I più attenti avranno notato che da un po’ di tempo all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è tutto innovativo.
Si deve parlare dei criteri delle progressioni economiche, di quelli dei passaggi fra le aree, del contratto integrativo? Qualunque cosa passa prima dall’ Organismo Paritetico per l’Innovazione, previsto dal CCNL Funzioni Centrali “su tutto ciò che abbia una dimensione progettuale, complessa e sperimentale, di carattere organizzativo dell’amministrazione” e formato da un componente per ogni sigla sindacale firmataria del pessimo CCNL Funzioni centrali e da un pari numero di componenti dell’amministrazione.
Poi, solo se c’è bisogno di ratificare le decisioni prese in un accordo, si convoca un tavolo sindacale vero e proprio per espletare le ultime formalità.
I “furbetti del comitatino” (Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Intesa, Flp), con l’Agenzia che si presta al loro gioco (unica amministrazione del comparto ad utilizzare in questo modo l’organismo), trovano evidentemente comodo decidere prima in un tavolo ristretto, troppa gente con cui confrontarsi in un tavolo sindacale tradizionale.
Con questa modalità è passata prima dal Comitato l’introduzione della valutazione nelle progressioni economiche e ieri si sono riuniti per discutere dei criteri per i passaggi fra le Aree. Stavolta è andata meglio, nel senso che almeno per i passaggi tra le aree la valutazione non è stata inserita.
E’ stato dato un peso predominante alle prove, con soli 10 punti per l’anzianità di servizio a fronte di 60 punti per quelle scritte e 60 per quella orale. Per quanto riguarda i posti messi a concorso, nonostante l’Agenzia ci avesse in passato informato di aver avuto l’autorizzazione a bandire per di più di 180 posti (nel Piano dell’Agenzia il numero riportato è di 185), si sceglie di bandirne solo 128 (quelli per cui c’è l’autorizzazione ad assumere oltre che a bandire) elevabili nel 2020 in funzione delle cessazioni avvenute nel 2019.
Non mettiamo in dubbio che alla fine i posti saranno anche più di 185 (in considerazione dell’elevato numero di pensionamenti), ma se questa formula era giustificata ad inizio anno, essendo ora i pensionamenti già quantificabili in funzione del termine di preavviso obbligatorio ed essendo improbabile che il concorso venga chiuso entro l’anno, per noi sarebbe stato già possibile bandire i 185 posti, da elevare in funzione delle eventuali maggiori cessazioni avvenute rispetto a quelle stimate.
Più in generale, il quadro che ancora una volta emerge è che la professionalità dei lavoratori non può certo essere riconosciuta appieno da procedure estemporanee, legate alle opportunità del momento e ad iter lunghi e tortuosi. E’ sempre più urgente trovare soluzioni nell’ambito di un nuovo ordinamento professionale che semplifichi le procedure ed elimini i vincoli attuali in modo che alla crescita professionale si affianchi finalmente un vero riconoscimento di carriera.