In data 24 marzo 2009, il Consiglio comunale di Nuoro ha approvato una Convenzione tra il Comune di Nuoro e l’Ente Foreste della Sardegna che riguarda la cura, la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione di circa 900 ettari di terreni comunali, tra i quali il Monte Orthobene. Fin qui si potrebbe dire “tutto bene”; salvaguardare e valorizzare un patrimonio ambientale e paesaggistico quale l’Orthobene non può che trovarci d’accordo. Fino ad oggi la salvaguardia e la valorizzazione del Monte ad opera del Comune, ha visto impiegati a vario titolo 32 lavoratori precari, stagionali, per lo più a tempo determinato, quasi sempre assunti dalle liste dei disoccupati del Comune di Nuoro; trentadue buste paga che permettono ad altrettante famiglie di sopravvivere tra le incertezze derivanti dal precariato. I problemi iniziano quando si parla di annessi e connessi. Infatti, l’amministrazione comunale, pur avendone l’opportunità si è ben guardata da inserire nella convenzione l’impegno da parte dell’Ente Foreste per la stabilizzazione dei 32 lavoratori precari, non contemplandone in alcun modo le sorti lavorative, ma preoccupandosi esclusivamente del tornaconto più strettamente economico.
La convenzione stipulata stabilisce che sono di pertinenza dell’Ente Foreste tutti i prodotti dei fondi concessi in gestione (ricavo dei tagli, ricavo di prodotti secondari, proventi di fitti o di Fide pascolo, di terreni a coltura, ecc.) con la clausola che riconosce al Comune (stante la convenzione) il diritto a percepire dall’Ente Foreste il 50% degli introiti derivanti dalla gestione dei beni (legna da ardere e sughero).
Mentre nella nostra Sardegna ed, in particolare, nella nostra provincia non si fa altro che perdere posti di lavoro e disseminare siti industriali in dissoluzione (Macomer, Nuoro, Ottana, Bolotana, Siniscola) l’amministrazione comunale nuorese, invece di cogliere l’opportunità di favorire nuova e sicura occupazione, si libera in un colpo solo “dell’incombenza” della gestione di questi 900 ettari di terreni e dei lavoratori precari.
A tal proposito, una oculata conduzione di questi terreni e il loro inserimento nella riqualificazione urbana (leggi, salvaguardia ambientale degli altri siti e polmoni verdi cittadini quali: la collina di Biscolai, il parco di Sant’Onofrio, il parco di Tanca Manna, la pineta Ugolio, il parco adiacente a Sae e Manca ed il parco dell’ex polveriera di Prato Sardo) darebbe la possibilità non solo di stabilizzare tutti i lavoratori precari, ma di assumere altri lavoratori a tempo indeterminato, anche in funzione di quello sviluppo sostenibile di cui tanto si parla (anche nelle direttive comunitarie) ma poco si pratica.
Ribadiamo, dunque, il dovere del Comune nel perseguire la stabilizzazione dei precari, o per conto proprio o inserendo nella convenzione la condizione che, per la gestione di questi terreni l’Ente Foreste assuma tutti i lavoratori nei suoi organici, considerato il fatto che per la valorizzazione di un così vasto sito non basterebbero neanche 100 lavoratori.
I lavoratori precari impegnati sino a ieri nella salvaguardia di questi 900 ettari di terreni, non chiedono assistenzialismo, bensì di lavorare stabilmente, dignitosamente ed in sicurezza visto che in cima al monte Orthobene (Cuccuru Nigheddu) si registra un forte inquinamento elettromagnetico legato alla presenza di una cinquantina di antenne radio-tv e telefonia mobile, molte delle quali abusive (come dichiarato sulla stampa dall’assessore all’ambiente) e tutte, comunque, pericolose per la salute e l’ambiente.
Il giorno 17 aprile 2009 alle ore 19.00 c/o il circolo culturale Madriche via Convento n° 50 - Nuoro, la RdB-CUB al fine di discutere e presentare la piattaforma per la richiesta di assunzione definitiva a tempo indeterminato dei lavoratori sinora impegnati, convoca un’assemblea di tutti i lavoratori interessati, estendendo l’invito a tutti i precari e non impiegati con l’Ente Foreste della Sardegna.
RdB CUB Sardegna
_______________________________________
11 aprile 2009 - La Nuova Sardegna
«Il Comune sfrutti più la convenzione»
Il Cub: al Monte possono trovare occupazione oltre cento lavoratori
Criticate le modalità di cessione di 900 ettari all’Ente foreste
NUORO - Precari forestali sul monte Ortobene, riprende la battaglia sindacale. Qualche giorno dopo l’intervento della Cisl e della Pastorale diocesana scendono nuovamente in campo quelli della Rappresentanza sindacale di base (i Cub) per chiedere la stabilizzazione dei 37 stagionali nuoresi. Anzi, ora chiedono di andare oltre: cioè di valorizzare insieme ai 900 ettari del monte anche altre aree verdi e urbane di Nuoro, arrivando così a cento lavoratori stabili nei cantieri.
«Il 24 marzo il consiglio comunale - scrive il Cub - ha approvato una convenzione tra Comune e l’Ente Foreste della Sardegna che riguarda la cura, la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione di circa 900 ettari di terreni comunali, tra i quali il Monte Orthobene». E fin qui tutto bene, afferma. Perché salvaguardare e valorizzare un patrimonio ambientale e paesaggistico quale l’Orthobene «non può che trovarci d’accordo».
Fino ad oggi la salvaguardia e la valorizzazione del Monte ad opera del Comune, ha visto impiegati a vario titolo 36 lavoratori precari, stagionali, per lo più a tempo determinato, quasi sempre assunti dalle liste dei disoccupati del Comune di Nuoro: trentadue buste paga che permettono ad altrettante famiglie di sopravvivere tra le incertezze derivanti dal precariato. «I problemi iniziano - continua la nota - quando si parla di annessi e connessi. Infatti l’amministrazione comunale l’opportunità si è ben guardata da inserire nella convenzione l’impegno da parte dell’Ente Foreste per la stabilizzazione dei 36 lavoratori precari».
La convenzione stipulata stabilisce che sono di pertinenza dell’Ente Foreste tutti i prodotti dei fondi concessi in gestione (ricavo dei tagli, ricavo di prodotti secondari, proventi di fitti o di Fide pascolo, di terreni a coltura, ecc.) con la clausola che riconosce al Comune il diritto a percepire dall’Ente il 50 per cento degli introiti derivanti dalla gestione dei beni (legna da ardere e sughero). Ma l’amministrazione nuorese «invece di cogliere l’opportunità di favorire nuova e sicura occupazione, si libera in un colpo della gestione di questi 900 ettari di terreni e dei precari».
Il Cub ribadisce, dunque, il «dovere del comune» nel perseguire la stabilizzazione dei precari «o per conto proprio o inserendo nella convenzione la condizione che, per la gestione di questi terreni l’Ente Foreste assuma tutti i lavoratori nei suoi organici, considerato il fatto che per la valorizzazione di un così vasto sito non basterebbero neanche 100 lavoratori».
I precari impegnati sino a ieri nella salvaguardia di questi 900 ettari di terreni (compresi quelli che prestano servizio antincendio) non chiedono assistenzialismo, ma di lavorare stabilmente, dignitosamente ed in sicurezza visto che in cima al monte Orthobene (Cuccuru Nigheddu) si registrerebbe un forte inquinamento elettromagnetico legato alla presenza di una cinquantina di antenne radio-tv e telefonia mobile, molte delle quali abusive (come dichiarato sulla stampa dall’assessore all’ambiente) e tutte, comunque, pericolose per la salute e l’ambiente. Il Cub al fine di discutere e presentare la piattaforma per la richiesta di assunzione definitiva a tempo indeterminato dei lavoratori sinora impegnati, convoca un’assemblea di tutti i lavoratori interessati, estendendo l’invito a tutti i precari e non impiegati con l’Ente Foreste della Sardegna.
_____________________________________