Mentre il premier Renzi, in verticale caduta di consensi, ha invitato i cittadini il 16 giugno a celebrare l'abolizione dell'IMU, il Governo sta in realtà approntando la riapertura dei termini per il rientro dei capitali illegalmente esportati all'estero, la c.d. voluntary disclosure, che consentirà di far rientrare nel nostro paese capitali, frutto anche di attività illecite, ottenendo la depenalizzazione di gravi reati tributari e sconti sulle sanzioni.
Una vera beffa, specie dopo la vicenda del cd Panama Papers che ha reso palese la centralità del ruolo dell'evasione fiscale nell'organizzazione dell'economia globalizzata, e dopo gli ennesimi scandali che hanno manifestato la sudditanza anche di questo governo alle lobby economiche (corruzione ed evasione fiscale sono da sempre due facce della stessa medaglia).
Nulla da festeggiare, dunque, per lavoratori dipendenti e pensionati nei confronti dei quali l'abolizione della tassa sulla prima casa non ha certamente compensato l'inasprimento della tassazione nazionale e locale e la progressiva riduzione dei servizi pubblici, mentre i veri festeggiamenti saranno celebrati da quegli evasori seriali ai quali si continua a garantire piena impunità fiscale.
Tra condoni infiniti e provvedimenti fiscali ad hoc per banche e grandi gruppi industriali, i super ricchi che evadono le tasse non sono, quindi, poche mele marce, ma utilizzano appieno un sistema ed un clima costruito ad arte per incentivare i fenomeni evasivi.
Il risultato è che i bilanci essiccati dalle minori entrate erariali vengono ripianati esasperando la tassazione nazionale e locale nei confronti dei redditi da lavoro dipendente e dei pensionati, congelando le retribuzioni e contraendo i servizi pubblici e i sistemi di protezione sociale.
Le leggi di stabilità susseguitesi in questi decenni e il DEF recentemente presentato dal governo, obbediscono proprio a questa logica.
C'è poi l'altra faccia della medaglia, non meno importante.
Trasformare l'Agenzia delle Entrate da soggetto preposto al controllo in ente di consulenza delle grandi imprese, per usare le parole pronunciate dal Ministro Padoan solo qualche mese fa, significa minare alle fondamenta la funzione sociale del Fisco che dovrebbe essere orientata a contrastare la piaga dell'evasione per reperire quelle risorse necessarie a finanziare i servizi pubblici e che, invece, diviene l'ennesimo strumento per acuire le diseguaglianze sociali.
La riapertura dei termini di questo ennesimo condono accentua la modifica della mission del Fisco, che viene indirizzata sempre più ad espletare le pratiche del condono a scapito dell'attività di accertamento: eclatante è il caso della Lombardia ove, proprio per far fronte all’emergenza condono, le attività di verifica ordinaria sulle piccole e medie imprese, sulle partite Iva, sulle persone fisiche e sugli enti non commerciali, subiranno una flessione sino al 90% rispetto a quelle programmate nel 2015!.
Dinanzi a tutto ciò crediamo sia necessario reagire e dare un forte segnale di dissenso.
L'USB, a livello confederale, ha già avviato una petizione intitolata "Voglio Lavoro e Stato Sociale" che rimette al centro i servizi pubblici e la funzione sociale della PA, anche attraverso una lotta senza quartiere all'evasione fiscale e alla corruzione.
In questo quadro, come già facemmo nel 2009 contro lo scudo fiscale del duo Berlusconi Tremonti, vogliamo mettere in campo iniziative concrete per difendere la macchina fiscale da chi vuole trasformarla in una immensa lavatrice per ripulire i capitali frutto di attività illecite.
Per questo l'USB avvia, in tutti gli uffici e nel paese, una raccolta di firme da indirizzare alla Presidenza del Consiglio, al Ministro dell'Economia e delle Finanze e ai gruppi parlamentari di Camera e Senato per dire un gigantesco NO al Fisco lavatrice e alla riapertura dei termini per il rientro dei capitali illegalmente esportati all'estero.
Il primo appuntamento sarà venerdì 17 giugno a Roma con una assemblea/presidio, a partire dalle ore 9.30, davanti alla sede centrale delle Agenzie Fiscali.