ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE SOCIALI
Stretti nella morsa tra il Governo ammazza-welfare e le politiche scellerate dei sindacati “compatibili”, organizziamo la risposta
all’attacco ai servizi ed alle condizioni dei lavoratori del settore.
SCIOPERO GENERALE
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
PER L’INTERO TURNO DI LAVORO
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
ore 9.30 P.zza della Repubblica
Il governo Monti, in perfetta continuità con quello Berlusconi, procede senza opposizione in parlamento a varare ogni misura dettata dalla BCE e dall’Unione Europea: l’ipotesi di inserire il famigerato “Pareggio di Bilancio” in Costituzione spiana la strada all’azzeramento della spesa sociale, che per i lavoratori impiegati nelle cooperative sociali significa vedersi ridotti i servizi nei quali lavorano, con conseguenti licenziamenti e cassa integrazione.
Sono anni che facciamo i conti con i tagli ai servizi, con salari da fame e condizioni contrattuali da caporalato. Lo scenario che abbiamo davanti è quello con cui ci confrontiamo ogni giorno: appalti scaduti prorogati di mese in mese, messa a bando dei servizi con sensibili riduzioni delle prestazioni richieste, utilizzo della cassa integrazione per far quadrare i bilanci delle cooperative.
Con l’ultimo rinnovo del CCNL di settore, poi, abbiamo assistito all’inchino di CGIL CISL e UIL alla pretesa delle cooperative di rendere il nostro contratto ancora più indecente:
i 70€ di aumento, vincolati agli “accordi di gradualità” sono uno schiaffo alla dignità dei 300.000 lavoratori del settore in Italia; l’introduzione di forme di sfruttamento più efficienti, come l’utilizzo sistematico e massiccio dell’apprendistato, in un settore altamente professionalizzato, la barzelletta dell’assistenza sanitaria integrativa ed il nuovo, fondamentale, ruolo della contrattazione decentrata ci dicono a chiare lettere che questi sindacati non rappresentano gli interessi dei lavoratori!
Dinanzi alla crisi, piuttosto che la denigrazione del nostro lavoro, avremmo bisogno di politiche che potenzino il welfare, per garantire integrazione e limitare il disagio socio economico che questa crisi produce, avremmo bisogno di un piano nazionale di reinternalizzazione dei servizi, di un investimento sul ruolo degli educatori e degli assistenti di base, che con il loro lavoro garantiscono la tenuta del tessuto sociale.
Per provare a cambiare le cose, per dire no a CGIL CISL e UIL che vendono la pelle dei lavoratori in cambio della poltrona al tavolo della contrattazione, per rimettere al centro il ruolo dei lavoratori del terzo settore, per un welfare realmente esteso a tutti, scendiamo in piazza il 27 gennaio in occasione dello sciopero indetto dal sindacalismo di base.
È ORA DI DIRE NO E RIBELLARSI