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Da Ostiense alla Nomentana, sgomberati i palazzi occupati dai movimenti. Cariche e feriti

Roma,

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/04/07/news/occupati_4_palazzi_in_periferia-82954969/#gallery-slider=82977210

07 aprile 2014 -

 

Il quarto "Tsunami tour" dei movimenti sociali in vista del corteo nazionale del 12 aprile. Davanti agli spazi le forze dell'ordine. Colpiti due ragazzi e un operatore tv

di VIOLA GIANNOLI

Sette palazzi occupati, cortei selvaggi, cariche e un presidio al commissariato di Porta Pia. E' partito questa mattina a Roma il quarto "Tsunami tour" dei movimenti per il diritto all'abitare che culminerà nel corteo nazionale di sabato 12 aprile con via alle 14 da Porta Pia, la piazza dell' "autunno caldo" 2013, per "tornare ad assediare i palazzi del potere".

Dalla Nomentana alla Montagnola, da Torre Spaccata a Ponte di Nona, fino all'Ostiense, in cinque edifici sono dunque entrati attivisti e famiglie in emergenza abitativa. Ma in cinque casi polizia e carabinieri hanno sgomberato gli stabili. E davanti agli altri spazi le forze dell'ordine sono in presidio, così come al commissariato di Porta Pia in via Forlì dove gli attivisti si sono recati in massa in seguito agli sgomberi per chiedere il rilascio dei loro compagni trattenuti. Due i denunciati a piede libero, tre i feriti: tra di loro un operatore di "H24", service che fornisce video al gruppo Rcs, colpito alla testa da una manganellata e vistosamente sanguinante durante lo sgombero all'Ostiense.

La prima operazione di polizia è scattata però nel primissimo pomeriggio, intorno alle 15, quando gli agenti sono intervenuti in via Andrea Cesalpino 12/14, sgomberando lo stabile di cui un gruppo di studenti della Sapienza, attivo nelle vertenze sugli studentati, aveva preso possesso ribattezzandolo "Godot". I ragazzi si sono rifugiati sul tetto ma sono stati poi fatti scendere dagli agenti e identificati uno ad uno prima di ripartire in corteo verso l'università dove alle 16 è stata convocata un'assemblea pubblica. In un comunicato gli occupanti scrivono anche che due ragazzi sono stati colpiti e feriti durante l'irruzione delle forze dell'ordine. I due, denunciati anche a piede libero, sono stati medicati al pronto soccorso. "Uno - dce Luca Fagiano, leader dei movimenti - ha il naso rotto".

Tafferugli anche in via del Commercio 24, all'Ostiense, dove un gruppo di giovani e precari voleva dare vita al progetto "Neetbloc". Gli attivisti si sono schierati davanti all'ingresso per impedire lo sgombero ma sono partite alcune cariche per indurli a desistere. Un operatore di "H24" è stato ferito alla testa da una manganellata. Poi i poliziotti sono entrati nella struttura. I vigili del fuoco hanno steso a terra un tappetone gonfiabile visto che i militanti si sono barricati sul tetto. Identificati e perquisiti gli occupanti sono poi partiti in corteo.

I giovani, che già un anno fa occuparono l'Ex Acea di via Ostiense ribattezzandola Alexis, volevano aprire il nuovo spazio abitativo come "punto di riferimento per precari e neet capace di aprire uno squarcio nel dibattito pubblico sempre più sterile". "Siamo gli invisibili, quelli che non rientrano nelle statistiche ufficiali e che non possono accedere ad alcun ammortizzatore sociale; ci chiamano neet e secondo l'informazione ufficiale siamo quelli che non studiano, non lavorano, non partecipano a percorsi formativi e sono mantenuti dai loro genitori" scrivono in un comunicato. Ma rifiutano l'etichetta di bamboccioni e denunciano gli affitti esorbitanti, la mancanza di reddito, il lavoro nero, la precarietà.


Il blitz più grande, invece, per dimensioni, è quello di via Baldassarre Castiglione alla Montagnola, dove circa 300 nuclei familiari (per un totale che si avvicina alle 700 persone) sono entrati in un enorme palazzo di uffici di proprietà dell'Inarcassa, già occupato negli anni passati e sgomberato circa tre anni fa. "Siamo determinati a rimanere qui, non si tratta e non si esce", dicono dall'occupazione.

Circa 150 persone, soprattutto italiani sfrattati, hanno invece occupato due palazzine in via Corti a Ponte di Nona, "confluite - riferiscono i Movimenti - in un fondo immobiliare". Anche qui, intorno alle 16, i carabinieri sono entrati nella palazzina in assetto anti sommossa e gli occupanti si sono rifugiati sui tetti sostenuti da un presidio in strada.

Poi le due palazzine sono state sgomberate. "C'è stato solo qualche momento di tensione ma niente di più - ha raccontato Paolo Di Vetta, uno dei leader dei Blocchi precari metropolitani - Nessuna persona è stata identificata dalle forze dell'ordine. I carabinieri ci hanno fatto uscire, prima donne e bambini, poi gli uomini. Ora raggiungiamo gli occupanti dello stabile a Torre Spaccata".

Qui, appunto, un'altra 'azione', in particolare in un palazzo di proprietà del costruttore Caltagirone in via di Torre Spaccata. Sono entrati più o meno 80 nuclei familiari per un totale che si aggira intorno alle 300 persone, tra italiani e migranti. "Sono arrivati quelli della sicurezza privata- raccontano gli occupanti- gli abbiamo detto che è un'occupazione politica e che se ne dovevano andare". "Questa è un'iniziativa complessiva- commentano i Movimenti- contro il piano casa di Renzi che va cancellato perché non trova risposte. Nemmeno nelle operazioni di social housing che sono in mano a privati, in questo caso cooperative, e rivolte solo a soggetti solvibili. In più dagli uffici dei Municipi hanno cominciato a non rilasciare più le residenze agli occupanti, perché è arrivata la circolare dal ministero, e a Parma addirittura sono cominciati i distacchi delle utenze".

Anche l'Asia Usb di Roma ha annunciato l'occupazione, in mattinata, e lo sgombero, nel pomeriggio, di una palazzina della Cassa ragionieri in via Val D'Ala a Prati Fiscali.

Infine, rapido blitz all'angolo tra via Casilina e via Segni dove un gruppo di ragazzi ha riaperto simbolicamente un ex forno per chiedere al quartiere di riaprirlo e trasformarlo in un'attività sociale gestita dai disoccupati del quartiere. L'occupazione si è conclusa dopo poco perché il locale è diroccato ma gli attivisti promettono di tornare in municipio per aprire un tavolo di trattativa sullo spazio.