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DL Bollette, se plaude Confindustria a piangere siamo noi

Nazionale,

La conferenza stampa di presentazione del DL Bollette con Draghi e i ministri Giorgetti, Franco e Cingolani, con tanto di incensamento da parte del Premier dei suoi ministri, non basta a rassicurare la popolazione del nostro Paese colpita fortemente dall’aumento dell’inflazione e dal caro bollette.

Il Governo anziché fare ciò che aveva promesso intervenendo con misure strutturali, anche questa volta si è tenuto alla larga dal colpire i super profitti delle multinazionali dell’energia che si sono arricchite sulle spalle dei consumatori in questo periodo di rincaro dei prezzi.

Il cda di Eni proprio la scorsa settimana ha approvato un utile di 4,7 mld nel 2021, una crescita dei profitti che il colosso dell’energia non registrava dal 2012.

Confindustria plaude all’azione del Governo e si spinge oltre chiedendo l’azzeramento degli oneri di sistema per le imprese non solo per l’elettricità ma anche per il gas.

E ottiene forse il suo obiettivo più importante, rilanciare la produzione di gas nazionale attraverso lo sfruttamento dei giacimenti sulla terraferma e in mare e aumentando lo stoccaggio per avere dei prezzi calmierati per le imprese gasivore.

Alla faccia della transizione energetica di Cingolani e degli obiettivi europei 2030, ora si sostiene la politica aggressiva della Nato nella crisi ucraina e si mettono da parte gli obiettivi europei per il rispetto dell’ambiente, pensando di poter uscire rapidamente dalla dipendenza del gas russo. Politica di potenza con buona pace di Greta.

Nel frattempo, la sofferenza delle famiglie aumenta e la stangata dell’aumento delle bollette colpirà oltre ogni più drammatica previsione. Gli aumenti di cui si parlava qualche settimana fa del 40% per l’energia elettrica e del 50% del gas sono stati superati in peggio dalla realtà e siamo in attesa del salasso del primo trimestre 2022.

Il Governo ripete che i 3,5 milioni di nuclei familiari che hanno usufruito dei bonus energetici saranno riconfermati, e per essi non ci saranno aumenti del costo dell’energia. Ma già allo stato attuale le notizie non sono per nulla rassicuranti.

I requisiti per avere accesso ai bonus sono troppo limitanti a fronte dell’emergere di una nuova povertà, quella energetica, che rischia di coinvolgere fasce di popolazione molto più ampie dei 3,5 milioni di nuclei “messi al sicuro” dal Governo.

Tra gli interventi strutturali da mettere in atto per combattere il caro energia, sarebbe opportuna l’introduzione di una tassa di solidarietà energetica (se è vero che è passato in disuso il termine di patrimoniale) che vada a colpire gli extra profitti delle multinazionali energetiche arricchitesi con la corsa al rialzo dei prezzi e permetta di azzerare i rincari per le famiglie.

A ciò andrebbe aggiunta una moratoria sulle bollette che tuteli chi non riesce a pagare, superando l’ipocrisia delle rateizzazioni, tanto sbandierata dalle associazioni dei consumatori, che sposta avanti nel tempo ma non risolve il problema della morosità.

Sono questi gli interventi strutturali dei quali ci sarebbe bisogno per ridurre i 21 mld di aumenti di cui il ministro Franco ci ha parlato nella conferenza di Confindustria, ops!, del Governo. E dichiarare fin da subito che l’Italia non si presterà a nessun azione militare.

 

Unione Sindacale di Base