DHL, ossia le poste tedesche, ha collezionato in questi ultimi due anni un bel po’ di capi di imputazione per “evasione fiscale”, “eccesso di esternalizzazioni”, “intermediazione illecita di manodopera” e addirittura “caporalato”.
DHL nel tentativo di salvare la pelle, ha avviato un percorso di internalizzazione cercando di far vedere che cambiava pagina
Balle! Con l’aiuto dei maggiordomi al suo servizio (leggasi Cgil Cisl Uil) ha siglato accordi infami che prevedono il massimo di lavoro flessibile, il massimo di sfruttamento individuale, il massimo imbroglio nel non pagamento del premio di risultato con una serie di artifici legati alla malattia (bisogna andare a lavorare anche se sei su una sedia a rotelle) e alle “performances” (che verificano e conoscono e comunicano solo loro).
Questi accordi infami firmati dagli zerbini di Cgil Cisl Uil sono stati BOCCIATI dai lavoratori, ma DHL vuole imporli ugualmente.
Lorsignori non se lo aspettavano, ma le lavoratrici e i lavoratori hanno scelto di alzare la testa e da tre giorni stanno presidiando il magazzino per dire che nel 2023 il caporalato mascherato, ma neanche troppo, dei tedeschi lo combattono con la lotta aggiungendo i piazzali della logistica alle aule dei tribunali.
Non vogliamo la flessibilità, non vogliamo lavorare fino allo sfinimento quando lo decide DHL, vogliamo poter organizzare il nostro tempo di vita.
Vogliamo giusti livelli, vogliamo un premio di risultato al superamento di standard produttivi sopportabili da normali esseri umani, non da robocop, non vogliamo ricatti sulla malattia, vogliamo sicurezza sul lavoro, vogliamo un padrone che paghi le tasse allo stato italiano, non vogliamo più caporali.
LA LOTTA CONTINUA!
#SCHIAVIMAI
USB Logistica