Giunge alla scrivente il caso di una “ipotetica” gestione degli specialisti nautici “poco chiara” che auspichiamo di poter risolvere con questa nostra nota. Si sa fin da ora che “sostituzioni programmate” non permetteranno ad alcuni lavoratori di riuscire a svolgere la normale formazione e addestramento così come regolamentato dalle circolari in materia, per tale servizio specialistico, e in contraddizione con le stesse circolari prodotte dal dipartimento.
Si rappresenta che i nautici per le loro competenze hanno delle grosse responsabilità, che non sono solo quelle di condurre mezzi navali del Ministero dell’Interno molto costosi, ma anche quello di dover rispondere in prima persona alle responsabilità stabilite del Codice Internazionale della Navigazione, oltre che nei confronti di chi è rivolto il soccorso.
Certamente essere distratti dalle normali attività formative e addestrative non aumenta le personali capacità operative. Si aggiunge peraltro che la consapevolezza di non essere preparati, in quanto, utilizzandoli per altri servizi, non permette loro di esserlo, diminuisce anche quella condizione mentale di certezza, sicurezza e autostima relativamente alle loro personali capacità.
Questione che sta già sollevando numerose perplessità proprio da parte di questi lavoratori, in quanto si sente già da tempo parlare di restituzione del brevetto nautico poiché non è garantita la continuità della loro professionalità e ciò porta i lavoratori a ricorrere ai ripari in forma di autotutela da una amministrazione che li sta spingendo verso una dequalificazione.
Ad aggravare tale situazione, quando si fa un servizio “di terra” è prevista l’indennità di turno, fino ad oggi non percepita in quanto nautici, cosa che inevitabilmente aumenta il disagio.
Distrarre dal servizio specialistico il personale addetto per fargli svolgere servizio terrestre, quasi sempre non per esigenze di servizio impellenti, ma per la gestione ordinaria (si fa presente che ogni sede centrale e distaccata ha un suo organico e che in condizioni di normalità dovrebbe essere in grado di far fronte a tutte le esigenze di servizio, malgrado il riordino) esce di fatto dalla normativa in uso.
A Catania al contrario, secondo le nostre informazioni, le condizioni di eccezionalità sono diventate la norma.
Ciò detto, azzardiamo a considerare i diversi comportamenti nei confronti degli specialisti quali azioni mirate a colpire tali lavoratori, tanto che l’azione sindacale diventerebbe inevitabile.
A tal fine ci chiediamo il perché di certe rigide posizioni dell'amministrazione, chiaramente contro le aspettative dei lavoratori, a fronte di una trasparenza oggettiva che gioverebbe tanto al sistema quanto ai lavoratori.
Per quanto sopra, con la presente , chiediamo all’amministrazione un incontro urgente atto a risolvere la problematica in oggetto.