Con nota di protocollo numero 1853/4 del 27 settembre 2013, il dirigente dell'ufficio scolastico territoriale di Pistoia ha modificato la consistenza delle unità di personale educativo per l'Istituto Professionale dé Franceschi, con convitto annesso.
Nella nota si legge che le iscrizioni avrebbero determinato un organico di nove posti ma, vigendo la circolare 18/13, esse non costiturebbero motivazione valida per un adeguamento alle situazioni di fatto, anche in forza a quanto dettato dalla legge 111/11: la famigerata spending review.
Quindi, l'UST ha grattato l'organico altrove (nella nota viene citato quello della scuola secondaria di secondo grado) per ristabilire una situazione di agibilità dell'istituzione educativa pistoiese, che dal suono della prima campanella era costretta a lavorare con un organico pressoché dimezzato, rispetto alle sue reali esigenze, come esse sono codificate nel DPR 81/09 all'articolo 20, già punitivo per gli educatori dei convitti rispetto alla normativa precedente, collassata insieme agli oltre 87000 tagli della scuola gelminiana.
Non possiamo dire che la cosa ci soddisfi in pieno: una situazione di malessere della scuola viene scaricata su altri settori in una perenne guerra tra poveri. Inoltre mancano ancora alcuni educatori per determinare una pianta organica ottimale: un'unità manca ancora a Pistoia e ben due a Prato (stesso dirigente UST e problemi analoghi).
Cionondimeno, la nota in sé rappresenta un fatto nuovo: l'UST ammette implicitamente che gli effetti della CM 18/13 (e quindi indirettamente la legge 111/11, da cui trae la sua fonte), possono divenire perversi lì dove si verifica un aumento considerevole di iscrizioni e, soprattutto, ove si voglia offrire un vero servizio educativo che vada oltre la mera sorveglianza.
Viene giù, in questo modo, la maschera della spending review, che rappresenta in effetti tagli e sacrifici ulteriori, ancora una volta senza riguardi per le vite e la professionalità di chi ci lavora, né per chi aspetta una stabilizzazione da anni.
Non è un caso, che il nostro sindacato abbia consegnato una memoria al dirigente UST , in Pistoia alla data del 9 settembre 2013, durante un incontro col medesimo, chiesto e sollecitato da alcuni educatori precari a cui era stato negato il diritto al lavoro pur in presenza di numeri che avrebbero permesso loro di avere un incarico annuale.
In quella memoria, come nel citato incontro, abbiamo mostrato il disappunto per una politica di tagli occulti, spesso basati sulla non conoscenza della complessità del lavoro, e comunque tendenti alla cancellazione di strutture che, storicamente, hanno garantito il diritto allo studio a fasce disagiate della popolazione, per motivazioni sociali e geografiche.
Riscontriamo, quindi, che una parte delle ragioni esposte siano state riconosciute, e rinnoviamo l'impegno rispetto alla lotta contro un altro sopruso, che rappresenta l'altra faccia della penuria di lavoro nella scuola inflitta dalle tagliole delle politiche di bilancio: i bandi di reperimento, su base privatistica, del personale. Tale casistica, avviata in sordina da qualche tempo, è purtroppo in espansione. E non solo per il personale educativo.
Abbiamo comunque dimostrato che i tentativi di fare cassa sui convitti nazionali ed annessi hanno basi giuridiche assolutamente fragili. Ad ogni modo occorrerà tenere alta la guardia nei confronti di ogni tentativo di aggirare le soluzioni universalistiche nei problemi della scuola e dei convitti, ribadendo il fatto che dalla crisi e da queste scelte miopi, che bloccano l'istruzione e il futuro, si esce solo se uniti e solidali.
30/09/2013