“Per noi il diritto di sciopero non deve essere ulteriormente compresso, o si rischia che la pentola a pressione esploda, senza neanche più la salvaguardia della valvola di sicurezza”, afferma Fabrizio Tomaselli, dell'Esecutivo nazionale USB.
Continua il sindacalista: “Il Ministro Delrio annuncia che entro fine giugno ‘il disegno di legge per riformare il trasporto pubblico locale approderà in Parlamento’, e lo dice quasi esclusivamente in funzione della riduzione drastica dell’esercizio di quel diritto, specificando che sindacati piccoli e minoritari non possono bloccare le città”.
“A questo punto il Ministro ed il Governo facciano pace con se stessi –prosegue Tomaselli – perché se il sindacato è piccolo e minoritario gli eventuali scioperi che indice sono ininfluenti. Se invece, a prescindere dalle dimensioni (e quelle dell’USB non sono certo piccole), il sindacato riesce ad intercettare e comprendere i bisogni di lavoratori e lavoratrici, lo sciopero diventa lo strumento per determinare diversi rapporti di forza e per difendersi adeguatamente. E se lo sciopero riesce pienamente, come è accaduto con l’ultimo sciopero del trasporto pubblico da noi indetto lo scorso 15 maggio, vuol dire che il sindacato è forte e rappresentativo”.
“Se Delrio guiderà insieme a Renzi una nuova offensiva contro il diritto di sciopero – incalza il dirigente USB – noi non rimarremo certo con le mani in mano. Chiederemo noi audizioni alla Camera ed in Senato, informeremo i cittadini, manifesteremo tutto il nostro dissenso e se sarà il caso, sciopereremo”.
“Attenzione a tirare troppo la corda – conclude Tomaselli – noi risponderemo colpo su colpo. Il diritto di sciopero è un diritto costituzionalmente garantito e non si può ulteriormente soffocare. Succedeva soltanto durante il fascismo, ma gli antifascisti in questo Paese per fortuna sono ancora molti”.
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