Al Sig. PREFETTO di BARI
Dott.ssa Antonia BELLOMO
Al Dipartimento Politiche del Personale
dell’Amministrazione Civile e per le Risorse
Strumentali e Finanziarie
Ufficio IV – Relazioni Sindacali
ROMA
Sig. Prefetto, è del tutto superfluo tratteggiare il particolare momento storico e l'emergenza che siamo chiamati ad affrontare in Italia e in tutto il mondo, avendo anche l'organizzazione Mondiale della Sanità dichiarato la pandemia internazionale per Covid-19.
Proprio a fronte di un'emergenza di tale portata, l'operato dell'Amministrazione deve essere il più rigoroso possibile, nulla lasciando al caso e, soprattutto, facendo sì che il personale impegnato direttamente al contrasto dell'epidemia, in primis, ma anche quello impiegato negli altri uffici, sia comunque tutelato, ricevendo anch’esso le dovute tutele in materia di sicurezza e salute imposte dalla norma alla parte datoriale.
Prefetto, essendo Lei il Rappresentate del Governo italiano sul territorio, ha anche l’onere di coordinare e monitorare sul territorio l’attuazione delle misure di contenimento dell’epidemia in atto.
In aggiunta a ciò, Le competono gli obblighi in merito alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro per tutti gli uffici della sua Prefettura, previsti, dall’art.32 della Costituzione della Repubblica italiana, dall’art. 2087 Codice Civile e dal D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e ss.mm.ii. L’inottemperanza di dette norme producono sanzioni anche di natura penale, salvo altri e più gravi reati.
Ciò posto e PRESO ATTO della Sua Ordinanza di servizio del 23/06/2020 con Prot.0069043 rivolta ai Dirigenti con il quale ha disposto che le attività di tutte le Aree e Servizi di questa Prefettura sono da considerarsi indifferibili; “- CONSIDERATO che occorre garantire i servizi alla collettività secondo le indicazioni del predetto provvedimento e per le quali ha voluto DISPORRE che, a decorrere dal 6 luglio c.a., le prestazioni lavorative di tutti i componenti di ogni singola AREA ivi compresi anche gli Uffici distaccati, devono essere svolte prevalentemente in presenza fino a diversa disposizione;” –
PREMESSO:
- che la scrivente O.S. USB PI Coordinamento Ministero Interno, continua a ricevere numerose segnalazioni da parte di colleghi, in servizio presso codesta Prefettura, ed in seguito a interlocuzioni intercorse, anche ad opera di ns referenti territoriali, è venuta a conoscenza dei seri ritardi verificatisi in merito alle integrazioni richieste nel corso della contrattazione territoriale del 22 giugno, riguardante l’implementazione e l’attuazione del protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza in ordine all’emergenza sanitaria COVID 19, siglato tra l’Amministrazione del superiore Ministero e alcune organizzazioni sindacali il 28 maggio c.a., ritardi che ancora non sono stati sanati.
Stigmatizzando tali ostacoli, ne denuncia le gravi ripercussioni, sia a livello di tutela della salute dei lavoratori, sia a livello di un corretto sistema di relazioni sindacali, già in condizioni critiche presso questa Prefettura U.T.G. di Bari.
Tale comportamento mina alla base i principi di lealtà, correttezza e buona fede, e il disposto di cui all’art. 3 CCNL Funzioni Centrali ai sensi del quale “Il sistema delle relazioni sindacali è lo strumento per costruire relazioni stabili tra amministrazioni pubbliche e soggetti sindacali, improntate alla partecipazione consapevole, al dialogo costruttivo e trasparente, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei conflitti”.
Ebbene, la scrivente O.S. continua a ricevere numerose segnalazioni riguardanti la singolare gestione, ove il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno è stato costretto a rientrare tutto in presenza in giornata odierna in maniera unilaterale e senza alcuna interlocuzione con la RSU e le OO.SS, assume decisioni nel totale disinteresse di qualsiasi norma a tutela della salute e sicurezza del personale, programmando una ripresa delle attività, arrivando di fatto a perimetrare la stessa vigenza giuridica del lavoro agile.
A tal proposito, si ritiene di osservare, in particolare:
- lo stato di emergenza permane fino alla cessazione dello stesso, ossia fino al 31 luglio 2020;
- anche se il Decreto Rilancio ha previsto l'adeguamento delle misure originariamente adottate alle esigenze della progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici e a quelle dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali, il lavoro nelle P.A. è ancora regolato dall'art.87 del D.L. n. 18/2020, ove si ribadisce che il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni privilegiando il personale con seri problemi di salute, appartenente a categorie “fragili” con patologie certificate, legge 104/92;
- I criteri dettati dall’art. 263 del suddetto decreto Rilancio non si possono tradurre in un generalizzato ampliamento del lavoro in presenza ma prevedono un graduale e disciplinato rientro in ufficio del personale che manifesti la propria disponibilità e, nel contempo, al fine di garantire un adeguato standard di sicurezza, raccomandano l’attuazione di piani di rotazione dei lavoratori (flessibilità dell’orario di lavoro, revisione dell’articolazione giornaliera e settimanale, modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza) fino al 31.12.2020, per la tutela degli stessi e non solo;
- Per i datori di lavoro pubblici e privati, a norma dell’art. 90 D.L. RILANCIO datato 19 maggio scorso, si prescrive la tutela dei lavoratori genitori di figli minori, ove la modalità di lavoro agile potrà essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato fino alla cessazione dello stato di emergenza e, comunque non oltre il 31 dicembre 2020.
Pertanto ogni singolo datore di lavoro, dovrebbe dunque coniugare l’esigenza di tutela della salute dei lavoratori con la garanzia dell’erogazione dei servizi in misura adeguata alle richieste dell’utenza, adottando le misure necessarie attraverso:
- Un’attenta valutazione dei rischi e un tempestivo aggiornamento del DVR;
- Un’ampia partecipazione al processo decisionale del medico competente, degli RSPP, insieme anche alla partecipazione degli RLS, delle RSU e delle OO.SS. FP.
I passaggi prodromici di cui sopra non si sono ancora in alcun modo verificati e pertanto si chiede non soltanto di evitare improvvide fughe in avanti in assenza di un corretto coinvolgimento delle figure di cui sopra.
Il fatto che a tutt’oggi non sia stato ancora varato a Bari e trasmesso ai relativi uffici, un protocollo di sicurezza integrato e condiviso, è di ostacolo ad una serena, graduale e ponderata ripresa in sicurezza delle attività in presenza. La scrivente O.S. si augura che in tempi brevissimi possa essere convocata una riunione il cui fine possa essere occasione proficua di una reale e fruttuosa contrattazione.
Per avere adeguati standard di sicurezza una delle richieste della scrivente O.S. è quella di adottare, così come previsto dalle linee guida INAIL (documento tecnico aprile scorso), misure interne di distanziamento sociale, non solo uno per stanza ma anche uno ogni 30 mq nel caso di “open space”.
Non vi è ancora alcuna regolamentazione sull'utilizzo degli impianti di condizionamento, che rappresentano, se utilizzano la funzione di ricircolo dell'aria tra gli ambienti o non vengono correttamente e frequentemente sanificati (si vedano i report dell'ISS sul tema), sicura fonte di contagio. Lo scopo della nostra O.S. è quello di far si che la graduale ripresa delle attività in presenza avvenga nel rispetto di elevati standard di sicurezza per la collettività tutta.
La scrivente O.S. necessità di una nota da parte di questa Amministrazione da allegare al protocollo, che dettagli i vari impianti di condizionamento esistenti negli uffici e definisca quali interventi si assumeranno prima della attivazione degli stessi.
Così come è fondamentale, oltre alle forniture degli opportuni DPI, la sanificazione, la dovuta informazione al personale circa gli interventi effettuati e le schede tecniche dei prodotti usati.
Con particolare riferimento allo “smart working”, in attesa di nuove istruzioni da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione, dovrà essere favorito l’accesso a detto istituto per i lavoratori in condizioni di fragilità di cui all’art. 83, primo comma, del DL 19/5/2020, n. 34 e ai lavoratori su cui grava la cura dei figli a seguito della contrazione dei servizi dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia, senza alcuna giornata da rendere in presenza.
Comunque, per il restante personale in modalità di lavoro agile, il lavoro in presenza non può essere superiore a due giornate a settimana, almeno sino alla fine dell’emergenza, come prescritto dalle vigenti norme.
La scrivente OS USB PI Coordinamento Ministero Interno, per i motivi sin qui esposti, pertanto
CHIEDE
in osservanza alle norme vigenti atte al contenimento della pandemia in atto, ancora una volta di produrre la documentazione contrattuale specificante il dettaglio delle prestazioni richieste con riferimento al cosiddetto D.V.R. (DOCUMENTO VALUTAZIONE DEL RISCHIO) Emergenza Coronavirus Covid-19 di stretta pertinenza datoriale ed alle ulteriori attività di pulizia disposte per l’igienizzazione dei locali e la detersione delle postazioni di lavoro; e di evitare insensate iniziative unilaterali che si ostinano a non considerare realmente indifferibile il diritto alla salute del personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno.
Ci auguriamo una seria riflessione da parte del Sig. Prefetto e un ravvedimento sul modo di gestire un personale che merita rispetto dei propri diritti e della propria dignità, che va considerato nella propria interezza di lavoratori, cittadini ed esseri umani.
Certi che le nostre osservazioni saranno ritenute considerevoli delle dovute attenzioni.
USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Ministero Interno