Coop pensava di spaventarci ricorrendo in appello, ma USB conosceva bene l’infondatezza e l’illegittimità del licenziamento operato dall’azienda. Questa ergendosi sopra qualsiasi valore di eticità, nel Natale 2019 aveva licenziato una dipendente del punto vendita di Firenze, che aveva avuto l’ardire di regalare ad un cliente 21 centesimi di gamberetti per effettuare un test allergico.
Furto era l’accusa che motivava il provvedimento.
Grazie alla determinazione della lavoratrice, sostenuta da tutti i colleghi, e all’operato dello studio legale Conte-Martini-Ranfagni che l’ha rappresentata per conto di USB, è bastato pochissimo per far emergere l’infondatezza di qualsiasi accusa.
Coop però, non paga di una sconfitta in tribunale, è ricorsa in appello nella convinzione di spaventarci e mostrare tutta la forza economica a disposizione della classe padronale.
Seconda sconfitta, altri 5 mila euro più iva e bolli da rimborsare, ma tanto le aziende accumulano profitti che reinvestono o sprecano come vogliono.
Però Coop dovrebbe essere una Cooperativa di Soci Consumatori Prestatori e di Mutuo Soccorso e sono proprio i Soci che devono essere informati e consultati prima di effettuare spese così ingenti, per altro per perseguitare in modo illegittimo una lavoratrice.
Lanciamo un’idea, la prima che viene in mente: la stessa somma dovrebbe essere reinvestita a favore dei lavoratori, diminuendo l’orario e i carichi senza toccare lo stipendio, stabilizzando i nuovi contratti precari a poche ore.
Se il rispetto per i dipendenti è eccessivo da perseguire per una Cooperativa che dovrebbe basarsi su valori etici e di giustizia sociale, saremo noi con le nostre lotte e con l’unione dei lavoratori a riprenderci tutto.
USB Commercio