Le ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo promosso da CUB COBAS e SdL, hanno indotto i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali promotrici a chiedere un incontro urgente al Ministro degli Interni Maroni.
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27 marzo 2009 - Leggo
Roma. Un sabato nero per la Capitale...
di Lorena Loiacono
Roma - Un sabato nero per la Capitale, quello di domani, in vista del corteo che terrà sotto scacco le vie del Centro e non solo. Sono attesi infatti oltre 20 mila manifestanti, tra lavoratori e studenti, provenienti con 70 pullman e due treni speciali da tutta Italia per la mobilitazione indetta dai sindacati di base, Cobas, RdB e SdL, contro la crisi economica, proprio nel giorno del G14 a Roma sul welfare. Massima allerta, dunque, per la tensione in città anche a seguito dei recenti scontri tra studenti della Sapienza e forze dell’ordine, proprio in merito ai nuovi regolamenti sulle manifestazioni nella Capitale: «Il corteo si terrà sul percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali – annuncia Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas - nonostante si sia tentato in ogni modo, senza riuscirci, di dirottarlo in ossequio al protocollo "ammazzacortei" siglato a Roma. Verrà aperto da migliaia di precari di tutti i settori e in esso confluiranno cortei studenteschi dalle università romane in lotta. Un ruolo rilevante nella manifestazione infatti l'avrà proprio il popolo della scuola pubblica: docenti ed Ata, in particolare i precari, e studenti porteranno in corteo il rifiuto della macelleria didattica e sociale». Hanno assicurato la loro presenza in piazza, con la RdB, anche i vigili del fuoco «per il rilancio del corpo nazionale, l’assunzione dei precari discontinui ed il riconoscimento di categoria particolarmente usurante». E non sarà semplice, allora, muoversi in città: numerose infatti le linee Atac che saranno interessate da importanti deviazioni lungo il tragitto.
Il corteo partirà alle 15 da piazza Barberini e, passando per via Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via delle Botteghe Oscure, largo di Torre Argentina e corso Vittorio Emanuele, raggiungerà in serata piazza Navona. Ma non è tutto: dalle 7 alle 17 resterà chiuso anche Ponte Palatino per i lavori di manutenzione.
27 marzo 2009 - Il Messaggero
Roma. Quello di domani sarà un sabato ad alta tensione...
di DAVIDE DESARIO
Roma - Quello di domani sarà un sabato ad alta tensione. Da una parte il prefetto di Roma che ripete quanto già detto dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Le regole sono uguali per tutti, vanno rispettate e fatte rispettare». Dall’altra gli studenti dell’Onda che, invece, dopo gli scontri della scorsa settimana alla Sapienza per una manifestazione non autorizzata, hanno deciso di sfidare le forze dell’ordine annunciando, ma senza comunicarlo ufficialmente alla questura, che domani sfileranno da piazza Aldo Moro fino a piazza della Repubblica per confluire nel corteo dei Cobas.
Il corteo autorizzato. I Cobas hanno organizzato una manifestazione nazionale al grido «La crisi la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori». Al corteo hanno già aderito diverse realtà antagoniste: dai centri sociali di diverse città italiane a gruppi anarchici. Secondo le stime saranno circa 20mila i partecipanti che si sono dati appuntamento alle 15 in piazza della Repubblica per sfilare fino a piazza Navona. Tra le 15 e le 20, quindi, saranno deviate o limitate 46 linee bus: C3, H, 5, 8, 14, 16, 30 Express, 36, 40 Express, 44, 46, 60 Express, 62, 63, 64, 70, 71, 75, 81, 84, 85, 87, 95, 105, 116, 117, 119, 160, 170, 175, 271, 360, 492, 571, 590, 628, 630, 649, 714, 715, 716, 780, 781, 810, 910 e 916.
Il corteo non autorizzato. Alla manifestazione dei Cobas voglio prendere parte anche gli studenti dell’Onda che si sono dati appuntamento alle 14 in piazzale Aldo Moro per raggiungere piazza della Repubblica. Ma dopo i tafferugli avvenuti il 18 marzo, l’Onda non ha voluto, come prevede la legge, comunicare l’iniziativa e tanto mano il percorso alla questura. «Ripartiremo in corteo da piazzale Aldo Moro a Roma per ribadire il diritto a manifestare e di poterlo fare a partire dalla città universitaria - spiega Francesco Brancaccio, esponente dell’Onda - Abbiamo avvertito tutta la città della nostra iniziativa, ma dopo quello che è accaduto il 18 marzo, certo non siamo andati in questura. D’altronde per tutto l’autunno abbiamo fatto manifestazioni e cortei senza fare comunicazioni ufficiali perché dovremmo cambiare adesso?».
La prefettura. Giuseppe Pecoraro parla chiaro: «Il protocollo sui cortei non c’entra. Gli studenti, come tutti gli altri cittadini italiani, sono tenuti dalla legge, se vogliono fare un corteo, a fare un preavviso e indicare un percorso. Non c’è una legge per gli studenti e un’altra per gli altri. E’ ovvio che per ragioni di ordine pubblico, la questura può decidere una variazione del percorso».
Anche i liceali. Domani faranno la loro parte anche i collettivi studenteschi che si sono dati appuntamento alle 9 al liceo classico Virgilio dove insceneranno «la battaglia dei cuscini» per protestare «contro il ministro Brunetta, e contro il protocollo dei cortei». Poi anche loro si uniranno al corteo non autorizzato dell’Onda.
27 marzo 2009 - L'Unità
«Gli studenti in piazza? Stiano alle nuove regole o interverrà la Questura»
Il prefetto «Domani vogliono sfilare? I Cobas hanno chiesto l’autorizzazione. 10 giorni fa e non c’è stato problema. I manganelli rivoltati alla Sapienza? Nessuno aggredisca le forze dell’ordine, ho fiducia nell’operato degli agenti»
di MASSIMILIANO DI DIO
Roma - «Domani ripartiremo comunque da piazzale Aldo Moro per ribadire il diritto a sfilare già dalla città universitaria» rivendicano gli studenti dell’Onda dopo gli scontri con le forze dell’ordine della settimana scorsa. «Vogliono manifestare? Chiedano il preavviso disposto dalla legge e nulla succederà» replica il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Che a l’Unità, alla vigilia anche del corteo anti-G8 indetto sempre per domani dai Cobas, difende senza se e senza ma la nuova disciplina delle manifestazioni nelle piazze romane. Non solo. Nel ribadire la bontà del protocollo condiviso da partiti politici e sindacati (esclusi Prc, Pdci e da ultimo Sd), il prefetto capitolino si dice pronto a incontrare anche gli studenti «purchè accompagnati da figure istituzionali». «Il mio interlocutore sono solo soggetti politici legittimi. E l’Onda - sottolinea - non mi pare lo sia».
Intanto in città cresce la tensione. Soprattutto dopo le parole del sindaco Alemanno. «La Questura sgomberi i manifestanti non autorizzati, è una violazione del protocollo» ha affermato in risposta al sit-in di protesta organizzato ieri da un gruppo di precari e studenti davanti alla sede dell’Abi. E così mentre cresce il malumore attorno alla nuova disciplina dei cortei, il prefetto Pecoraro spiega: «Il problema di domani, come quello dell’altra volta a La Sapienza, non c’entra con il protocollo. Chi sostiene il contrario, lo fa in modo strumentale. Ogni cittadino che vuole manifestare deve darne preavviso almeno 3 giorni prima, indicando anche il percorso. Lo prevede la legge. La richiesta dei Cobas è arrivata 10 giorni fa e non c’è stato alcun problema. Il protocollo, che entra in gioco in un momento successivo, individua solo una serie di itinerari e piazze per non creare troppi disagi agli altri cittadini».
C'è chi vi vede una maggiore limitazione della libertà di manifestare.
«Non è vero. Ci sono delle regole e vanno rispettate. La manifestazione dei Cobas è stata autorizzata, quella degli studenti no perché nessuno ne ha fatto richiesta. Domani possono scendere in strada tranquillamente, aderendo all'iniziativa delle sigle di base».
L’Onda non intende fare dietrofront.
«Invito gli studenti a non cominciare a 18 anni a vivere nell’illegalità ma a rispettare la legge. Vogliono manifestare? Chiedano il preavviso e nulla succederà. Da parte nostra, dobbiamo garantire i diritti anche degli altri cittadini».
E se domani il corteo ci sarà?
«È un problema che riguarderà la Questura. Ci troveremo di fronte a una situazione di illegalità in cui sarà compito della polizia svolgere attività di prevenzione dalla possibile commissione di reati».
È disposto a incontrare gli studenti?
«Come prefetto, i miei interlocutori sono solo i soggetti politici o istituzionali legittimi. L’Onda non mi pare lo sia, ma sono pronto ad accogliere una rappresentanza di studenti purchè accompagnata da figure istituzionali».
Il clima è piuttosto teso nelle università, come dimostrano le recenti aggressioni a Roma Tre.
«Mi dispiace molto che tra giovani ci siano queste tensioni. Sono stato anch’io all'università, peraltro nel ‘68, e mi rendo conto della difficoltà anche di chi vuole studiare, oltre che manifestare. Abbiamo deciso di tenere alta la guardia. Ci dev’essere massima attenzione da parte delle forze dell’ordine a non tralasciare nulla. Non si può arrivare alla violenza, seppur per diverse posizioni ideologiche. Devono esserci dialogo e tolleranza».
Ha fatto molta impressione, in alcune foto scattate a La Sapienza, vedere un agente che impugna un manganello al contrario.
«È importante che nessuno aggredisca le forze dell’ordine. I manganelli sono usati per difesa, non ho mai voluto altri tipi di interventi. Ho fiducia nell’operato degli agenti, so che sono equilibrati, pazienti, tolleranti».
Torniamo al protocollo: è stato largamente condiviso eppure solleva molte perplessità.
«In questi giorni ho ricevuto quasi tutti i partiti politici e mi hanno confermato la bontà della disciplina approvata. Ricordo, uno per tutti, le parole del presidente della Provincia Zingaretti. Ripeto, è un accordo tra gentiluomini».
Il segretario della Cgil Lazio, Di Berardino, chiede di «evitare forzature per i cortei non autorizzati».
«Con la Cgil c’è un ottimo rapporto. Loro mi hanno sollevato il problema di chiarire la portata del protocollo e ora lo sto facendo. Dal canto mio, chiedo di continuare ad appoggiarmi perchè ci siamo dati delle regole per rendere più vivibile la città più bella d’Italia. E lo dice un napoletano».