Lavoratori, finita la campagna elettorale e si coglie che il risultato, rispetto quello che in questi anni ognuno ha seminato, è frutto del lavoro di quei partiti che si sono sempre definiti dalla parte di lavoratori poi alla fine si sono rilevati essere i principali aguzzini, subordinati alle leggi del capitale.
Un breve mandato di governo c. d. di sinistra, in cui si è attaccato il sistema sociale italiano a partire dalle pensioni poiché nei fatti sono aumentati gli anni per andare in pensione, inoltre sono stati approvati automatismi funzionali ad abbassarle nel tempo. Hanno predisposto accordi sul Welfare State, tali da far arretrare tutto il mondo del lavoro, una operazione spacciata come necessità imprescindibile per il paese, con la complicità di cgil cisl e uil (oggi poverini orfani di padre e di madre!!).
Tutto questo accadeva, mentre, quei pochi che detengono le ricchezze nel paese, si sono arricchiti ulteriormente sulle spalle dei lavoratori, chi ancora è riuscito a rimanere in vita! Senza ripercorre a ritroso ciò che è avvenuto in questi anni, ora si tratta di fare i conti con la nuova politica che avanza. Non ci vuole molto per capire le vere intenzioni di questo “nuovo governo”, che agevolato dagli accordi precedenti, si appresta a continuare l’opera di massacro avviato dal precedente governo.
Vogliamo rammentare la prima infelice uscita, cioè che i contratti nazionali non hanno motivo di esistere, quindi da oggi è plausibile prevedere un attacco ai CCNL, fino ad ora strumenti a garanzia dei diritti dei lavoratori e del salario uniformati sul territorio nazionale, che si presume saranno sostituiti da contratti individuali. Pertanto già grazie agli accordi sottoscritti dal precedente governo, ogni lavoratore probabilmente si troverà a sottoscrivere un contratto personale determinato dalle peculiarità economiche, commerciali e/o industriali di natura localista, ovvero ci si appresta avviare da subito le gabbie salariali, triennali! Si potrebbe continuare all’infinito a denunciare la svendita “dell’anima”da parte della burocrazia sindacale di Stato, ma citiamo solo alcune delle questioni che probabilmente saranno oggetto di modifiche:
- il diritto di sciopero;
- ancora privatizzazioni a più non posso;
- la flessibilità nel lavoro;
- la defiscalizzazione del lavoro straordinario;
- il precariato ……ecc.
Questo ragionamento si inquadra in una discussione più complessiva, che è quella della modifica della pubblica amministrazione, cioè lo smantellamento di quelle funzioni pubbliche che fino ad oggi hanno permesso la funzionalità del paese.
Tuttavia, senza appesantire troppo questo ragionamento, non è che ci sentiamo molto preoccupati di questa “débacle” a sinistra, l’azione della RdB/CUB, in linea con il passato, quando gli altri seduti a tavolino ci tartassavano, (o firmavano appelli a sostegno del governo!!!) sarà sempre quella di stare in piazza a fianco dei lavoratori per rivendicare diritti e salario. Per mettere fine all’erosione di spazi di democrazia e delle libertà sindacali nei posti di lavoro, con il contributo dei sindacati di governo.
Noi Vigili del Fuoco dobbiamo impegnarci a ripartire dalle modifiche della legge 217/05, da quelle della legge 139/06, o dall’accaparramento delle attività di prevenzione, e riflettere inoltre circa il rapporto tra protezione civile e vigili del fuoco, oppure se incentivare ancora di più le attività di volontariato…. Crediamo, ma ne siamo quasi certi che, la battaglia si prospetta ancora più aspra, ancora più in salita. Per quanto ci riguarda non è cambiato proprio nulla, continueremo la nostra battaglia come prima e meglio di prima, per imprimere a questa politica una attenzione maggiore nei riguardi del corpo nazionale, perché un tecnico professionale quale è il vigile del fuoco, in genere, non può essere considerato tale con uno stipendio di 1.300,00 € mensili.
Per contrastare “il nuovo che avanza” abbiamo bisogno ancora di più del vostro apporto sindacale, altrimenti sarà conclamata la deriva del Corpo e prenderanno ancora più spazio le varie corporazioni che auspicano la nostra militarizzazione!