Quando si arriva, come è capitato in un reparto di area critica il 15 dicembre scorso, a dover rinunciare ad una medicazione chirurgica per la mancanza di garze sterili, oppure quando si scoprono nell’immondizia presidi ospedalieri ancora imballati, mentre nei reparti mancano quelli indispensabili a garantire un’assistenza ordinaria o che, per la mancanza di reattivi, per praticare un emogas analisi bisogna inviare il prelievo all’Emergenza tramite ambulanza, aspettando poi i risultati via fax, o che ancora in una stessa stanza sono costretti a coabitare un deposito, una sala colloqui per i parenti e lo spazio relax per il personale, allora ci si rende conto che nella gestione Aziendale dell’A.O.U. , di sicuro qualcosa non funziona. Criticità, spesso ingiustificabili, che impediscono una pratica assistenziale conforme ai parametri L.E.A. - Criticità che umiliano la professionalità di Medici, Infermieri e OSS. - In questi ultimi anni l’Azienda ha speso milioni di euro per promuovere la propria immagine sul territorio, attivando nuovi Servizi Assistenziali. Su questo siamo più che favorevoli. Ma poi questi Servizi bisogna saperli gestire, con risorse umane e presidi adeguati “al fare”. Pubblicando, di dovere, relazioni annuali sul rendicontato assistenziale e di spesa sostenuti.
E’ necessario attivare un Servizio di rilevazione dei bisogni assistenziali nelle strutture, attraverso un monitoraggio giornaliero dello stato delle risorse strumentali disponibili, come monitor, saturimetri, aspiratori, cardiolini, gettapale e alzapazienti.
E’ necessario promuovere un regolamento di mobilità interna che eviti le clientele ma che utilizzi, ai fini di una buona assistenza, le competenze acquisite.
E’ necessario attivare una pronta disponibilità Aziendale, non di nicchia, che oltre a coprire le emergenze dovute alla carenza di personale, favorisca l’apprendimento e la formazione degli operatori in altre discipline assistenziali.
E’ indispensabile attivare, per promuovere la crescita professionale del personale, corsi di aggiornamento gratuiti per Medici, Infermieri e O.S.S.
E si rende necessario promuovere un tavolo Politico – Istituzionale - Sindacale per studiare, nel rispetto della legalità giuridica vigente, progetti di stabilizzazione per le centinaia di operatrici/ori a somministrazione che, nei fatti, permettono il funzionamento di interi reparti.
PER UNA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA SUI LUOGHI DI LAVORO
Antonio Alfano – Vito Storniello Dirigenti U.S.B. - Unione Sindacale di Base
Coordinamento Regionale Sanità
La lettera a Babbo Natale dell'infermiere Antonio
Caro babbo Natale è passato tanto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto. Ero un bambino di 7 anni e desideravo tanto un trenino elettrico. Me lo facesti trovare ai piedi del letto, la mattina di Natale, ricordo che piansi di gioia. Oggi sono un adulto e lavoro come infermiere nel reparto di Rianimazione del vecchio Policlinico di Napoli, a piazza Miraglia. Mi rivolgo a te perché so che aiuti anche i poveri e gli ammalati. Questa volta ho da chiederti un regalo speciale, non per me o per i miei figli, ma per i pazienti che sono affidati alle cure del reparto dove lavoro: hanno bisogno di 6 letti nuovi , a norma L.E.A. - Devi sapere che sono oltre 2 anni che ci sono stati promessi letti nuovi, per sostituire quelli obsoleti, arrugginiti e difettosi che al momento abbiamo “in organico” , ma non sono mai arrivati. - Caro Babbo Natale devi sapere che per via delle sbarre laterali infracidate dalla ruggine i letti che abbiamo in dotazione rappresentano un potenziale pericolo per i pazienti dissociati o agitati che escono dal coma farmacologico o dall’anestesia. Le sbarre, per le loro precarie condizioni statiche, sono inadatte a sostenere il peso di un paziente impaurito e poco lucido che cercasse di scavalcarle per scendere dal letto. Il paziente potrebbe cadere, procurandosi delle fratture o ancora peggio un trauma cranico. Fortunatamente il personale è sempre riuscito ad intervenire in tempo. Ultimamente, per mettere in sicurezza i letti più malandati, tiriamo le sbarre l’una all’altra con un lenzuolo attorcigliato, in modo da auto-sostenerle. Tra l’altro mancano, da mesi, le fascette con i polsi imbottiti, indispensabili per prevenire movimenti autolesionistici dei pazienti intubati , durante la loro fase di risveglio. - Caro Babbo Natale questa è una richiesta “non negoziabile” perché, anche se come infermieri siamo spesso inibiti nell’esercitare in pieno il nostro mandato professionale, per la mancanza cronica di presidi essenziali, (So che sei a conoscenza del contenuto degli ultimi fax inviati all’Azienda su questo doloroso argomento) riuscendo comunque a garantire un assistenza dignitosa ai nostri pazienti, per i letti arrugginiti non possiamo farci niente, non esiste un rimedio. Vanno sostituiti. Dunque caro Babbo Natale, preso atto che le promesse fatte dagli adulti nel 2016 restano promesse, mi affido al tuo buon cuore per questo regalo, indispensabile per praticare la buona assistenza. Ricorda sono 6 letti a norma L.E.A. da consegnare al reparto della Rianimazione del vecchio Policlinico. Piazza Miraglia 1 Napoli
Con gratitudine,
Tonino, il bambino napoletano del trenino elettrico