Partiamo dai fatti: USB P.I. ha organizzato venerdì 12 ottobre a Udine un corso di formazione rivolto a delegati ed eletti RSU, iscritti e non iscritti ovviamente, per spiegare il ruolo e la funzione che hanno all’interno dei singoli posti di lavoro, approfondendo le tematiche relative alla normativa di riferimento, alla contrattazione, alle prerogative sindacali che la norma, a partire dallo Statuto dei Lavoratori, assegna loro. Un corso utile quindi a chi intende assolvere al meglio e con senso di responsabilità al mandato ricevuto attraverso il voto dai lavoratori e dalle lavoratrici.
Una nostra eletta nell’ufficio delle Dogane di Udine ha comunicato, correttamente, agli altri componenti RSU del suo ufficio la sua partecipazione al corso, utilizzando le ore di permesso a disposizione delle RSU.
Questa richiesta ha scatenato una scomposta risposta del componente RSU cgil, dettata dall’arroganza e dalla presunzione di chi ritiene di essere depositario non solo della verità, ma anche dell’utilizzo delle prerogative sindacali.
Per prima cosa, detto componente Rsu ha ritenuto tale tipologia di permesso non utilizzabile, in base a considerazioni quantomeno estemporanee; di fronte alla garbata ed argomentata risposta della collega ha quindi scritto all’Amministrazione richiedendone l’intervento per non autorizzare detto permesso alla collega. Ora, premesso che (e forse qui il corso di formazione avrebbe fatto bene anche al collega della cgil) l’Amministrazione non deve e non può entrare nelle dinamiche dei permessi RSU, limitandosi a verificare la capienza nel monte ore, ci sembra, come accade sempre più spesso, che ci si rivolga al padre per risolvere un problema a cui non si sa come fare fronte. Quale migliore interlocutore di un padre per risolvere la questione visto che oramai sono diventati una stessa famiglia? Inoltre, così facendo, l’RSU cgil ha illegittimamente creato un rapporto di subordinazione tra dirigente RSU e dirigente dell’ufficio di appartenenza, non previsto dalla normativa. Una volta verificata la capienza delle ore il componente RSU comunica all’amministrazione che utilizzerà quelle ore, non le chiede.
Ma non è stato evidentemente sufficiente e quindi ha ritenuto necessario scrivere ulteriori mail a tutto il personale per provare a mettere in difficoltà la collega, affermando che i permessi RSU servono per l’attività relativa all’ufficio di appartenenza e nell’interesse del personale medesimo iscritto e non iscritto, che la formazione in argomento rientra invece nell’interesse dell’iscritto USB per cui, sempre secondo il delegato cgil, si dovrà attingere o ai permessi sindacali di sigla o alle ferie o altro, esclusi i permessi sindacali RSU. Ma il collega della cgil ha capito che il corso era proprio indirizzato agli eletti RSU, e quindi nell’interesse di tutto il personale, iscritto e non? Evidentemente no.
Non soddisfatto, questo “democratico” collega ha poi veramente toccato il fondo affermando con fare perentorio che pertanto la partecipazione all’attività sindacale USB, a prescindere dall’argomento, comporterà l’utilizzo di permesso sindacale USB e non RSU, blaterando tra l’altro di necessità di “autorizzazione” e/o di “conferimento di incarichi di attività sindacale” da parte della Rsu per poter usufruire dei relativi permessi … E chi è costui, il boss della RSU dell’Ufficio delle Dogane di Udine?
Del resto, questo comportamento è perfettamente in linea con l’arroganza, la presunzione e la mancanza di democrazia che contraddistingue la sigla sindacale alla quale appartiene, la cgil, sempre pronta a chiedere l’estromissione dai tavoli di confronto della USB perché non firmataria del contratto.
Le ore di permesso RSU sono in capo agli eletti RSU e sono loro che decidono come utilizzarle. E non come decide la cgil. Se ne faccia una ragione e la finisca qui, forse è meglio.