DIFENDIAMO I LAVORATORI E LE LAVORATRICI FRAGILI
Per ridurre i contagi e i morti da covid19 bisognerebbe tutelare le persone fragili, in primis nei luoghi di lavoro. La vicenda scandalosa nasce a partire dal 31 luglio, quando il governo si dimentica dei lavoratori e delle lavoratrici fragili, cestinando il codice V07 che concedeva la possibilità di non mettere a comporto la malattia per il rischio contagio. A quel punto si scatena il panico e i vari lavoratori fragili si rifugiano chi nella malattia (con comporto), chi prendendo un aspettativa non retribuita, chi nelle ferie, chi chiedendo un cambio di mansione, quasi mai ottenuto, nonostante le raccomandazioni contenute nei vari decreti.
Di recente la vicenda scandalosa dei lavoratori fragili subisce un ulteriore batosta. I medici competenti e le aziende operano una distinzione odiosa tra i lavoratori fragili, rifacendosi ai vari decreti legge che da marzo ad oggi hanno ristretto il campo della fragilità. Dentro rimangono gli immunodepressi e i malati oncologici (giustamente), fuori tutti gli altri (ingiustamente). Ovviamente questo restringimento non obbedisce a ragioni di carattere medico, ma soltanto economiche. I documenti e le circolari dell’Inps parlano chiaro. Ad esempio la circolare del 04/09/2020 afferma che «il 94,1% dei soggetti deceduti (per covid19) presenta una o più comorbilità e precisamente: il 13,9% presentava una patologia, il 20,4% due patologie, il 61,8% presentava tre o più patologie.» Non ci sarebbero i soldi per tutelare tutti questi lavoratori fragili, neanche attraverso la cassa integrazione e molti di essi rischiano di rimanere senza stipendio oppure di rientrare a lavoro, non potendo contare su smart working e cambi di mansione perché le aziende non concedono queste misure.
I lavoratori e le lavoratrici fragili chiedono di rimuovere quelle assurde distinzioni tra fragili e non e soprattutto delle tutele: di carattere sanitario, economico e psicologico. Il governo deve affrontare la vicenda dei lavoratori fragili senza lasciare indietro qualcuno, le aziende devono tradurre in atti concreti le misure previste dal governo (ad esempio smart working e cambi di mansione) e i medici competenti devono svolgere un’attenta vigilanza sanitaria.
Su quanto sopra invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici fragili ad organizzarsi e a creare un fronte comune a difesa del diritto alla salute !
Firenze 12 novembre 2020