Una premessa dovuta:
noi lavoriamo per gli altri, le disgrazie sono (purtroppo) la ragione della nostra esistenza. Abbiamo letto che, in quel di Bologna, non certo tra i lavoratori, c' è chi ci accusa di essere mercenari e lucrare sulla sfortuna altrui, per questo sui terremoti vorrebbe solo volontari (duri e puri). Bene, consigliamo a chi si fa sostenitore di ciò, alla prima occasione in cui capita in un ospedale, di redarguire duramente infermieri e medici perché fanno merce del bene più prezioso: la salute pubblica.
Fatta questa premessa passiamo alla vicina Firenze (vicina a Bologna, saluto gli Amici).
Batte il terremoto in Abruzzo nelle notte, la prima Sezione Operativa parte immediatamente.
Una volta c' era il Piano di Colonna Mobile, risalente ai primi del '90, sono anni che rappresentiamo al Dirigente la necessità di aggiornarlo ma, evidentemente, le priorità sono altre. Il piano è inapplicabile ma il personale Operativo è ben istruito nell' arte dell' arrangiarsi e le persone si organizzano, tempo non viene perso.
La prima sezione operativa parte quindi la notte senza:
- supporto alimentare;
- anticipo missione (erano le tre di notte, è vero, ma nella cassaforte del Capo Turno niente).
Il giorno seguente, circa a metà mattina, parte una seconda sezione operativa. Questa parte senza:
- polilogistico;
- supporto alimentare;
- anticipo missione (c' era stata metà mattina per reperire i soldi);
- attrezzatura da scavo (avevano 1 pala, 1 piccone, 1 mazza, niente caldarelle e/o secchi per trasportare le macerie rimosse);
- automezzo idoneo dove trasportare i bagagli (che sono arrivati sul posto fradici: sacco a pelo, ricambi di vestiario), e con cui affrontare il viaggio: l' ACT 90 utilizzata ha le ruote tassellate e meccanica non idonea ai lunghi trasferimenti.
Tutti quanti partono senza:
I puntelli pneumatici, da ricerca, per la stabilizzazione dei crolli nel recupero vittime sotto le macerie: sono rimasti inutilizzati nei garages di Firenze Ovest.
Erano nella dotazione da ricerca che comprendeva i geofoni adesso in dotazione a Pisa.
Geofoni: uno in centrale era fuori uso, ve ne erano alcuni (forse tre), praticamente dimenticati nel “Carrello Aviotrasportato” fermo da anni nella sede di Empoli. I giorni successivi al sisma qualcuno deve essersi accorto della cosa e sono stati inviati in Colonna Mobile.
Fatto sta che le prime Sezioni Operative sono partite senza e sono perciò rimasti inutilizzati a Firenze mentre vi erano persone sepolte sotto le macerie in Abruzzo.
Vero è che nelle vecchie procedure di colonna mobile non c' erano, quindi nessuno, nel caos, ci ha pensato, sono rimasti buttati in una stanza in fondo ad un garage.
E dire che, per i puntelli, il personale si era auto organizzato aveva letto le istruzioni e si era auto formato ma poi..... la cosa era passata in mano al Comando (perché divenisse patrimonio condiviso) e da lì passata a migliore vita.
Torniamo a noi, supporto alimentare:
Il personale, dopo ore ed ore continuative di scavo tra le macerie, ha dovuto cercarsi qualche altra organizzazione di soccorso che gli fornisse il minimo di cibo indispensabile ad andare avanti.
Ora qui ora là, hanno reperito un piatto di pasta. Questa situazione si è protratta per 48 ore: quelle cruciali in cui il soccorritore è essenziale non debba pensare ad altro.
Magari se fossero state fatte nuove procedure di colonna mobile si sarebbe potuto ovviare al fatto.
E' vero, siamo stati relegati (al solito) al ruolo di Cassandre (profeti inascoltati).
Andiamo oltre:
Nella seconda sezione operativa, per poter proseguire il viaggio in seguito ad una perdita di olio, qualcuno ha dovuto anticipare soldi di tasca propria (mancava l' anticipo missione) per ristabilire il livello nel mezzo VF tipo 40/10.
Sempre la seconda sezione ha dovuto montarsi una tenda (mancando del polilogistico) alle ore tre della notte dopo una giornata di viaggio e scavo (per avere un punto di appoggio coperto ed asciutto) aiutati peraltro dal personale del campo base che aveva anch' esso lavorato sino allora.
La prima sezione ha dovuto montarsi la tenda ma aveva, quantomeno, il polilogistico.
Tutti coloro che sono intervenuti hanno lavorato continuativamente (quelli impegnati nelle ricerche e quelli impegnati nell' attrezzare la logistica), non si tratta quindi di scarsa volontà ma di evidente mancanza di programmazione, di incapacità di organizzazione preventiva.
E’ una crisi da imputare ad un modello errato di gestione della prima emergenza: le sezioni operative, soprattutto la seconda, sono partite stile armata brancaleone.
I Pompieri hanno, come al solito, sopperito con la buona volontà e l' arte di arrangiarsi.
Hanno chiesto cibo alle altre organizzazioni di soccorso presenti ottenendo, per due giorni consecutivi, solo un piatto di pasta.
Si sono procurati pale, picconi, secchi e quanto altro ed hanno lavorato senza sosta.
Se la capacità di chi dovrebbe organizzare fosse una frazione della capacità di arrangiarsi dei lavoratori, non ci sarebbe stata difficoltà di sorta.