E’ notizia della giornata di ieri che si sta preparando un regolamento del Ministero della Giustizia che preveda il passaggio del Personale del Comparto Ministeri del DAP al DOG.
Se la notizia sarà confermata risulterà di tutta evidenza la scorrettezza formale e sostanziale compiuta dai vertici di codesto Ministero dal momento che non ha inteso informare le rappresentanze dei lavoratori di un cambiamento significativo contravvenendo a corrette relazioni sindacali e la relativa buona fede che dovrebbero ispirarle.
Se poi questo atteggiamento e dettato dal tentativo di far passare sotto silenzio un evento così rilevante e pieno di conseguenze per chi lavora, ha lavorato e lavorerà al DAP, la cosa è ancora più preoccupante.
Premesso che la pretesa semplificazione non regge ad un evento che vede una rivoluzione innanzitutto culturale alla quale sarà soggetta tutta l’Amministrazione Penitenziaria negli anni a venire. Prende in questo modo corpo il tentativo da sempre sotteso e presente di ricondurre il concetto rieducativo ad un problema di mera sicurezza, dove hanno la meglio le chiusure delle stanze, piuttosto che la frequenza alla scuola, dove i contatti con il territorio siano ridotti al minimo, dove trova realizzazione – come per molto tempo ha detto qualche appartenente alla Polizia Penitenziaria – la teoria, secondo la quale l’obbligo costituzionale è quello di “tendere alla rieducazione”, non quello di realizzarla concretamente.
A questo si aggiunga che i ruoli tecnici della Polizia Penitenziaria sono stati istituiti con D.L. 9 settembre 2010, n.162, pubblicato sulla G.U. del 2.10. 2010.
Ne avevamo più volte chiesto l’istituzione, ma non è un caso – a questo punto -che il personale appartenente al Comparto Ministeri, sia stato ancora una volta dimenticato.
Chiediamo pertanto un incontro urgente con le SS.LL. .