EDITORIALE
Accordi
Nei giorni 11 e 17 novembre sono stati firmati, rispettivamente, gli accordi sui turni individuali
(IVU) per il PdM/PdB e sulla modifica degli equipaggi treno alla divisione Cargo di
Trenitalia
Il modus operandi non è cambiato
nemmeno questa volta. Vengono firmati accordi
che rivoluzionano la vita dei lavoratori
(stravolgendo il contratto collettivo di lavoro)
senza che questi siano interpellati in merito,
e quindi si cerca di convincerli che tutto sia
avvenuto nel loro interesse.
Dopo l’accordo del 15 maggio 2009,
con il quale è stato introdotto il famigerato
Agente Solo anche in Trenitalia e il c.d.
Fondo Bilaterale (anche se pare più unilaterale…),
i giorni 11 e 17 novembre del 2010
verranno ricordati dal personale viaggiante
ma non solo, come quelli in cui l’organizzazione
del lavoro è stata ulteriormente rivoluzionata.
Anche a loro insaputa.
Parliamo di:
• turni individuali (IVU Rail);
• agente unico/solo alla Cargo.
E come vuole il “teatrino”, ora bisogna
convincere i lavoratori (che dovranno subire
le conseguenze di questi accordi) che ciò è
necessario per sopravvivere alla crisi, che
servirà per mantenere dei posti di lavoro,
che oramai la concorrenza lo impone, ecc…
Ogni volta che si tratta di spremere il
sangue dai lavoratori, gli unici che realmente
pagano le conseguenze di anni di gestioni
fallimentari, si rispolvera la “favola della crisi
del settore” e quant’altro.
E senza possibilità di critica: c’è arrivata
notizia di rappresentanti sindacali che si sono
messi a ridere in faccia ai lavoratori (arrabbiati)
che hanno revocato loro la delega.
Intanto negli impianti stanno comparendo
spontaneamente volantini che esortano
i colleghi a fare la disdetta al sindacato,
almeno a quelli che si sono “macchiati” con
la firma degli accordi. Peccato che sia forse
troppo tardi.
Manuel Balbi
pag. 1 di 11
numero 5/2010
In questo numero:
LIBERO MERCATO ...............................................................3
Il monopolio si sgretola ................................................3
Il contratto collettivo di lavoro ........................................4
AZIENDA ...............................................................................5
Nostra signora della sicurezza .....................................5
ACCORDI ..............................................................................6
Oltre il danno, la beffa ..................................................6
Cargo: firmato un disastroso accordo ...........................7
IVU ............................................................................8
pag. 2 di 11
scrivici a:
cronacheferroviarie@usb.it
PILLOLE
✓Avevamo dato notizia
sul numero 3 di
Cronache ferroviarie
della recente sentenza
n. 20074/10 della
Corte Suprema di
Cassazione, con la
quale veniva ribadito il diritto per i lavoratori assunti
con Contratto Formazione e Lavoro di veder riconosciuta
l’anzianità maturata, qualora fossero stati confermati
con contratto a tempo indeterminato. Sorprendentemente
la Direzione Centrale Risorse Umane e
Organizzazione del Gruppo FS ha comunicato alle
OOSS la propria disponibilità nel valutare la possibilità
di regolarizzare le posizioni degli interessati, laddove
ne sussistano le condizioni (lettera del Direttore
DCRUO del 9 novembre 2010, prot. FSDCRUO\
A0011\P\2010\0000304, oggetto: Contratto
Formazione Lavoro). In ultima pagina troverete copia
del modulo da inviare all’amministrazione del personale
per richiedere il riconoscimento di anzianità del
periodo di CFL.
✓È datata 18 novembre 2010 la “lettera circolare in
ordine alla approvazione delle indicazioni necessarie
alla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato
di cui all’articolo 28, comma l-bis, del decreto legislativo
9 aprile 2008, n. 81, e successive modifiche e integrazioni”
con la quale la Commissione consultiva
permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ha
approvato, alla riunione del 17 novembre, le necessarie
indicazioni per la valutazione dello stress lavorocorrelato.
È particolarmente interessante un passaggio
che recita: “In relazione alla valutazione dei fattori
di contesto e di contenuto… occorre sentire i lavoratori
e/o i RLS/RLST. Nelle aziende di maggiori dimensioni
è possibile sentire un campione rappresentativo
di lavoratori”. Viene peraltro specificato che: “La data
del 31 dicembre 2010, di decorrenza dell’obbligo previsto
dall’articolo 28, comma 1-bis, del d.lgs. n. 81/
2008, deve essere intesa come data di avvio delle
attività di valutazione ai sensi delle presenti indicazioni
metodologiche”.
LIBERO MERCATO
Il monopolio si sgretola
Uno sguardo sulla liberalizzazione e sulla concorrenza nel settore ferroviario
La goccia cinese, come si sa, corrode
alfine anche la roccia più dura e quindi ecco
l’entrata in rete di altre compagnie private
che, dopo il settore merci, iniziano il servizio
perfino nel trasporto viaggiatori, andando a
ridimensionare, cammin facendo, il monopolio
del Gruppo FS.
A metà Novembre ha iniziato il trasporto
la compagnia Arenaways, in servizio tra
Torino e Milano, che ha immediatamente fatto
vedere la differenza della prestazione offerta
in termini di qualità, con la possibilità
addirittura di poter fare la spesa e di usufruire
del servizio di lavanderia, concedendo
anche l’opportunità di acquistare il biglietto
sul convoglio senza dovere alcuna soprattassa.
C
ome novità non c’è che dire anche
perché non sarà l’unica, in quanto è di pochi
giorni fa la notizia che la NTV, già concorrente
del gruppo per l’alta velocità, è prossima
a fare il suo ingresso su una tratta altamente
strategica, quella che congiunge
Roma all’aeroporto di Fiumicino.
Il piatto è ghiotto e la direttrice fortemente
remunerativa, si parla del 40% degli
introiti complessivi della bigliettazione del
trasporto regionale del Lazio, per cui, al solo
fine di migliorare il servizio, in termini di
tracce orarie offerte, è stata ventilata l’ipotesi
di un piano di intervento alternativo di
mobilità tra la città dei Cesari e lo scalo aereo.
Niente di scritto per il momento, ma a
quanto si dice a mezza bocca, perché è
questione di soldi e neanche pochi, come
abbiamo già detto, e questi eccitano molto
le cupidigie, si tratterebbe di un’alternativa
possibile nelle ore di assenza della prestazione
già esistente.
D’altronde pensare ad un rafforzamento
dei treni in orari caldi è facilmente pronosticabile,
poi, però, andrebbe realizzato, di fatto,
e non a parole su una linea neppure dedicata,
insistendo sulla stessa i treni pendolari
provenienti da Orte, Poggio Mirteto e Fara
Sabina, a meno che qualcuno, disancorato
da ogni riferimento reale, non voglia fare
spazio, rarefacendo proprio il servizio locale,
ora distanziato di 15 minuti.
Quest’ultima possibilità, per altro, non è
neppure remota in quanto i conti della regione
tendono pericolosamente al rosso
profondo, quindi saranno necessari dei tagli
già ipotizzati, guarda la sincronia, proprio
nel contratto di trasporto, in tal modo lo spazio
si creerebbe automaticamente.
I nomi che stanno dando corpo a questa
idea, tra l’altro, non sono nemmeno degli
sconosciuti, ed in testa a tutti rimane il sindaco
capitolino, il quale continua a ripetere
che il problema di questo collegamento va’
risolto presto, soprattutto in vista dell’ampliamento
dell’infrastruttura aeroportuale, sul
quale fa grande affidamento la nostra compagnia
di bandiera, forse anche perché i
suoi conti non sono quelli che si dicono.
Con il prossimo anno se ne riparlerà in
termini di effettuazione ed allora potremo
apprezzare, in gestione, il progetto preparato,
sperando sempre in un’equità dello stesso
circa le necessità dei numerosi pendolari
che usufruiscono quotidianamente di questo
servizio, più necessario che utile, del quale
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non si può più fare a meno constatata l’affluenza
derivante da un bacino di utenza
estremamente popoloso, e poi specialmente
in politica, bisogna conquistarsi il favore del
pubblico, e togliere una preziosa opportunità
di mobilità sarebbe un pessimo biglietto da
visita.
Pertanto, mentre l’immaginario pubblico
già dilaga, come ferrovieri staremo molto attenti
a qualsiasi iniziativa, che porterà miglioramenti
a largo spettro, perché in mancanza
di ciò i problemi aumenterebbero in
maniera esponenziale e di seguito ogni soluzione
diventerebbe difficile se non impossibile.
GdT
Il contratto collettivo di lavoro
Chiariamo alcuni aspetti - forse poco noti ai più - sul come venga normato il rapporto di lavoro
tra i prestatori e il datore mediante l’utilizzo dei contratti collettivi di lavoro
Il contratto collettivo di lavoro è quell’accordo
tra un datore di lavoro, o un
gruppo di datori di lavoro, ed una o più organizzazione
di lavoratori (OO.SS.), con lo
scopo di stabilire il trattamento minimo e le
condizioni di lavoro alle quali dovranno
conformarsi i singoli contratti individuali stipulati
con i prestatori di lavoro, al fine di
evitare una concorrenza tra i lavoratori di
diverse aziende (il c.d. dumping salariale)
e le imprese.
Attualmente il contratto collettivo è un
c.d. contratto di diritto comune, il quale ha
efficacia limitatamente ai soci iscritti alle
organizzazioni stipulanti lo stesso (v. libro
IV del cod. civ.). Ogni lavoratore, pertanto,
viene assunto con un contratto individuale,
nel quale spesso si fa esplicito riferimento
ai contratti collettivi di settore per ogni
eventuale norma non contenuta nel contratto
stesso. In pratica ogni lavoratore ha il
proprio contratto di lavoro, redatto in forma
scritta, dove vengono specificate le norme
che disciplinano gli aspetti che non compaiono
nel contratto stesso.
Qualcuno più attento ora si chiederà
per quale motivo i CCNL (Contratti Collettivi
Nazionali di Lavoro, nda) vengano applicati
dunque a tutti i lavoratori, anche ai non
iscritti ai sindacati, dal momento che s’è
appena detto che questi vincolano esclusivamente
gli iscritti alle associazioni stipulanti.
Bene, le motivazioni sono principalmente
due.
In primo luogo, come abbiamo già evidenziato,
nei singoli contratti di lavoro (il
c.d. contratto di assunzione) generalmente
si fa esplicito riferimento al CCNL di categoria
o di settore. Pertanto il rispetto alla
normativa contenuta nei CCNL deriva dall’obbligo
imposto con il contratto individuale
(di assunzione).
In secondo luogo la Suprema Corte di
Cassazione ha riconosciuto, in alcune sentenze,
che il datore di lavoro iscritto all’associazione
stipulante dei contratti collettivi
(p. es.: Agens, Federtrasporto, ecc.) sia
comunque tenuto al rispetto del contratto di
diritto comune anche nei confronti dei lavoratori
dipendenti non iscritti alle contrapposte
associazioni stipulanti (le OO.SS.).
Bisogna inoltre ricordare che la Cassazione
ha riconosciuto l’applicabilità dei
contratti collettivi anche qualora vi sia stata
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una implicita ricezione degli stessi, mediante
una spontanea applicazione di numerose
e significative clausole.
Tutti questi meccanismi molto complicati
sarebbero tuttavia inutili qualora il legislatore
volesse dare applicazione all’ultimo
comma dell’art. 39 della Costituzione della
Repubblica Italiana, il quale recita: «I sindacati
registrati hanno personalità giuridica.
Possono, rappresentati unitariamente
in proporzione dei loro iscritti, stipulare
contratti collettivi di lavoro con efficacia
obbligatoria per tutti gli appartenenti alle
categorie alle quali il contratto si riferisce.».
In base a questo articolo della Costituzione,
ai contratti collettivi di lavoro verrebbe
attribuita efficacia di norma giuridica, quindi
obbligatoria per tutti.
Purtroppo questo articolo propone alcune
problematiche applicative che risulterebbero
risolvibili solamente con una legge
di esecuzione, la quale, ad oggi, non risulta
voluta né dal legislatore, né dalle forze politiche,
né dalle associazioni dei lavoratori
(quanti avrebbero bisogno del sindacato,
se i contratti collettivi avessero valenza di
legge?). Figuriamoci se una tale legge sarebbe
ben vista dalle associazioni dei datori
di lavoro!
Risulta evidente come la famosa
‘clausola sociale’, tanto sbandierata a destra
e a manca, in realtà sia uno specchio
per le allodole, in quanto basterebbe voler
applicare la Carta Costituzionale per risolvere,
almeno, i problemi di dumping salariale
tra le varie aziende operanti nel medesimo
settore, stroncando sul nascere
ogni pretesto di aumento dei carichi di lavoro
giustificabili, attualmente, dalla concorrenza.
Chiunque voglia approfondire l’argomento
troverà nei testi di diritto sul lavoro
una valida fonte, in particolare in: F. DEL
GIUDICE - F. MARIANI - F. IZZO, Diritto del Lavoro,
Edizioni Giuridiche Simoni, 2005.
Manuel Balbi
AZIENDA
Nostra signora della sicurezza
Riflessioni sulla sempre più folta “Protezione Aziendale”
Un apparato così capillare è una questione
di altri tempi e soprattutto tipico di altre
società.
Eppure l’A.D. del gruppo FS ha modellato,
nel tempo, una struttura di intelligence
interna che dovrebbe andare a coadiuvare
la gestione della Polizia di Stato, sebbene
questa abbia già un dipartimento specifico
per le esigenze della sicurezza ferroviaria.
Quindi l’idea innovativa della mente di
Villa Patrizi è una componente del sistema
della quale non si è compreso bene la vera
utilità, in quanto un compito specifico vero e
proprio, in termini di contratto collettivo nazionale
al quale sono assoggettati anche gli
appartenenti a questa organismo, non sembra
esserci o, meglio, non sembra sia stato
negoziato con nessuno, neppure con gli
amici più fidati, quelli con la penna in mano
sempre pronti a firmare tutto quanto è apparecchiato
dalla parte datoriale, per poi andare,
subito dopo, a mettersi con i piedi sotto
al tavolo.
pag. 5 di 11
Non volendo equivocare e nella costante
ricerca del filo delle cose, i ferrovieri restano
in una incerta situazione di stallo, non
comprendendo bene come interfacciarsi con
questa struttura ramificata all’interno dell’organismo
aziendale, per cui le domande sorgono
istintivamente, non potendo alcuno
conoscere quale è il limite d’intervento di
quanti si presentano con una tessera d’appartenenza
a questa, come chiamarla, polizia
aziendale?
Allora il quesito resta e continua ad
aleggiare nell’aria, anche perché i rappresentanti
di questa intelligence nostrana sono
dei lavoratori come gli altri, con le qualifiche
più disparate e per ciò, che non rappresenta
una inezia, non si riescono a comprendere
neppure i rapporti gerarchici.
Non è neppure da sottovalutare la forza
presente di questa armata sul territorio nazionale,
potendosi contare circa 500 unità,
un volume di persone eccessivo in rapporto
all’esiguità del restante personale, con un
costo non del tutto secondario di circa 20
milioni di euro annui, senza rendicontare le
spese di gestione, delle attrezzature informatiche
e di quant’altro ancora.
La cosa più curiosa resta comunque la
lievitazione naturale di questa pianta organica,
accompagnata come a dire da un senso
di presagio, mentre in altri settori i tagli del
personale sembrano non volersi arrestare
come a significare che, in termini di produzione,
rendono di più questi agenti dei macchinisti
o dei dirigenti movimento.
Allora questa security serve a qualcos’altro,
ma il fine istitutivo non è dato di saperlo
a nessuno, se non ai pochi che ruotano
intorno ad una struttura centralizzata, incentrata
su degli ex ufficiali della guardia di
finanza passati alle dipendenze del gruppo.
A tutt’oggi ancora non si respira un clima
di sospetti pesante, ma in generale si
avverte una motivata vaghezza leziosa,
mentre per il futuro le domande restano sospese
ed all’orizzonte non si vede nessuno
che mostri la benché minima intenzione di
dare spiegazioni che, alla massa critica dei
nostri colleghi, sembrano certamente dovute,
dovendosi questi, al contrario, misurarsi
con dei silenzi che sanno di oscuro.
Segreteria Regionale Lazio USB
ACCORDI
Oltre il danno, la beffa
Hanno firmato il premio di risultato per gli anni 2007, 2008 e 2009, la modifica degli equipaggi
e delle mansioni per i lavoratori della Cargo di Trenitalia e la sperimentazione (che sa
tanto di assuefazione) di IVU Rail
Hanno firmato tutto ed hanno firmato
tutti, fatta eccezione per un’organizzazione
solita a pause di riflessioni.
Quel che conta, tuttavia, è che adesso
è stato sottoscritto l’accordo sul premio di
risultato con grande soddisfazione dei partecipanti
al tavolo e grande delusione dei
diretti interessati, i lavoratori, che hanno
atteso per tre anni un diritto pecuniario
sempre rimasto in sospeso e messo costantemente
in dubbio da una dirigenza arrogante
e da un fronte sindacale concertativo
condiscendente, ed ora liquidato grazie
al grosso favore regalato all’azienda
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per la Divisione Cargo, con il tecnico polivalente
posto in pianta come secondo
agente di macchina, concessione che
comporterà un taglio di ulteriori 3.000 posti
di lavoro.
Per il premio comunque, dobbiamo
registrare una decurtazione media pro-capite
di quasi 500 euro della triennalità
2007-2009, mentre per i premi del 2010 e
del 2011, liquidabili dopo la consulenza di
un commercialista considerata la formula
per il calcolo, dovremo aspettare giugno
2012, grazie ad un nuovo accordo capestro
firmato in coincidenza di questa lauta
elargizione, ed allora campa cavallo.
Adesso, in piedi, resta la questione
contrattuale della mobilità, da noi criticata
sin dal varo di questa idea della quale non
comprendiamo bene l’utilità se non in termini
di concertazione, e chissà se il prossimo
sciopero confederale, fissato per dicembre,
dopo essere stato già rinviato due
volte, avrà un seguito, essendoci in ballo
gli aumenti salariali dal gennaio 2009 per
noi ferrovieri, dei quali nessuno parla più,
per una naturale tendenza alla rimozione,
che fa sempre troppo comodo a chi, dirigente
o sindacalista di blasone, si sente il
padrone dell’azienda.
In tal maniera il personale resterà in
lista di attesa, sperando di non ricevere solo
briciole, come per il premio di risultato,
ed allora poi, trascinando il proprio malcontento
con l’intento di ricostruire il derma del
consenso, hai voglia a fare scioperi, sempre
che qualcuno manifesti l’intenzione di
proclamarli, ma con ben due accordi sottoscritti
in breve tempo, a chi interesserà fare
questo passo?
Quindi attendiamo l’epilogo della prossima
messa in scena che vedrà i lavoratori,
soggetti deboli della contrattazione, beffati
un’altra volta dalle regole di ingaggio di
una concertazione di basso profilo, rimanendo
noi sempre pronti a ricrederci, pubblicando
la nostra ammenda da queste pagine,
se qualcuno con la schiena dritta,
una volta tanto, sarà in grado di smentirci
con i fatti.
Nel frattempo con lo stesso accordo
del 2 novembre u.s. si sono sottoscritte
anche le nuove assunzioni nella manutenzione
e nel personale di bordo, una buona
nuova certamente, a meno di non dover
constatare, a posteriori, gli effetti negativi di
un’innaturale selezione del lavoro, favorita
da chi ha interessi intrecciati nel gruppo
restando, per tale opportunità, sempre
pronto a mettere le mani nel sacco finché
c’è da prendere.
Segreteria Regionale Lazio USB
Cargo: firmato un disastroso accordo
Il 17 novembre 2010 è stato sottoscritto un accordo tra FS, Trenitalia e Federtrasporto/Agens
da un lato, e CGIL, CISL, UIL, FAST e UGL dall’altro, riguardante la Divisione Cargo
Ferrovieri!
Tutta la trattativa è stata condotta dai
sindacati senza consultare preventivamente
i lavoratori, anzi senza nemmeno informarli
dei contenuti di ciò che si stava discutendo.
Dal verbale di accordo risulta evidente
che è stato compiuto un altro passo verso
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il peggioramento delle condizioni di lavoro
dei ferrovieri e verso lo sfascio definitivo
della Cargo; infatti:
• è prevista un enorme riduzione degli
organici attraverso gli esuberi;
• si intende creare una nuova figura
professionale, quella del “Tecnico Polifunzionale
Cargo”, caricando sul personale
che oggi opera nella manovre, nella verifica
e nella formazione treno tutte queste
funzioni;
• si prevedono equipaggi macchina
chiamati “misti”, ma in realtà ad agente
unico, con un macchinista e un tecnico
polifunzionale;
• sui treni in cui lavoreranno ancora in
due, peggiorano le condizioni dei macchinisti:
cumulo di mansioni (aggancio,
sgancio, verifica, e anche fanali, formazione
treno), abbattimento dei limiti di
condotta, introduzione delle flessibilità;
• si cerca di addolcire la pillola per i
tecnici polifunzionali e per i macchinisti
corrispondendo della indennità assolutamente
irrilevanti, mentre nessun tipo di
compenso economico potrà mai compensare
i disagi che vengono creati e la perdita
di posti di lavoro;
• si prosciugherà il fondo bilaterale, e
quindi non resterà niente per i ferrovieri
che rimarranno in servizio, che pure hanno
contribuito alla sua creazione;
• si riduce ulteriormente la Cargo, con
tutte le conseguenze di natura occupazionale,
economica ed ambientale per il
nostro Paese.
Ferrovieri!
Non possiamo accettare tutto questo,
è ora di finirla di subire lo sfascio di Trenitalia
e della Cargo e di vedere arretrare le
nostre condizioni di lavoro e anche di vita!
Non c’è tempo da perdere! È indispensabile
che tutti i ferrovieri e tutte le
forze sindacali che non intendono accettare
questo ennesimo attacco si uniscano
per mettere in campo delle azioni forti ed
efficaci!
USB Settore Trasporto Ferroviario Lombardia e
Comitato Unitario Ferrovieri
IVU
Resoconto dell’evento, molto sponsorizzato, del 29 novembre a Roma “contro” il sistema di
turnazione individuale per il PdM/PdB che Trenitalia sta già sperimentando sui turni di
Frecciarossa e Frecciargento a Roma S. Lorenzo
Stipate nella sala del bar Convoglia a
Roma Termini, più di 200 persone, hanno
partecipato all’Evento (così era stato definito
dagli organizzatori) dedicato alla possibilità
di respingere il progetto aziendale legato
alla creazione di turni individuali in sostituzione
di quelli collettivi oggi vigenti.
Il gruppo promotore, per estrazione e
per tessera legato alla Filt-CGIL, ha tenuto
a precisare che la loro iniziativa era da ritenersi
fuori dall’orbita delle Segreterie;
anzi: l’obiettivo dell’evento doveva essere
quello di portare alle Segreterie stesse un
elenco di motivi da sbattere sul tavolo di
trattativa legato a questo argomento.
Questa la premessa. E visto chi ci
metteva la faccia, macchinisti e capitreno
in servizio continuo sui treni e quindi non
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distaccati o pezzi di apparato, la gente ha
risposto all’invito e si è dimostrata attenta a
raccogliere la proposta.
Quindi l’attesa di molti dei presenti, e
soprattutto dei molti giovani, era verso
qualcosa di “diverso” rispetto a quello che
già conoscevano. Soprattutto si sentiva
l’idea che si sarebbe partecipato a un
“evento” dove, in molti, si sarebbe detto
cosa si pensava del progetto IVU e di quello
che si vive oggi lavorando sui treni,
macchinisti o capitreno che dir si voglia.
Le vicende hanno avuto però uno sviluppo
diverso.
Giova ricordare alcuni passaggi della
vicenda: contro IVU è stata subito contagiosa
la sensazione che stesse arrivando
l’ennesima fregatura già da luglio quando,
dai depositi dove era partita la sperimentazione,
arrivavano report dei macchinisti
che sarebbero poi sfociati in una denuncia
da parte dell’OrSA Toscana nei confronti
della TMR Toscana.
Questo passaggio è fondamentale: infatti
al momento di stringere sulla vertenza
legale è saltato fuori un documento firmato
dalle OO.SS. confederali più Ugl che avallavano
la sperimentazione e che quindi davano
una copertura all’iniziativa aziendale.
Chiaro quindi dove vedere gli “amici” e
i “nemici”.
L’altro elemento di stridore era contenuto
in alcune pieghe della premessa stessa:
IVU ormai è cosa fatta quindi possiamo
solo cercare di contenerlo. Anzi: rimaniamo
all’interno delle OO.SS. che trattano e
stanno ai tavoli (anziché revocare le deleghe
e fare disdette in massa) perché sapremo
condizionare l’esito dei lavori.
Visto in questo modo sembra un po’
meno Evento ma piuttosto un film già visto.
A questo dobbiamo aggiungere la
spinta di rivalsa di OrSA che, con il nervo
scoperto (giustamente) per lo scacco subito
in Toscana per le malefatte delle altre
OO.SS., è calata in massa e ha schierato
tutti i suoi rappresentanti di grido fra gli
oratori. La kermesse, agli occhi di molti
giovani presenti, a questo punto sembrava
meno “evento” e molto “riunione sindacale”.
E già su questo ci sarebbe molto da discutere,
soprattutto fra i più “vecchi”, per
capire dove si sbaglia quando non si riesce
a coinvolgere i “giovani” e si liquida tutto
con un “non gliene frega niente” o peggio
ancora “tanto sono loro che rimangono qui
dentro altri 30 anni”. Forse si dovrebbe
parlare meno e ascoltare di più? Affronteremo
questo argomento un’altra volta.
Personalmente ho avanzato una proposta
che riguarderà l’attività di USB su
scala nazionale: una denuncia sulla mancata
fruizione del riposo individuale del
personale di macchina e bordo dovuta al
computo in ore, anziché in giornate, così
come in essere dal 2003. Questo perché
con IVU sicuramente si metterà in crisi il
sistema del computo delle ore di riposo e si
avranno gravi peggioramenti rispetto all’esistente.
Esistente che, a detta di chi ha
sviluppato simulazioni e calcoli di verifica,
non garantisce oggi la fruizione del riposo
così come previsto dal contratto vigente.
Figurarsi domani.
Altra proposta interessante, avanzata
da Dante De Angelis, quella di chiedere un
referendum fra i lavoratori (macchinisti e
capitreno) per verificare l’argomento.
Ma l’Evento si è inceppato con il tentativo
di porre alla discussione un documento,
già preparato dagli organizzatori, e che
è stato stigmatizzato da una parte dei prepag.
9 di 11
senti come tentativo di veicolare l’assemblea
verso lidi già assegnati.
Dall’altra, a detta di altri, un’organizzazione
(scegliete voi quale) ha cercato di
mettere il capello sull’assise.
Si avvicina la fine dell’anno e dell’ultimo
giorno utile per revocare la delega: sui
siti e nelle corrispondenze via e-mail sono
già comparsi i moduli per fare disdette e
questo potrebbe non far dormire sonni
tranquilli a chi ha la coscienza sporca.
Comunque si parla già di un nuovo
Evento.
Roberto Testa
pag. 10 di 11
Siamo una giovane newsletter ed esistiamo
solo da pochi numeri, ma siamo
attenti alle “grida” che giungono da fuori
e da testate storiche come la rivista dei
macchinisti Ancora In Marcia.
Riproponiamo qui a lato il volantino che
è stato prodotto dai colleghi del macchina
a proposito dell’attuale situazione
di rappresentanza sindacale.
Spett.le
p.c.
______________________________________1
Piazza della Croce Rossa, 1
00161 - Roma
Impianto ______________________
Oggetto: riconoscimento dell’anzianità maturata durate il periodo di CFL
Il sottoscritto/a __________________________________________ nato/a a _______________________
il ___/___/______ C.F. ______________________________ residente in _______________________
attualmente in servizio presso ___________________________________________________________2
Premesso che:
• in data ___/___/______ è stato assunto con contratto di formazione e lavoro (CFL) con la qualifica di
_________________________________ presso ___________________________________________;
• in data ___/___/______ il contratto di formazione e lavoro è stato trasformato in contratto a tempo indeterminato
- all’atto della conversione la società datrice di lavoro ha computato il periodo di formazione e
lavoro ai soli fini giuridici e non ai fini a economici;
• in data ___/___/______, ha inviato lettera raccomandata per ottenere il riconoscimento ad ogni fine del
contratto di formazione e lavoro3;
Chiede:
il riconoscimento del periodo del contratto di formazione e lavoro ai fini della maturazione degli aumenti
periodici di anzianità e dei passaggi automatici di classe di cui al CCNL, con ogni conseguenza sulle competenze
retributive ed accessorie e sulla contribuzione di legge, come peraltro riconosciuto anche dalla
sentenza n. 20074/2010 resa dalla Corte di Cassazione a Sezioni Riunite e depositata in data 23/09/2010
e come indicato dalla L. 863/1984.
Valga la presente anche ai fini dell’interruzione della prescrizione del diritto vantato.
Firma del dipendente ______________________ Luogo, data ______________________________
1 inserire la propria Azienda d’appartenenza (RFI S.p.A., Trenitalia S.p.A., ecc.) - da inviare tramite Raccomandata A.R. o protocollo
di impianto da cui risulti evidente la data di invio e quella di ricevimento da parte delle imprese
2 indicare la struttura alla quale si appartiene
3 solo per coloro che avessero già inviato le lettere per interrompere la prescrizione, in caso contrario depennare la voce