Stamattina gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico Petrocchi di Pistoia hanno manifestato la volontà di occupare l'istituto convocando un'assemblea straordinaria.
Quella degli studenti del Liceo Artistico è una rabbia giusta, che si ricollega alla mobilitazione nazionale dei loro coetanei, esplosa dopo quanto accaduto a Lorenzo e Giuseppe, due studenti morti di scuola, morti di stage, morti di sfruttamento, in un paese dove perdono la vita più di tre lavoratori al giorno. La rabbia degli studenti è la conseguenza inevitabile di due anni di gestione irresponsabile e schizofrenica della scuola in pandemia, una gestione caratterizzata da menzogne e dall'impoverimento sempre più forte dei saperi e della relazione educativa. Di più: la rabbia dei giovani, che condividiamo e appoggiamo, è l'unica reazione possibile ai decenni di tagli, di depauperamento materiale e culturale della scuola, di aziendalizzazione della scuola pubblica statale, voluta dalle politiche neoliberiste di chi esige – a partire dalla UE - che la scuola sforni esecutori di ordini e non teste pensanti.
Come nel resto d'Italia, anche gli studenti del Petrocchi hanno inteso opporsi all'apparato repressivo della ministra Lamorgese che nei giorni scorsi ha provato una volta di più a usare le maniere forti contro i ragazzi che manifestavano. USB si unisce alla resistenza degli studenti, perché i giovani vanno ascoltati e affiancati in una protesta che è di tutti. In questo stigmatizziamo la posizione di chi, non avendo la capacità o la volontà di capire le ragioni profonde della mobilitazione studentesca, ha chiesto ai docenti dell'Istituto di identificare e denunciare i propri studenti. La repressione e la censura non dovrebbero caratterizzare l'azione dei docenti, né dei Dirigenti scolastici, i quali, specie a seguito di due anni di pandemia, dovrebbero ascoltare, aprirsi al dialogo, cercare di capire le ragioni dei ragazzi e prendere spunto dalla forza propulsiva delle proteste studentesche.
Il 18 febbraio abbiamo indetto uno sciopero della scuola e manifestato insieme agli studenti scesi in piazza in tutta Italia. Oggi ribadiamo le stesse idee che abbiamo portato in piazza. La scuola pubblica statale si basa sui valori della Resistenza e dell'antifascismo. Essa deve tornare a essere il luogo nel quale sia possibile superare gli ostacoli che impediscono di fatto la realizzazione dell’uguaglianza di studenti e studentesse. La scuola deve poter essere il luogo dell'emancipazione, non certo quello in cui si muore o in cui si reprime la voce critica dei giovani.