(124/21) L’attuale direttore regionale dell’Abruzzo qualche anno fa era uno sconosciuto dirigente della direzione generale, passato dalle risorse umane alla vigilanza ispettiva per approdare agli ammortizzatori sociali, dove era diventato vicario del direttore centrale.
È con l’arrivo di Boeri all’INPS che la carriera del dirigente nativo di Vittoria in Sicilia prende una svolta decisamente positiva. Il 23 febbraio 2015, due mesi dopo l’ingresso del professore della Bocconi in Istituto, è nominato “Responsabile della Segreteria del Presidente dell’Istituto”. Non passano neanche due anni e con la Determinazione presidenziale n. 53 del 24 gennaio 2017 Boeri lo incarica di guidare la neonata “Direzione centrale Segreteria unica tecnica normativa” battezzandolo dirigente generale. La stella del dirigente siciliano sembra brillare ogni giorno di più e occupare sempre più spazio, finendo per oscurare la figura del direttore generale che della cosa sembra non lamentarsi più di tanto.
Nel 2019 la Bocconi passa la mano a Roma Tre e al posto del prof. Boeri all’INPS arriva il prof. Tridico. Trascorsi alcuni mesi assistiamo ad un giro di valzer di dirigenti generali che non ha precedenti. Alcune stelle precipitano nell’abisso, altre cominciano a brillare come non mai. Le chiamano riorganizzazioni ma in certi casi bisognerebbe definirle epurazioni, anche se dorate visto quanto guadagnano i dirigenti di seconda e prima fascia. Il Capo della Segreteria unica finisce a dirigere l’Abruzzo e, tutto sommato, non gli è andata male considerati i valori in campo. Arriviamo così ai giorni nostri e al motivo di tanta attenzione nei confronti del direttore regionale dell’Abruzzo.
Il 15 ottobre di quest’anno, giorno in cui è pubblicata la Circolare n. 134/2021 con la quale il direttore generale estende a tutto il territorio il nuovo modello organizzativo prevedendo l’azzeramento delle posizioni organizzative territoriali, comprese quelle delle direzioni regionali, dal primo giorno di avvio del reassessment che per l’Abruzzo è il 1° novembre 2021, il direttore regionale di stanza a l’Aquila pubblica il messaggio Hermes n. 1301/2021 con il quale emana la procedura selettiva per l’assegnazione delle posizioni organizzative della sede regionale, azzerate a seguito della riorganizzazione presentata in precedenza ai sindacati. La coincidenza non vogliamo dire che è sospetta ma certamente è una casualità che lascia perplessi. Possibile che il direttore regionale dell’Abruzzo non fosse a conoscenza delle scadenze decise dal direttore generale per l’avvio del reassessment nella sua regione e il conseguente azzeramento delle posizioni organizzative? Perché il dirigente si è affrettato a mettere a bando posizioni organizzative che sarà comunque costretto a riassegnare dal 1° novembre a seguito di quanto disposto dalla circolare n. 134/2001? A meno che l’integerrimo burocrate dopo essersi affrettato a fare i colloqui non decida di mettere tutto in stand by per assegnare gli incarichi solo dopo la fatidica data del 1° novembre, canzonando il direttore generale e tutta la tecnostruttura dell’INPS. Per giunta, prima dei colloqui si sarebbe dovuto procedere con l’interpello tra i titolari delle posizioni organizzative ma questa fase alla sede regionale Abruzzo è stato deciso di ignorarla. Insomma, per dirla in modo popolare all’INPS manca il manico e i dirigenti territoriali ritengono di poter fare come meglio credono, magari con la compiacenza di questo o quel sindacato che dalle procedure esce premiato.
Altro particolare da sottolineare è che la riorganizzazione della direzione regionale Abruzzo ha ottenuto l’approvazione della direzione centrale organizzazione e comunicazione interna (la comunicazione esterna è stata affidata ad altro ufficio), direzione guidata da un dirigente del quale da tempo la USB chiede la destituzione dall’incarico per il danno d’immagine procurato all’INPS a seguito della pessima comunicazione esterna dallo scoppio della pandemia fino ai tempi recenti, nonché per l’inopportuna e dannosa riorganizzazione meglio conosciuta come “reassessment”. La direzione centrale romana ha accettato l’accorpamento in un unico team delle funzioni di audit e sede virtuale di produzione, con l’evidente conflitto d’interesse prodotto dall’aver riassunto in un’unica struttura il ruolo del controllato e del controllore. Ma non è finita qui. Le pensioni della gestione pubblica sono state accorpate con credito e welfare, costituendo un team che avrà un enorme carico di lavoro. Singolare che negli ultimi due anni il direttore regionale abbia lasciato scoperto il team del welfare rispondendo sempre picche alle richieste di USB di metterlo a bando. Sono stati costituiti nuovi team: la Segreteria tecnica e amministrativa; Gestione servizi, lavori e forniture, contrattualistica; Gestione patrimonio strumentale e da reddito, logistica e archivi; questi ultimi due frutto dello sdoppiamento di un precedente team che riassumeva le suddette funzioni. È stata messa a bando per la prima volta la posizione organizzativa per la Casa di soggiorno di Pescara. Bocche cucite in direzione generale mentre la tecnostruttura a nostro avviso dovrebbe intervenire eccome.
Ma il dirigente che brilla di luce propria ha toccato ancor più elevati livelli di managerialità nella gestione dello smart working successivo al 15 ottobre. Il messaggio Hermes n. 3449 del 12 ottobre 2021, firmato dal direttore generale, ha chiaramente stabilito che a partire dal 15 ottobre sarebbe stato possibile autorizzare 2 giorni di smart working a settimana per un totale di 8 giornate al mese. Pertanto, per la restante parte di ottobre si sarebbero potute autorizzare un massimo di 5 giornate di lavoro agile, considerando la giornata di venerdì 15 e le successive due settimane, al netto dello smart working effettuato prima del 15 ottobre che resta escluso dal conteggio delle 8 giornate mensili. In tutti i territori le disposizioni sono state interpretate in tal senso, tranne che in Abruzzo dove il direttore regionale ha autorizzato 2 sole giornate di smart working a chi prima del 15 ottobre ne aveva effettuate 6, intendendo il limite di 8 giornate non dal 15 ottobre ma dall’inizio del mese. Il dirigente ha anticipato gli effetti del DPCM e si è fatto le regole a modo suo e lo ha potuto fare perché all’INPS manca il manico. Anche in questo caso la tecnostruttura potrebbe intervenire, eccome se potrebbe e dovrebbe.
Finiamo questo lungo racconto riportando un’ulteriore notizia che riguarda la sede regionale Abruzzo. Il direttore regionale sembra che abbia esautorato il coordinatore del tecnico edilizio dall’autorizzare le Paperless del personale della sua area. Tale compito sarebbe stato assegnato al responsabile delle risorse umane, che ha rifiutato lo smart working a chi era in assemblea oraria. Sembra che il direttore regionale abbia messo nel mirino i tecnici della sede regionale e che preferisca affidare ad altro personale alcune funzioni di loro competenza. Un comportamento che se rispondesse al vero sarebbe molto grave e lesivo della dignità del personale del coordinamento tecnico edilizio, a meno che il direttore regionale non abbia elementi che lo inducano a non avere fiducia in quei collaboratori, ma a quel punto le accuse andrebbero esplicitate. In questo caso magari potrebbe e dovrebbe dire qualcosa anche il coordinatore generale del tecnico edilizio.
Ma forse non accadrà proprio niente, un po’ perché all’INPS manca il manico e un po’ perché tra loro non si mordono a meno che non siano colpiti direttamente nei loro interessi. E intanto ci parlano di aria fritta con il “Change management”…