Con un contratto nazionale di categoria scaduto da ormai 5 anni, nella completa assenza di un piano di mobilità nazionale, senza alcuna prospettiva di indirizzo verso una Mobilità Urbana Sostenibile e nel palese disprezzo delle normative sulla sicurezza si continuano a bruciare milioni e milioni di euro di gettito economico nel “pozzo nero” del debito causato dalla mal gestione delle aziende e dalla degenerazione del nepotismo della casta politico/sindacale.
Circa cinque miliardi di euro previsti per l'anno in corso, di cui il 60% già elargiti alle regioni, (finalizzati per direttive europee alle azioni di sensibilizzazione a livello locale, regionale e nazionale alla promozione di una cultura di mobilità urbana, per migliorare il modo di muoversi all’interno delle città; per la promozione dei principi del risparmio energetico ed economico, la salvaguardia della salute e della forma fisica, la riduzione delle emissioni dannose per l’ambiente servendosi di modi di trasporto differenti puntando all'integrazione dei criteri delle politiche di implementazione dei Piani di Mobilità sostenibile sul territorio), rischiano di essere utilizzati per tamponare smisurati debiti e mutui contratti dalle aziende con le banche senza alcun investimento sul servizio e lasciando migliaia di lavoratori nell'incertezza del proprio stipendio.
In questa cornice il servizio di Trasporto Pubblico Locale, giuridicamente definito “essenziale” tanto da essere preservato da severe e repressive normative anti-sciopero, sta deperendo nella completa indifferenza delle istituzioni che si pongono il solo obbiettivo di fare economie definendo costi standard, mettendo in discussione corse e linee definite a bassa frequentazione (senza porsi la domanda o la soluzione del perché queste corse o linee sono a bassa frequentazione) e prevedendo esuberi di personale destinato alla messa in mobilità.
E' necessario un rilancio dell’iniziativa, un nuovo protagonismo per sconfiggere definitivamente la politica della concertazione rimettendo al centro gli interessi dei lavoratori ed avviare una inversione di tendenza nelle scelte politiche sui servizi pubblici affinché si dedichino risorse per sostenere e rilanciare il trasporto pubblico, si assicuri la copertura integrale del reale fabbisogno per il suo rilancio e per il rinnovo del CCNL ormai scaduto da oltre 5 anni.