Oggi il neo sindaco Alemanno ha giurato e ha presentato la giunta comunale. Nel suo discorso di presentazione abbiamo avuto modo di vedere quanta discontinuità ci fosse con il suo predecessore, soprattutto sull’emergenza abitativa e sul disegno urbanistico della città. Oseremmo dire poca, se non nessuna.
Ragionando intorno al piano casa, non si è discostato molto dall’impianto della precedente giunta, nonostante la sparata sui 40mila alloggi di qualche giorno fa ora ci dice che il piano riguarda invece 25.000 alloggi ad housig sociale realizzabili con il contributo dei privati. Quindi spariscono gli impegni per un piano di case popolari: l’unico segmento di alloggi che manca a Roma per fronteggiare l’emergenza e la rendita parassitaria.
Sul fronte urbanistico, cioè sul piano regolatore generale (sotto la lente di inchieste giornalistiche e giudiziarie) ha genericamente fatto riferimento a termini come trasparenza e diritti, senza però entrare nel merito e senza metterlo in discussione. Questa posizione, insieme al passaggio sull’uso sociale delle vendite fondiarie, appare come un segnale verso i signori del cemento più che verso i cittadini e le cittadine con “fame di case”.
Dopo quindici anni è risuonata la Patarina, ci verrebbe da dire: per chi suona la campana? Non certo per la tutela del diritto all’abitare, diritto che viene molto evocato ma che è destinato a rimanere negato, oggi come ieri.
Riteniamo necessaria una rinnovata mobilitazione per aprire una vera vertenza con la nuova amministrazione. Una vertenza che chieda risorse ed aree con urgenza.
Alla luce della drammatica situazione diventa centrale la convocazione da parte del Prefetto del Tavolo avviato prima delle elezioni con i costruttori. A questa sede autorevole deve esserci anche il sindaco per non consentirgli di sfuggire alla sue responsabilità.
La manifestazione del 14 giugno 2008 organizzata dalla rete cittadina per il diritto all’abitare diviene un’importante tappa di partenza per sostenere la vertenza con il neo sindaco.