A parità di lavoro stesso salario. Dal Nord al Sud servizi pubblici uguali per tutti.
Il 20% delle Amministrazioni Locali è in grandi difficoltà finanziarie tra dissesti e piani di riequilibrio. Il 38% sono Comuni anche importanti del sud Italia.
Questo a causa delle ricorrenti spending review degli anni passati, alla pandemia che ha diminuito le entrate delle Amministrazioni, a disfunzioni organizzative, difficoltà alla riscossione dei tributi,mala gestione delle risorse.
Tutte queste Amministrazioni per non arrivare al default devono presentare un bilancio stabilmente riequilibrato (D.L. 66/1989) per molti anni che preveda tra l’altro:
1) Aumento massimo delle tasse e dei canoni erariali
2) Eliminazione servizi non indispensabili e riduzione spesa per gli altri
3) Ulteriori prestiti da soggetti privati e la Cassa Deposito e prestiti
4) Contenimento bilanci di società partecipate e di aziende speciali (TPL, Igiene ambientale…)
5) Servizi a domanda individuale con tariffe che devono coprire il 36% delle spese
6) Rideterminazione delle piante organiche (blocco assunzioni) e messa in disponibilità di eventuali esuberi.
7) Blocco salario e salario accessorio.
In questi territori i servizi pubblici verranno cancellati o peggiorati con grave danno per utenti e cittadini, i lavoratori guadagneranno meno con carichi di lavoro sempre più alti a causa del blocco delle assunzioni, molti servizi saranno cancellati o privatizzati.
Questo a causa dell’autonomia economica degli Enti Locali. Occorre tornare ad una gestione unitaria delle economie delle Amministrazioni Locali.
Tutti i cittadini del nostro paese devono avere le stesse opportunità, tutti i lavoratori pubblici devono avere parità di salario a parità di lavoro.
La tragedia della guerra in Ucraina ci ha dimostrato che i soldi ci sono. Ci sono per la guerra e non ci sono per il benessere di lavoratori (che pagano due volte) e cittadini.
Nonostante questo proveranno ad usare il P.I. come bancomat dello Stato per finanziare il mercato internazionale delle armi.
“Abbassate le armi, alzate i salari” contro lo sfruttamento e il carovita, per il rilancio dei salari e delle pensioni, in difesa dell’ambiente e del territorio e per portare l’Italia fuori dalla guerra, sarà la richiesta dei prossimi mesi al governo e al padronato in un momento di crisi già aggravata dalla pandemia e ulteriormente peggiorata da una guerra che viene cavalcata per tagliare lo stato sociale, dalla scuola alla sanità.
USB P.I. Funzioni Locali
10-5-2022