I lavoratori delle province hanno portato la protesta contro la chiusura dei loro enti direttamente all’inaugurazione del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna.
La riforma del Governo mette a rischio servizi fondamentali per i cittadini e condanna all’esubero e al possibile licenziamento oltre 1800 lavoratori, solo nella nostra regione, che a norma della Legge di stabilità saranno considerati in esubero dal 1 gennaio.
La minaccia dell’applicazione del jobs act anche ai dipendenti pubblici, paventata da Renzi, rende sempre più concreta la possibilità di licenziamenti di massa per 20.000 lavoratori delle province e per tutti i futuri esuberi dichiarati dal governo.
In mattinata una delegazione dell’USB ha incontrato il Presidente neo eletto Bonaccini, chiedendo l’immediata apertura di tavoli di confronto, ribadendo la netta contrarietà al jobs act e proponendo come unica soluzione possibile l’assunzione da parte della regione delle funzioni e dei lavoratori delle provincie soppresse. Bonaccini ha assicurato un incontro già dal mese di gennaio, ma non ha dato rassicurazioni in merito alla proposta di assunzione da parte della Regione e, sulla scia di Renzi, si è detto d’accordo con tutta la riforma di riordino istituzionale.
Da metà mattina si è svolto un presidio di protesta durante il quale una parte dei lavoratori ha tentato di portare nell’aula del Consiglio uno striscione che recitava “ASSUNTI TUTTI IN REGIONE”. I lavoratori hanno presidiato con determinazione l’ingresso dell’aula fino a quando, di fronte alle proteste, è stato garantito un incontro con i capi gruppo dei partiti.
Dall’incontro con i Consiglieri è emerso un generico impegno a far pressione sul Governo e un riferimento al percorso tracciato dal maxi emendamento alla legge di stabilità.
Per l’USB il maxi emendamento non dà risposte credibili alla necessità di salvaguardare i servizi ed i posti di lavoro. L’unica soluzione realistica e realmente fattibile è quella dell’assunzione da parte della regione.
All’incontro erano presenti i capigruppo di PD, SEL, LEGA Nord, L’altra Emilia Romagna e Movimento 5 Stelle, che ha invitato a proseguire la discussione con l’Unione Sindacale di Base. L’USB è pronta a proseguire la mobilitazione, sia a livello locale che nazionale, con un calendario che prevede già il 15 gennaio una protesta di tutti i lavoratori pubblici sotto la sede della regione. E’ in programma un’assemblea nazionale di tutti i delegati delle province per il 20 gennaio, mentre è già stato proclamato lo stato d’agitazione che potrebbe condurre allo sciopero di tutti i dipendenti delle province.
USB Pubblico Impiego – Emilia Romagna