(69/21) Oggi, lunedì 17 maggio 2021, l’Inps rende disponibile per tutti i lavoratori la procedura cosiddetta DISCO (acronimo per Distribuzione delle Competenze). Non si tratta quindi di un’iniziativa ricreativo-culturale per i dipendenti a tema musicale ma di un applicativo informatico che i dipendenti stessi sono “caldamente invitati” ad utilizzare, compilando un questionario di autovalutazione delle proprie competenze professionali.
Molti direttori regionali stanno convocando in questi giorni tavoli sindacali per coinvolgere nel progetto i rappresentanti dei lavoratori e favorirne l’adesione. Tuttavia, a livello nazionale, non vi è stato alcun passaggio con le organizzazioni sindacali (alle quali era stato inviato mesi fa – ma non discusso – un documento relativo alla fase sperimentale del progetto).
La suddetta fase sperimentale si è svolta nelle sedi di Rovigo, Livorno, Caserta e Cosenza. Una seconda fase ha poi coinvolto l’intera regione Calabria per la messa a punto definitiva del questionario, che verrà riproposto anche nelle sedi che hanno contribuito a svilupparlo.
Nel messaggio Hermes 1634 del 21 aprile vengono indicati i seguenti obiettivi connessi alla rilevazione, che riportiamo testualmente:
• creazione di mappe di distribuzione delle competenze a livello individuale e di gruppo;
• confronto fra competenze attese e possedute, per la valorizzazione del capitale umano attraverso lo sviluppo delle competenze, anche mediante percorsi di formazione specifica;
• simulazione dell’accostamento di professionalità complementari per la creazione di gruppi di lavoro in funzione di obiettivi specifici o della piena copertura dei bisogni di un determinato target di utenza.
Nella Newsletter Noi Inps di maggio 2021 un lungo articolo è dedicato all’iniziativa e si precisa che “per raggiungere un maggior grado di flessibilità e scongiurare il rischio di obsolescenza del sistema, gli ambiti non sono corrispondenti ai vigenti contenitori organizzativi. All’interno di ciascun ambito, poi, il know-how dell’Istituto è strutturato su più gradi di profondità delle conoscenze e abilità possedute.” Sembra si voglia escludere il collegamento tra la nuova organizzazione del lavoro in corso di sperimentazione e la procedura DISCO ma non può essere un caso che le tre sedi sperimentali per il cosiddetto reassessment lo siano state anche per la rilevazione delle competenze.
Più avanti nell’articolo si afferma: dal quadro così delineato può trarsi il convincimento che la rilevazione delle competenze, possa accrescere il senso di autostima e la percezione della qualità del proprio contributo.
Belle parole, si potrebbe pensare. L’Amministrazione è buona e democratica e si preoccupa del benessere dei collaboratori.
Ci dispiace ma non la beviamo. Ci pare più probabile che l’autovalutazione sia strumentale ad una più rapida applicazione della riorganizzazione, che si definisce “utentecentrica” ma che a nostro giudizio guarda soprattutto al cruscotto dei dati di produzione, con l’obiettivo di frammentare ancora di più i prodotti e spremere ancora di più i lavoratori con una sorta di “catena di montaggio” in cui ognuno lavora solo a singoli pezzi, sempre più piccoli.
Ci pare poi contraddittorio, oltre che ridicolo, che si chieda ai lavoratori di autovalutarsi anche rispetto a mansioni superiori che vengono svolte da anni senza alcun riconoscimento, né formale né economico.
L’amministrazione ci presenta la faccia feroce e classista quando impone una riorganizzazione inutile e in parte dannosa calata dall’alto, abbinata all’odiosa procedura di valutazione e alle pagelle. Con la faccia sorridente ci chiede poi di compilare spontaneamente un questionario funzionale, forse, proprio a quegli scopi. Senza neppure la garanzia dell’anonimato.
USB invita i lavoratori dell’Inps a non aderire spontaneamente all’iniziativa e a compilare il questionario solo in presenza di disposizione scritta del proprio dirigente, limitandosi in questo caso a fornire il minimo indispensabile di informazioni.