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Editoriale

Di ritorno dal Donbass

Nazionale,

La carovana antifascista  promossa  dalla Banda Bassotti e da USB nel Donbass ha visto la partecipazione di una delegazione  di Eurostop, della rete dei comunisti, della deputata europea Eleonora Forenza di Rifondazione Comunista e di attivisti spagnoli, catalani, greci, britannici e tedeschi.
Sono stati giorni intensi che ci hanno visto visitare sia la Repubblica di Lugansk che quella di Donesk.
A Lugansk, in una spezzone internazionalista caratterizzato dalla presenza di delegazioni provenienti da 20 paesi del mondo, abbiamo partecipato alla manifestazione per il primo maggio.Decine di migliaia di lavoratori che sfilavano sotto le insegne della Federazione dei Sindacati della Repubblica di Lugansk. Lavoratori  pubblici, delle industrie, delle miniere, della sanità, i vigili del fuoco e molti altri settori, organizzati in un impressionante corteo di popolo  che testimonia la determinazione di chi si è liberato dal giogo di una dittatura golpista (sostenuta attivamente dagli USA e dall’Unione Europea) che anche nei giorni della nostra presenza ha colpito quei territori, facendo vittime civili e militari, con bombardamenti e azioni dei cecchini dei battaglioni punitivi nazisti inseriti nell’esercito regolare ucraino.


Dopo la manifestazione del primo maggio è seguito prima un incontro presso la sede della Federazione dei Sindacati della Repubblica di Lugansk, dove abbiamo avuto la possibilità di portare i saluti di USB, poi ci siamo spostati nella città di Krasnodon dove la Banda Bassotti si è esibita in un concerto di fronte a centinaia di abitanti del luogo.



Il 2 maggio si è svolto un altro importante momento di incontro tra la nostra carovana e il presidente della Repubblica Popolare di Lugansk (LNR) Igor Plotnitskij. L’intervento del Presidente della LNR ha evidenziato le caratteristiche del sistematico attacco da parte dell’Unione Europea, più in generale dei mass media occidentali ad una esperienza maturata dopo il golpe di Maidan del 2014, ci ha invitato a conoscere e quindi riportare nei nostri paesi la realtà di un popolo che sta costruendo una indipendenza dal giogo di Kiev basata sulla giustizia sociale e su parametri profondamente diversi dai diktat che caratterizzano le politiche delle cosiddette democrazie occidentali.
Plotnitskij ha evidenziato anche il doppio standard che viene utilizzato dall’occidente per giudicare le democrazie nel mondo al fine di distruggere manu militari paesi che non rispettano le regole imposte dal capitalismo.
Dopo il presidente sono intervenuti i rappresentanti dei vari paesi presenti, USB ha espresso la propria solidarietà e sostegno, sottolineando l’importanza della lotta che il popolo del Donbass porta avanti oggi contro il fascismo come nel 1941-45.

Il 3 maggio ci siamo spostasti a Donesk, la visita all’Università nazionale tecnologica di Donesk e l’incontro con il rettore hanno caratterizzato la giornata. Ci hanno mostrato i gravi danni dei bombardamenti subitie tutto il lavoro per mantenere l’Università in funzione.
Il 4 maggio abbiamo visitato un centro di sostegno delle famiglie in difficoltà a causa della guerra nella città di Gorlovka dove la Banda Bassotti ha consegnato materiale di prima necessità e giocattoli per i bambini.
Ultimo incontro e visita alla città di Stakanov, ricevuti dal Sindaco nel grande palazzo comunale e in seguito di fronte al mausoleo che ricorda le vittime militari e civili causate dall’aggressione delle bande naziste ucraine alla città.

Il bilancio di questi intensi giorni riteniamo sia estremamente positivo non solo perché ci ha permesso di portare solidarietà a popolazioni stremate dall’aggressione militare del governo Poroshenko e dei suoi protettori internazionali, ma ci ha fatto conoscere da vicino una realtà popolare cosciente di essere un argine contro il fascismo. Un popolo che resiste e lotta anche grazie a organizzazioni di massa come i sindacati di Lugansk, afferenti insieme a USB alla Federazione Sindacale Mondiale.
Il meschino tentativo del governo Poroshenko di intimidire la nostra attività internazionalista evidenzia ancora di più l’efficacia e quindi l’importanza del nostro impegno a fianco di quei popoli.

Il presidente dell'Ucraina Poroshenko ha chiestol’arresto e l’estradizione di coloro che hanno partecipato alla Carovana antifascista nel Donbass e ci accusa di aver violato le leggi anti-terroristiche ucraine. Ma non basta,  chiede anche alle autorità europee l'arresto e l'estradizione dei partecipanti alla Carovana.

In una nota di risposta alle autorità ucraine il ministero degli Esteri italiano ha informato di aver inviato “... agli organizzatori di questa provocazione le informazioni sulla responsabilità penale per violazione della legge ucraina. L’Italia ha sottolineato che il suo governo sostiene l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina e questa posizione rimane invariata...”.

Assurda è la richiesta di Poroshenko ma ancor più grave la mancanza di una reazione adeguata del governo italiano di fronte alla provocazione del governo di Kiev.
Già in occasione della prima visita internazionale di solidarietà al Donbass il governo di Kiev aveva comminato il divieto di ingresso per 5 anni in Ucraina ad alcuni membri della delegazione USB. Ora si chiede addirittura l'arresto e l'estradizione!

Per quel che ci riguarda siamo fieri di aver disobbedito a Poroshenko e di aver partecipato ad una iniziativa antifascista e ringraziamo tutti coloro che ci hanno calorosamente accolti. Ricordiamo all'Italia e all'Europa che i regimi fascisti non possono essere considerati partner commerciali e che vanno combattuti sempre e ovunque.

Per questi motivi USB, aderente al WFTU (la Federazione Sindacale Mondiale) lancerà un appello a livello internazionale rivolto ai sindacati di tutto il mondo contro la provocazione del regime ucraino.