Con l’incontro di ieri all’ Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si è formalmente aperto un tavolo di confronto sulle Convenzioni, che, quindi, per la prima volta, non avverrà solo a ridosso della firma, o a firma già avvenuta, fra Agenzia e Mef. Ci auguriamo che questo possa servire a superare l’inutile ritualità che li ha contraddistinti sin dalla nascita delle Agenzie e a superare le evidenti contraddizioni che si sono create in questi anni, che lo strumento della convenzione si è dimostrato del tutto inadeguato a risolvere.
Il passaggio a una logica di budget piuttosto che di capitoli di bilancio, con l’adozione di bilanci civilistici, era nato in un quadro di ampia delega al CCNL di comparto e di sbandierata autonomia gestionale, mentre ci si è scontrati con un’ invadenza legislativa che ha reso questa autonomia una chimera. Ma le stesse Agenzie non sono state capaci di dare sostanza all’ autonomia prevista sulla carta e recitata nei proclami, con un atteggiamento troppo passivo, molto tecnico e troppo poco “politico”.
L’Agenzia ci ha inoltre informato di aver riproposto all’ufficio legislativo l’inserimento nella prossima legge di stabilità della possibilità di passaggio del personale tra le sezioni Dogane e Monopoli.
Questo consentirebbe di superare l’evidente paradosso che è nato dal divieto di adeguare le retribuzioni a seguito dell'unificazione con i Monopoli, anche con risorse proprie, che ha di fatto creato due compartimenti stagni all’interno della stessa Agenzia. Mentre ci si rivolge a personale in comando da altre amministrazioni per potenziare gli uffici coinvolti dalle attività doganali legate all’Expo 2015, per esempio, non si potrà attingere da personale proveniente dalla sezione Monopoli mentre sarebbe stato possibile se le amministrazioni fossero state ancora distinte.
Non ha ritenuto invece di avanzare nuove proposte circa lo scorrimento delle graduatorie degli idonei del concorso interno per il passaggio dalla seconda alla terza area, limitandosi ad esprimere parere favorevole alle proposte parlamentari già formulate. Sull’argomento l’Agenzia ha di nuovo ribadito che se si superassero i vincoli normativi, ribaditi recentemente anche dalle sentenze che hanno riguardato il contenzioso in materia, non ci sarebbe un problema di risorse né di spazi in dotazione organica e di preferire un percorso di valorizzazione delle risorse interne, anche investendo in specifici programmi formativi, piuttosto che ricorrere alla mobilità esterna.
Queste due vicende sono esempi concreti ed evidenti delle contraddizioni del sistema convenzionale che da anni denunciamo. Del muro dei “vorrei ma non posso” che in questi anni si sono moltiplicati nonostante ci venisse sbandierato come strumento di autonomia gestionale, ma che nei fatti si è rivelato esattamente il contrario.
La maschera è ormai caduta da tempo. Per questo affronteremo il confronto sulla Convenzione che si è aperto ieri con l’obiettivo di levare al più presto un primo mattone da quel muro e superare gli ostacoli, normativi e non, che generano queste contraddizioni.
Per riuscirci, non ci sarà solo bisogno di modifiche al modello convenzionale, che riteniamo comunque necessarie, ma che l’Agenzia si assuma effettivamente la responsabilità di agire per dare un senso concreto ad un modello, che altrimenti, al di là della forma, non potrà che rimanere una scatola vuota.