimare l’attacco a tutte le lotte per i diritti.
Nella sua II parte il Decreto punta, infatti, a reprimere sia le marginalità sociali che le avanguardie di lotta: ai provvedimenti razzisti si uniscono quelli da stato di polizia e da criminalizzazione delle battaglie sociali e lavorative
L’inasprimento delle pene per i blocchi stradali (reato che era stato depenalizzato) e i picchetti, pratica storica delle lotte stesse, a partire da quelle a difesa dell’ambiente fino a quelle sul lavoro, una su tutte la logistica; l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche finalizzate agli sgomberi delle occupazioni abitative, comprese quelle per necessità o legate a esperienze di autogestione e mutualismo nei quartieri (per le quali le pene sono ulteriormente aumentate); l’estensione delle aree di applicazione del Daspo urbano (altra creazione di Minniti e Orlando) a ospedali, fiere, mercati, pubblici spettacoli; l’utilizzo del taser per la polizia locale.
Un Decreto che pone come urgente il tema della militarizzazione delle professioni (tra tutti, la polizia locale e gli operatori sociali) e stringe il mondo del lavoro in una morsa tra i doveri professionali e la disumanità fatta sistema.
Un Decreto che, in nome della sicurezza, mette a rischio quella che per noi è la vera sicurezza: il diritto alla casa, al reddito, all’istruzione, alle cure, alla solidarietà sociale; un Decreto che crea un modello di città, quartiere, periferia in cui agitare spauracchi utili a costruire un popolo spaventato, governabile e diviso, dove la dignità si conferisce per decreto e si revoca per urgenza e dove la legittima aspirazione al riconoscimento dei propri diritti è punita con la repressione.
Interverranno:
avv. Mirko Mazzali che illustrerà la svolta repressiva su blocchi stradali, occupazioni, taser, daspo contenute al titolo II del Decreto nonché i rischi di militarizzazione delle professioni.
avv Mario Lotti che analizzerà le modifiche in materia di permessi, cittadinanza e status migranti (Titolo I) con particolare riferimento alla scomparsa della protezione umanitaria e i nuovi permessi di soggiorno, all’iscrizione anagrafica e accesso ai servizi per i richiedenti la protezione internazionale e le nuove previsioni in materia di cittadinanza
Valeria Capezio, volontaria del NAGA, che illustrerà le novità normative in materia di accoglienza tra stabilizzazione di prassi illegittime e continua violazione dei diritti, anche attraverso i risultati dell'Osservatorio NAGA sul sistema di accoglienza per richiedenti asilo a Milano e provincia. L'informazione, la condivisione e la denuncia come dovere sociale e strumento di contrasto diretto al DL Sicurezza.
Introduce e modera: Dafne Anastasi ( Esecutivo Confederale Regionale USB Lombardia)