Oggi l'ufficiale giudiziario, accompagnato dalle forze dell'ordine, si è presentato a casa di un lavoratore di origine marocchina dipendente della New Holland di San Mauro (TO) e abitante in via Galliari 12 Torino, per dare seguito all'ordinanza del giudice consistente nel fare eseguire lo sfratto intimato dal proprietario dell'appartamento occupato dal lavoratore, sua moglie e il figlio (un bimbo di un anno o poco più).
Ad attendere padrone di casa, ufficiale giudiziario e forze dell'ordine, però, c'era anche USB con una folta delegazione.
Già da subito i padroni di casa facevano intendere che non c'erano spazi per alcuna trattativa: il lavoratore e la sua famiglia dovevano andare via! Dopo due ore di trattative e discussioni, in qualche momento anche dai toni accesi, e quando un fabbro sorvegliato dagli agenti già si era adoperato a rompere la serratura del cancelletto di ingresso, si riusciva ad ottenere una proroga di 20 giorni per dare il tempo al lavoratore di trovare una sistemazione che non fosse quella di trovarsi di punto in bianco sul marciapiede con moglie e figlio.
A questo punto abbiamo accompagnato Abdelilah, a sollecitare, presso l'ufficio emergenza abitativa del comune di Torino, una soluzione idonea al suo nucleo familiare .
Lo sfratto è stato determinato da morosità incolpevole, in quanto il lavoratore proveniva da oltre due anni e mezzo di salario ridotto a causa della cassa integrazione: sono questi i frutti della crisi voluta dai padroni e che continua a scaricare costi e sacrifici facendo pagare le fasce più deboli del paese.
Come organizzazione sindacale continueremo a sostenere i soggetti più deboli di questa società malata, siano essi lavoratori, disoccupati, precari e migranti. E saremo altresì sempre presenti al fianco di chi è costretto a subire gli effetti di una crisi che non ha certo voluto né, tanto meno, causato.
AS.I.A.-USB